Amati: sull'interguppo giudizi cattivi e violenti
BARI. "A proposito d'intergruppo. E’ da qualche giorno che leggo commenti sull’iniziativa, ancorati alle deduzioni contenute in alcune indiscrezioni giornalistiche.I commenti oscillano tra la ragionevolezza, “attendiamo di capire di più”, e la liquidazione arbitraria. Sin qui nulla di strano, se non apprezzamento per chi avverte il desiderio di sapere e comprensione per chi parla senza avere elementi di valutazione nel merito.
Questa mattina, invece, le parole a commento si sono incappucciate con un po’ di cattiveria e violenza ingiustificate". Così Fabiano Amati sull'iniziativa del c.d. Intergruppo.
+ L'attacco del Pdl: Blasi cala da Marte e insulta tutti
"La sventura è capitata a Sergio Blasi, - continua Amati - segretario del partito in cui milito e in cui intendo militare con convinzione.
Blasi ha detto: “non capisco come la casta, in odore di putrefazione, non si renda conto dell’inutilità di certe iniziative”, “è tutta fuffa” e “intergruppi misti per produrre una spinta normativa riformista che mi sembra più da riformatorio …”.
Mi è sembrato di leggere la manzoniana donna Prassede, che “come diceva spesso agli altri e a se stessa, tutto il suo studio era di secondare i voleri del cielo: ma faceva spesso uno sbaglio grosso, ch’era di prender per cielo il suo cervello.”
Mi basta solo dire, - spiega - per ora e per rispetto nei confronti degli altri colleghi che hanno aderito e stanno aderendo al progetto, che l’intergruppo nasce proprio per evitare la cattiva abitudine del professionismo politico di giudicare ciò che non si conosce ancora, di decidere senza aver letto le carte e di appassionarsi alla manovra politica più che ai problemi della vita.
Il “corpo” dei giudizi “cattivi”, “violenti”, privi della virtù del dubbio, inscenati sul “so tutto io, e non sbaglio mai”, e peraltro organizzati sulla base di indiscrezioni giornalistiche, non è in putrefazione; le sue ossa sono contenute in un’urna il cui coperchio fu saldato in concomitanza con la fine del processo a Socrate, a perenne memoria di ciò che non andrebbe fatto.
Invito pertanto Sergio Blasi a sospendere il giudizio, chiedere in cosa consiste l’iniziativa, anche con una telefonata o rivolgendosi all’informato capogruppo Antonio Decaro, e poi, se possibile, ad aderire; conoscendolo ho la vaga impressione che potrebbe piacere anche a lui.
Se Sergio Blasi aderisse proverei soddisfazione, perché l’intergruppo si doterebbe della partecipazione del segretario regionale del mio partito; di quel partito cioè che almeno sulla carta è il più moderno partito di programma e che stenta purtroppo a superare nel rito della sua organizzazione l’impostazione del partito ideologico. Questo ebbe un senso plausibile sino alla fine degli anni ’80, riprodurlo oggi rischia di agevolare le “cattiverie”, la “violenza” verbale e la presunzione, dando spazio a nuove indiscrezioni giornalistiche che potrebbero ragionevolmente riferire malcelate e volgari lotte di potere, screditandoci ancora una volta", conclude Amati.
"La sventura è capitata a Sergio Blasi, - continua Amati - segretario del partito in cui milito e in cui intendo militare con convinzione.
Blasi ha detto: “non capisco come la casta, in odore di putrefazione, non si renda conto dell’inutilità di certe iniziative”, “è tutta fuffa” e “intergruppi misti per produrre una spinta normativa riformista che mi sembra più da riformatorio …”.
Mi è sembrato di leggere la manzoniana donna Prassede, che “come diceva spesso agli altri e a se stessa, tutto il suo studio era di secondare i voleri del cielo: ma faceva spesso uno sbaglio grosso, ch’era di prender per cielo il suo cervello.”
Mi basta solo dire, - spiega - per ora e per rispetto nei confronti degli altri colleghi che hanno aderito e stanno aderendo al progetto, che l’intergruppo nasce proprio per evitare la cattiva abitudine del professionismo politico di giudicare ciò che non si conosce ancora, di decidere senza aver letto le carte e di appassionarsi alla manovra politica più che ai problemi della vita.
Il “corpo” dei giudizi “cattivi”, “violenti”, privi della virtù del dubbio, inscenati sul “so tutto io, e non sbaglio mai”, e peraltro organizzati sulla base di indiscrezioni giornalistiche, non è in putrefazione; le sue ossa sono contenute in un’urna il cui coperchio fu saldato in concomitanza con la fine del processo a Socrate, a perenne memoria di ciò che non andrebbe fatto.
Invito pertanto Sergio Blasi a sospendere il giudizio, chiedere in cosa consiste l’iniziativa, anche con una telefonata o rivolgendosi all’informato capogruppo Antonio Decaro, e poi, se possibile, ad aderire; conoscendolo ho la vaga impressione che potrebbe piacere anche a lui.
Se Sergio Blasi aderisse proverei soddisfazione, perché l’intergruppo si doterebbe della partecipazione del segretario regionale del mio partito; di quel partito cioè che almeno sulla carta è il più moderno partito di programma e che stenta purtroppo a superare nel rito della sua organizzazione l’impostazione del partito ideologico. Questo ebbe un senso plausibile sino alla fine degli anni ’80, riprodurlo oggi rischia di agevolare le “cattiverie”, la “violenza” verbale e la presunzione, dando spazio a nuove indiscrezioni giornalistiche che potrebbero ragionevolmente riferire malcelate e volgari lotte di potere, screditandoci ancora una volta", conclude Amati.
Tags:
Politica locale