Sarah: spunta una nuova fune nella Opel Astra di Cosima Serrano
di Roberta Calò. Procedono le analisi scientifiche sulla Opel Astra di Cosima Serrano, la zia di Sara Scazzi indagata per l'omicidio della nipote uccisa e gettata in un pozzo lo scorso 26 Agosto. (leggi anche: Nuovo interrogatorio per Ivano Russo)
I Ris, corpo specializzato dei carabinieri, avrebbe isolato inizialmente una macchia scura sulla moquette del portabagagli su cui è stata posta l'attenzione per cercare di identificarne natura e paternità ; ora emerge come nuovo elemento: una fune di nylon lunga circa dieci metri ritrovata nel cofano posteriore della station wagon. Un primo esame del luminol non avrebbe rilevato tracce ematiche ma si attendono risutati più approfonditi prima di escludere l'oggetto.
Le indagini scientifiche proseguono di pari passo con gli interrogatori; si attende ora quello dell'ex commessa di Giovanni Buccolieri, un fiorario di Avetrana. La donna, ora residente in Germania, dovrebbe confutare o avvallare la testimonianza del suo ex datore di lavoro il quale aveva dichiarato di aver visto Cosima Serrano che costringeva la piccola Sarah Scazzi a salire sulla sua auto il giorno in cui sarebbe è uccisa. L'uomo aveva fornito questa versione dei fatti agli organi inquirenti confermando quanto aveva raccontato alla sua ex dipendente, alla moglie e ad un amico. Nei giorni successivi avrebbe ritrattato la versione dichiarando che avrebbe potuto trattarsi di un sogno. Ora l'uomo è sotto accusa per falsa testimonianza; gli inquirenti, invece, attendono un responso dal magistrato di Colonia a cui sono state inviate le domande da rivolgere alla teste.
Gli inquirenti infatti avevano disposto l'arresto di Cosima Serrano citandola anche per sequestro di persona; il gip Rosati, però, aveva rigettato la richiesta affermando che per tale accusa era indispensabile un corpo di prove maggiori. La Procura perorando nel suo intento ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame riproponendo l'accusa per il medesimo reato a Cosima Serrano.
Intanto gli avvocati Coppi e Marseglia, rappresentanti di Sabrina Misseri, la cugina della vittima conidagata con la madre per l'omicidio, hanno depositato presso in tribunale la richiesta di incidente probatorio per mettere a confronto la ragazza con il padre, Michele Misseri. I legali sostengono che è "indispensabile, prima che venga disposta la chiusura delle indagini preliminari, procedere ad incidente probatorio nel tentativo di ottenere finalmente da Michele Misseri la rappresentazione della verità e la spiegazione, che egli comunque non può non dare, di tutte le sue confessioni, ritrattazioni e ritrattazioni delle ritrattazioni spiegando come, quando e perché si sia indotto di volta in volta a rendere dichiarazioni fra loro non semplicemente contraddittorie ma addirittura contrapposte".
Tale linea difensiva era stata già adottata nei mesi scorsi quando il padre aveva chiamato in correità la figlia attribuendole la paternità del delitto. Il giudice per le indagini preliminari Martino Rosati ha fatto che sapere che a suo giudizio Michele Misseri è "una figura di secondo piano nel panorama istruttorio" e pertanto le sue dichiarazioni sono considerabili "se non del tutto irrilevanti ai fini della ricostruzione degli accadimenti, decisamente marginali".
L'opinione pubblica non sembra essere molto d'accordo con quanto sostenuto dal gip; crescono su Facebook gruppi dediacati a Sarah Scazzi e propio in uno di questi si legge "Bastardo non ti vergogni di malatrattare una ragazzina spero che morirai lentamente". Altri invece si scagliano contro la manipolazione madiatica adottata da tutti i componenti della famiglia Misseri: "Che orrore!!! di nuovo le donne di casa Misseri vogliono pilotare l'opinione pubblica! Valentina ha mandato al programma L'Arena di Giletti una lettera indirizzata a Concetta... Ma chi ci crede? Non hanno il minimo ritegno: se Sabrina è innocente che si faccia processare e lo dimostri l'avvocato! Basta coi giornalisti manipolati da questa famiglia!!! Vergogna".
