Bce vuole da Roma nuovo sprint riforme

ROMA. Riportare al centro del dibattito il capitolo concorrenza e delle liberalizzazioni per rilanciare la crescita. E' il nuovo diktat della Bce dove si guarda "con attenzione" alla spending review. Accorpare le province - secondo la Bce - "sarebbe l'unica, vera misura di taglio di costi della politica". Per conciliare il rigore con la crescita, l'Eurotower le sue proposte le già ha fatte. Non è un caso che da tempo Francoforte abbia avvertito che la via maestra per lo sviluppo è la più difficile da percorrere: non la spesa in deficit o la liquidità della Bce, ma le riforme, in mano principalmente agli Stati nazionali. Per farle - si ragiona all'Eurotower - occorre ritrovare quello spirito costruttivo dettato dall'emergenza che, con gli spread a livelli mai visti nei 12 anni dell'euro, lo scorso novembre aveva fatto nascere il governo Monti.
Oggi, infatti, "la sensazione - secondo quanto trapela - è che, finita l'emergenza, vi sia stato un po' di rilassamento e si rischi di perdere di vista lo spirito riformatore che animava la prima fase del governo". Sarebbe semplicistico, per gli uomini della Bce prendere in mano la famosa lettera, inviata dalla banca centrale lo scorso agosto al precedente premier italiano, e fare la 'spunta' delle misure attuate e di quelle messe in soffitta.