Anche Pinocchio parla il dialetto barese


di VITTORIO POLITO - Vito Signorile, direttore artistico del Teatro Abeliano di Bari, ha anticipato la strenna per le imminenti feste con la pubblicazione per i tipi della Casa Editrice Gelsorosso di “Pinòcchie”, un classico della letteratura italiana di Carlo Lorenzini, meglio conosciuto con il nome di Carlo Collodi.

Il testo, che è stato tradotto in oltre 260 dialetti ha, finalmente, anche la cittadinanza barese che Signorile non solo ha tradotto e scritto nella nostra prima lingua, ma ha anche raccontato e interpretato i vari personaggi in un CD allegato, che facilitano la lettura e la comprensione del nostro dialetto. Insomma, una chicca aggiunta per gli amanti ed i cultori del dialetto di Bari.

I racconti, ovviamente adattati alla nostra lingua, sono scritti un elegante dialetto barese, facilmente leggibili e comprensibili, tenuto conto che non esiste un metodo o una grammatica condivisi su come scriverlo. Signorile nelle sue “Note sulla scrittura del dialetto” scrive che “L’esigenza che il dialetto possa essere letto da tutti impone di evitare accorpamenti di più consonanti all’interno di una parola per cui ho applicato due semplici accorgimenti, che non sono regole né ‘vangelo’ che molti si ostinano a voler imporre con autoreferenza, e spesso, arroganza, bensì dei semplici consigli per agevolare la lettura a chiunque”. Inoltre “Non ha alcun senso mantenere in vita termini arcaici desueti, ho utilizzato il dialetto che si parla oggi, sia nella scrittura e ancor più nella lettura”.

L'edizione della Gelsorosso è originale, in quanto, Signorile, non si è limitato a tradurre sic et simpliciter i racconti, ma li ha personalizzati, insomma un Pinocchio che vive a Bari.

Le illustrazioni sono dell’artista barese Laura Fusco, che ha calato Pinocchio in inedite ambientazioni: ritroviamo infatti il burattino che scruta l’orizzonte, alla ricerca del povero Geppetto, aggrappato ad un lampione del Lungomare di Bari o l’incontro con il Gatto e la Volpe sotto l’arco delle Meraviglie a Bari Vecchia. Signorile ha voluto, soprattutto, che la copertina fosse dedicata a una strada e a un gioco simbolici per Bari: la Muraglia e il “carruccio”.

L’intramontabile favola di Collodi torna dunque a rivivere grazie al “nostro dialetto”, che, com’è noto, possiede una musicalità e una ricchezza di vocaboli non trascurabile, tale da far diventare barese, dopo il “Piccolo Principe” (‘U Prengepine’ Gelsorosso), anche Pinocchio.

Le musiche che accompagnano i racconti nel CD sono di Davide Ceddìa.

Un audiolibro da non perdere assolutamente.

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