In un mondo solo apparentemente virtuale quella che prende vita è una forma concreta di violenza verbale da parte di un'opinione pubblica stanca di assistere ad un caso mediatico trattato con le stesse modalità di una soap opera e desiderosa di giustizia e di verità .
I Ris, corpo specializzato dei carabinieri, avrebbe isolato inizialmente una macchia scura sulla moquette del portabagagli su cui è stata posta l'attenzione per cercare di identificarne natura e paternità ; ora emerge come nuovo elemento: una fune di nylon lunga circa dieci metri ritrovata nel cofano posteriore della station wagon. Un primo esame del luminol non avrebbe rilevato tracce ematiche ma si attendono risutati più approfonditi prima di escludere l'oggetto.
Le indagini scientifiche proseguono di pari passo con gli interrogatori; si attende ora quello dell'ex commessa di Giovanni Buccolieri, un fiorario di Avetrana. La donna, ora residente in Germania, dovrebbe confutare o avvallare la testimonianza del suo ex datore di lavoro il quale aveva dichiarato di aver visto Cosima Serrano che costringeva la piccola Sarah Scazzi a salire sulla sua auto il giorno in cui sarebbe è uccisa. L'uomo aveva fornito questa versione dei fatti agli organi inquirenti confermando quanto aveva raccontato alla sua ex dipendente, alla moglie e ad un amico. Nei giorni successivi avrebbe ritrattato la versione dichiarando che avrebbe potuto trattarsi di un sogno. Ora l'uomo è sotto accusa per falsa testimonianza; gli inquirenti, invece, attendono un responso dal magistrato di Colonia a cui sono state inviate le domande da rivolgere alla teste.
Gli inquirenti infatti avevano disposto l'arresto di Cosima Serrano citandola anche per sequestro di persona; il gip Rosati, però, aveva rigettato la richiesta affermando che per tale accusa era indispensabile un corpo di prove maggiori. La Procura perorando nel suo intento ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame riproponendo l'accusa per il medesimo reato a Cosima Serrano.
Intanto gli avvocati Coppi e Marseglia, rappresentanti di Sabrina Misseri, la cugina della vittima conidagata con la madre per l'omicidio, hanno depositato presso in tribunale la richiesta di incidente probatorio per mettere a confronto la ragazza con il padre, Michele Misseri. I legali sostengono che è "indispensabile, prima che venga disposta la chiusura delle indagini preliminari, procedere ad incidente probatorio nel tentativo di ottenere finalmente da Michele Misseri la rappresentazione della verità e la spiegazione, che egli comunque non può non dare, di tutte le sue confessioni, ritrattazioni e ritrattazioni delle ritrattazioni spiegando come, quando e perché si sia indotto di volta in volta a rendere dichiarazioni fra loro non semplicemente contraddittorie ma addirittura contrapposte".
Tale linea difensiva era stata già adottata nei mesi scorsi quando il padre aveva chiamato in correità la figlia attribuendole la paternità del delitto. Il giudice per le indagini preliminari Martino Rosati ha fatto che sapere che a suo giudizio Michele Misseri è "una figura di secondo piano nel panorama istruttorio" e pertanto le sue dichiarazioni sono considerabili "se non del tutto irrilevanti ai fini della ricostruzione degli accadimenti, decisamente marginali".
L'opinione pubblica non sembra essere molto d'accordo con quanto sostenuto dal gip; crescono su Facebook gruppi dediacati a Sarah Scazzi e propio in uno di questi si legge "Bastardo non ti vergogni di malatrattare una ragazzina spero che morirai lentamente". Altri invece si scagliano contro la manipolazione madiatica adottata da tutti i componenti della famiglia Misseri: "Che orrore!!! di nuovo le donne di casa Misseri vogliono pilotare l'opinione pubblica! Valentina ha mandato al programma L'Arena di Giletti una lettera indirizzata a Concetta... Ma chi ci crede? Non hanno il minimo ritegno: se Sabrina è innocente che si faccia processare e lo dimostri l'avvocato! Basta coi giornalisti manipolati da questa famiglia!!! Vergogna".
In un mondo solo apparentemente virtuale quella che prende vita è una forma concreta di violenza verbale da parte di un'opinione pubblica stanca di assistere ad un caso mediatico trattato con le stesse modalità di una soap opera e desiderosa di giustizia e di verità .
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CRONACA
