Sua Santità senza verità. La Chiesa all’anno zero

di Francesco Greco. All’ultima riga, chiudi “Sua Santità” (Le carte segrete di Benedetto XVI), di Gianluigi Nuzzi, Editore Chiarelettere, Milano 2012, pp. 326, € 16, libro aspro, appassionato, sorprendente, e grato a chi l’ha scritto, e chi l’ha consentito (“Maria”, un gruppo che vive in Vaticano, stanco di turarsi il naso, convinto di fare “una cosa buona e giusta” perché “l’ipocrisia regna incontrastata, gli scandali si moltiplicano”), ti chiedi: stanno rimettendo Gesù in croce? E provi per lui una grande, solidale tenerezza, e potessi, gli manderesti una e-mail: “Torna, e scaccia i mercanti dal tempio, la tua ‘vigna’ è invasa dalla perfida gramigna e tra un po’ i vitigni non daranno frutti”.
Ancora: da secoli cercano l’Anticristo nei continenti (Odifreddi?) e finanche nei pianeti, ma se gli 007 papalini scannerizzano le mura leonine, aureliane, insomma, zona Porta Sacra, rischiano di trovarlo davvero. Attenti, lettori: “queste denunce violano la consegna al silenzio e la disposizione al compromesso consolidate ormai nei secoli”, perché “gli scandali vanno gestiti e silenziati”, vi faranno venire i capelli bianchi: è accaduto a chi firma questa recensione: la capigliatura forte e scura ora è rada e grigia. Apriamo a caso: il governatorato è in rosso a causa di traffici più o meno leciti, affari più o meno privati. Per rimettere i conti a posto, nel 2009 Benedetto XVI chiama Mons. Carlo Maria Viganò “presule lombardo amante del rigore”, che in 15 mesi li riporta in nero formattando “situazioni di corruzione e prevaricazione da tempo radicate”, con un avanzo di 34 mln. Direte: lo fanno cardinale? Ci tiene tanto, poverino… Col cavolo! Lo sbattono negli Usa, a un’età veneranda, un malato da accudire e nonostante lettere commuoventi, e ben documentate.
Ancora a caso: Dino Boffo è veneto, dirige l’Avvenire, foglio Cei. Non ha l’aria particolarmente truce di tanti integralisti, anzi, nonostante la barba talebana è un bravo ragazzo. Estate 2009, da oltretevere un “corvo” inoltra una “velina” al “Giornale”, master in linciaggi ad personam. La accoglie un direttore spregiudicato, incazzato nero perchè si osa scrivere di Berlusconi vs Ruby nipote di Mubarak (minorenne?) e di “cene eleganti”. Feltri si cala i panni dell’angelo vendicatore e inizia una campagna di calunnie spacciando per gay il povero Boffo. In un momento in cui la Chiesa è sotto attacco, e quella Usa pare abbia sborsato 3 mld di $ per risarcire le vittime delle molestie, e scacciato centinaia di preti pedofili. E’ una bufala, lo ammetterà mesi dopo. Boffo scrive al Papa, qualcuno gli vuol male a San Pietro, sa chi è. Sarà riabilitato in stile bolscevico, andrà a dirigere Tv2000, emittente cattolica.
A caso: l’Europa intima all’Italia di togliere la franchigia Ici agli immobili della Chiesa, sennò avrà una sanzione retroattiva, che lo Stato pagherà per poi rivalersi sul Vaticano. Tremonti accorre e briga per una soluzione. Ma il Cavaliere, sputtanato urbi et orbi, novembre 2011, cade. Niente paura: il Vaticano modifica la legge per limitare i danni. Monti prima fa la faccia feroce, poi, febbraio 2012, la mette solo agli edifici religiosi con fini di lucro. Può fare altrimenti? Il suo governo è zeppo di chierici (Ornaghi, Passera, Profumo, Gnudi, Balduzzi). C’è anche una sacerdotessa: la Guardasigilli Severino. E’ noto: la Chiesa non fa politica. Vade retro, Satana! Concetti come laicismo, separazione dei poteri, i dettami fondanti dei Patti Lateranensi (da Mussolini a Craxi) a farfalle: da Stato confessionale, etico, talebano.
Il Vaticano gioisce per il compromesso. Col format del low profile finge di non sapere delle “cene eleganti”. Lealista più del Re, ha clonato l’archetipo berlusconiano dell’aggressione della magistratura: 105 indagini, 28 processi, 2560 udienze: fumus persecutionis, “anomalie non ravvisate dai giudici”. Relativizzata anche la giustizia. Solo quando la base cattolica si fa sentire (gennaio 2011) ecco il Cardinal Bertone: prima non era possibile, accusavano la curia di “ingerenza”. Chiede “moralità e legalità”, il “rispetto di valori come la famiglia”. La questione Ici è sistemata, Berlusconi è un “cane morto”, dorma pure con una ragazzina, al governo ci sono i “nostri”, via col vento verso il sol dell’avvenire.
Sfogliamo ancora. Il “figlioccio” del segrerario di Stato, Bertone (e Geronzi) è un ragazzo genovese, Marco Simeon, spigliato, “amico fedele” anche di Luigi Bisignani, piduista e piquattrista, che si adoperò, anni ’90, per “lavare” un po’ della maxi-tangente Enimont tramite lo Ior. Priore della Fondazione genovese “Magistrato di Misericordia”, la indebita. Cade in disgrazia? No, è pronto per Capitalia, poi Mediobanca, maturo per la Rai. Vende una villa ai Parioli e incassa 1mln e 300mila € di provvigione, anzi, “sterco”.
Quando incontriamo Vespa (Natale 2011, 10mila € per “la carità del Papa”, in cambio di un’udienza) e poi Gianni Letta, che ha molto da imparare da Acquaviva e non riesce a far assumere un papalino all’Ansa, derubrichiamo il tutto alla voce “sociologia”. Cose da Dagospia, come il Papa che fa cyclette, adora le “vergini ubriache” (un dolce) e della sua cucina (gliel’ha rinnovata una ditta tedesca) si occupano Carmela e Loredana, cielline di Puglia. Ah, non scrivete al Papa: Don George Ganswein, “l’ombra di Benedetto XVI”, decide quali lettere passare. Tedesco, 55 anni, salottiero alla Padre Ralph, un po’ italiano quando a Perugia, nel 2011, si rivolge alla casta: “Ci vuole un po’ di pulizia interna…”.
Carriere, affari, pugnali, veleni: Beautiful o un thriller-noir di Sergio Duma? Nuzzi demolisce l’icona di un Ratzinger rarefatto “teologo dogmatico lontano dagli affanni della Chiesa”, anche se si ha l’idea che regna ma non governa e la plasma sulla “tradizione” medievale (in quel tempo il denaro era “lo sterco del diavolo”) di simonia, corruzione, perversione, blasfemia. Secolarizzazione e pedofilia, paradossalmente mali minori rispetto alle patologie interne di cui soffre. Imminente il default a dire degli analisti: il vero terzo segreto di Fatima?