“Sull’Ilva la Magistratura arriva tardi e male. Intervenga il Governo nazionale”

BARI. “Chiudendo di fatto l’ILVA quando il Consiglio regionale ha appena deliberato una legge fortemente impegnativa sul tema del doveroso equilibrio tra regioni della Salute e ragioni del Lavoro ed è in corso un tavolo nazionale per definire interventi strutturali di bonifica, la Magistratura tarantina interviene tardi e male.
Interviene tardi, a decine di anni di distanza dall’attivazione dello stabilimento Italsider, la lunga sedimentazione dei cui veleni è ampiamente alla base dell’inquinamento odierno.
Interviene male, negando anche l’uso degli impianti sequestrati, senza alcuna preventiva garanzia a favore di migliaia di famiglie che dall’Ilva traggono sostentamento, di fatto infierendo su un’economia cittadina, provinciale, regionale, nazionale già boccheggiante.
Nell’immediato, il Governo nazionale definisca un provvedimento d’urgenza che consenta all’azienda di continuare ad operare. Nel contempo acceleri le misure in fase di gestazione per rimuovere il più possibile le cause dell’inquinamento salvaguardando le ragioni del lavoro e dell’economia in genere, insieme a quella della Salute e dell’ambiente.
A tal fine non c’è più spazio per speculazioni di qualsiasi tipo, per protagonismi mediatici a spese degli altri. Neanche quella sacrosanta di chi dovesse ricordare che un Accordo di Programma per il risanamento dell’area-Ilva era stato già definito nel 2004, e c’è stato chi ha ritenuto di non doverlo realizzare, dirottandone i fondi.
È il momento della responsabilità per tutti. Noi ci siamo”.
A riferirlo il Consigliere regionale PdL Nino Marmo, Vicepresidente del Consiglio regionale.