Emergenza immigrazione: il Cara di Bari sarà sufficiente?

di Nicola Zuccaro. L'emergenza immigrati tiene in ansia, da circa 24 ore, la città di Bari per le conseguenze che potrebbero emergere qualora un'altra e numerosa ondata immigratoria dovesse investire il capoluogo pugliese. Fra le prime ripercussioni da annotare c'è il rischio legato all'ordine e alla sicurezza pubblica. La folta presenza di immigrati fuggiti dalle coste
nord africane potrebbe peggiorare la già difficoltosa convivenza coi cittadini baresi. Un esempio per tutti l'inciviltà che li contraddistingue quando viaggiano sui bus pubblici, tanto da provocare frequenti litigi coi viaggiatori residenti in città. (leggi anche: Lampedusa, nuovi voli verso Bari)
Non è questa la sede giornalistica per approfondire quest'ultima circostanza, ma la stessa potrebbe essere introduttiva alle difficoltà menzionate in apertura. Difficoltà che riguardano, in primo luogo, la limitata capienza del Cara di Bari-Palese che nelle ultime ore potrebbe superare le 1400 unità. Una stima che confermerebbe le preoccupazioni lanciate nei giorni dal parlamentare barese del Pd Dario Ginefra dopo il sopralluogo effettuato presso la stessa struttura. In casi di emergenza come questi, puntuale giunge la pronuncia del "prevenire è sempre meglio che curare" e per attuare la prevenzione sarà dovere della Prefettura di Bari rispondere alla circolare del Ministro degli Interni Maroni che allertava i Prefetti nel mettere a disposizione le caserme o altre ed ampie strutture inutilizzate per far fronte all'emergenza. Nella fattispecie, la città di Bari potrebbe rispondere in virtù della presenza di alcune strutture militari e civili quali ad, esempio, le caserme e l'ex ferriera Scianatico, ubicate in Via Napoli. L'ubicazione periferica di esse eviterebbe i contatti con la popolazione barese.

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