Adozioni Congo: “Altri bambini pronti ad arrivare in Italia”
BARI - Sembra volgere al lieto fine la vicenda che riguarda i bambini della Repubblica Democratica del Congo regolarmente adottati da famiglie di vari Paesi, tra cui l'Italia, ma bloccati dal 2013 per sospetti sulle procedure di adozione da parte delle autorità di Kinshasa. Infatti, martedì il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha espresso la sua soddisfazione per questa buona notizia arrivata dall'Autorità della Repubblica Democratica che comunica di aver concesso ad ulteriori 66 bambini di ricongiungersi con le famiglie adottive in Italia.
“Il via libera dato dalle autorità della Repubblica Democratica del Congo è certamente una buona notizia – afferma il deputato Emanuele Scagliusi (M5S), da tempo a lavoro sul tema delle adozioni – Arriva purtroppo dopo tre anni di lunga attesa, causata da una burocrazia farraginosa che ha sospeso all'infinito la possibilità per decine di genitori di abbracciare i loro figli. Inoltre, ci sono altri 45 bambini ancora in attesa di adozione che mi auguro non vengano dimenticati e che presto possano, anch'essi, gioire insieme ai loro genitori adottivi. In questa battaglia a vincere è stata la loro tenacia e determinazione. Spero – continua il deputato 5 Stelle – che i genitori vengano al più presto contattati dalla CAI e invitati a recarsi in Congo per raggiungere e portare in Italia i loro bambini. Nella manifestazione di protesta del 20 gennaio scorso davanti a Montecitorio, ho visto volti stanchi, provati dalla lunga attesa, ma anche determinati a lottare ancora. Quella manifestazione che era stata vivamente 'sconsigliata' da alcuni enti autorizzati che invitavano i genitori a non scendere in piazza, per evitare tensioni con le autorità congolesi che avrebbero potuto ulteriormente ritardare l'arrivo dei bambini. Forse, invece, proprio quella manifestazione ha avuto un effetto positivo e propulsivo. Certamente, non ha influito negativamente sulla vicenda. Manifestare è un diritto dei cittadini e tale deve rimanere”.
Fa discutere la difformità delle informazioni tra il Ministero degli Esteri e la Commissione Adozioni Internazionali (CAI). Mentre il Dicastero della Farnesina parla di 14 bambini già autorizzati a metà febbraio e di 66 autorizzati in queste ore, la CAI nella sua nota di martedì ha parlato esclusivamente di 80 bambini autorizzati ieri. “Questo sarà motivo di una mia interrogazione in commissione esteri che questa mattina ho depositato alla Camera dei Deputati – avverte il deputato Scagliusi (M5S) – Durante la manifestazione del 20 gennaio scorso ho incontrato genitori che erano in attesa da 847 giorni. È necessario che il Ministro chiarisca, se già da metà febbraio questi bambini erano stati autorizzati, come mai si siano attesi ulteriori trenta giorni e per quali ragioni. Tutto questo è inaccettabile”.
Nei prossimi giorni in Commissione Giustizia si avvierà l'iter dell’indagine conoscitiva per una modifica della legge sulle adozioni. “È necessario in quella sede apportare modifiche alla legge del 1983 agendo soprattutto sulla CAI che dovrebbe coordinare il lavoro degli enti autorizzati. Non si potrà fare a meno di addentrarsi nel ginepraio degli accordi internazionali, dei minori che vivono fuori dalle famiglie d’origine, degli affidi e dei tribunali per i minori. Le nostre proposte – conclude Scagliusi – vanno nella linea di una semplificazione, trasparenza e snellimento dell'iter adottivo mantenendo salvo il principio di offrire ad ogni bambino che ne è privo, la possibilità di crescere in una famiglia”.
“Il via libera dato dalle autorità della Repubblica Democratica del Congo è certamente una buona notizia – afferma il deputato Emanuele Scagliusi (M5S), da tempo a lavoro sul tema delle adozioni – Arriva purtroppo dopo tre anni di lunga attesa, causata da una burocrazia farraginosa che ha sospeso all'infinito la possibilità per decine di genitori di abbracciare i loro figli. Inoltre, ci sono altri 45 bambini ancora in attesa di adozione che mi auguro non vengano dimenticati e che presto possano, anch'essi, gioire insieme ai loro genitori adottivi. In questa battaglia a vincere è stata la loro tenacia e determinazione. Spero – continua il deputato 5 Stelle – che i genitori vengano al più presto contattati dalla CAI e invitati a recarsi in Congo per raggiungere e portare in Italia i loro bambini. Nella manifestazione di protesta del 20 gennaio scorso davanti a Montecitorio, ho visto volti stanchi, provati dalla lunga attesa, ma anche determinati a lottare ancora. Quella manifestazione che era stata vivamente 'sconsigliata' da alcuni enti autorizzati che invitavano i genitori a non scendere in piazza, per evitare tensioni con le autorità congolesi che avrebbero potuto ulteriormente ritardare l'arrivo dei bambini. Forse, invece, proprio quella manifestazione ha avuto un effetto positivo e propulsivo. Certamente, non ha influito negativamente sulla vicenda. Manifestare è un diritto dei cittadini e tale deve rimanere”.
Fa discutere la difformità delle informazioni tra il Ministero degli Esteri e la Commissione Adozioni Internazionali (CAI). Mentre il Dicastero della Farnesina parla di 14 bambini già autorizzati a metà febbraio e di 66 autorizzati in queste ore, la CAI nella sua nota di martedì ha parlato esclusivamente di 80 bambini autorizzati ieri. “Questo sarà motivo di una mia interrogazione in commissione esteri che questa mattina ho depositato alla Camera dei Deputati – avverte il deputato Scagliusi (M5S) – Durante la manifestazione del 20 gennaio scorso ho incontrato genitori che erano in attesa da 847 giorni. È necessario che il Ministro chiarisca, se già da metà febbraio questi bambini erano stati autorizzati, come mai si siano attesi ulteriori trenta giorni e per quali ragioni. Tutto questo è inaccettabile”.
Nei prossimi giorni in Commissione Giustizia si avvierà l'iter dell’indagine conoscitiva per una modifica della legge sulle adozioni. “È necessario in quella sede apportare modifiche alla legge del 1983 agendo soprattutto sulla CAI che dovrebbe coordinare il lavoro degli enti autorizzati. Non si potrà fare a meno di addentrarsi nel ginepraio degli accordi internazionali, dei minori che vivono fuori dalle famiglie d’origine, degli affidi e dei tribunali per i minori. Le nostre proposte – conclude Scagliusi – vanno nella linea di una semplificazione, trasparenza e snellimento dell'iter adottivo mantenendo salvo il principio di offrire ad ogni bambino che ne è privo, la possibilità di crescere in una famiglia”.