Omicidio Sarah, lo zio rinchiuso in cella di isolamento. Il fratello: "Suicidati"

TARANTO. E' rinchiuso in una cella del carcere di Taranto, in isolamento, Michele Misseri, di 57 anni, reo confesso dell'omicidio della nipote, Sarah Scazzi. Per l'uomo, domani, e' previsto l' interrogatorio di garanzia, trascorse le 48 ore dal fermo, scattato la sera di mercoledi', al termine del lunghissimo interogatorio presso la Caserma del Comando provinciale dei carabinieri, che ha portato alla scoperta del luogo dove era stata sepolta la 15enne di Avetrana.
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"DOLORE A 360°" - Intanto, l'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali della famiglia di Sarah Scazzi, descrive la situazione che si e' venuta a creare con la confessione dello zio della ragazza scomparsa.
"E' un dolore a 360 gradi per una tragedia e un omicidio maturati in famiglia", commenta Gentile.
"Noi abbiamo molto rispetto di tutti". Circa gli altri famigliari di Misseri, l'avvocato ha detto che si augura "che non sapessero, anzi siamo convinti che cio' non e' accaduto. Il ritrovamento del telefonino ha aperto uno squarcio. La signora Concetta (la madre di Sarah, ndr) ha avuto coraggio nel chiedere di indagare anche sul marito. Dopo il ritrovamento del cellulare anche lei ha cominciato a notare alcune contraddizioni nel racconto del cognato".
"Il ritrovamento del cellulare - ha aggiunto il legale - ci ha indotto ad affermare che la cerchia di soggetti che potevano aver intercettato Sarah era quella dei conoscenti e dei famigliari. Purtroppo abbiamo avuto la conferma e abbiamo avuto anche la conferma che Sarah e' morta subito. Il cellulare descrive una situazione che sembra uscita dalla penna di Dostoewski: mi viene in mente 'Delitto e Castigo'. Forse il cellulare - ha sottolineato l'avv. Gentile - e' stato il segnale del vuoto della coscienza".
Intanto lo choc è ancora palesemente tangibile ad Avetrana: la certezza che Sara è stata uccisa brutalmente dallo zio che poi ha abusato di lei, ha come paralizzato la citta'.
La comunita', settemila persone, si è stretta intorno alla famiglia, con in testa i compagni di scuola della studentessa quindicenne. La gente di Avetrana ha pianto e ha gridato la sua rabbia quando e' stato recuperato il corpo, "contro un delinquente. Uno zio - e' stato detto - non può uccidere una ragazza di 15 anni".

IL FRATELLO: DOVREBBE SUICIDARSI - "Se lo conoscevi avresti scommesso un milione di euro che non poteva essere stato lui": così Claudio Scazzi, fratello di Sarah, parla dello zio Michele Misseri, che ieri sera ha confessato di avere ucciso la nipote. Intervenuto a La vita in diretta il fratello di Sarah ha spiegato che per tutti quelli della famiglia "era impensabile che mio zio potesse fare una cosa del genere. Non c'è mai stato un segnale, mai indizi per immaginare una cosa del genere". "I primi giorni - ha proseguito ricordando i 42 giorni di incertezza - speravo che la sparizione di Sara fosse volontaria, credevo in una fuga" invece la madre "aveva intuito la verità", visto che aveva sempre sostenuto che la figlia non si sarebbe mai allontanata volontariamente. Claudio Scazzi ha anche raccontato che Sarah si era lamentata con la cugina Sabrina di alcuni atteggiamenti dello zio Michele nei suoi confronti. "Avevano litigato proprio su questo - ha detto - se l'avesse detto a noi e non alla cugina, non saremmo certo stati con le mani in mano". "L'unica cosa che dovrebbe fare quell'uomo - ha poi concluso duramente - è suicidarsi. In qualunque modo, basta che la faccia finita".

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