'A test in Sud': il festival letterario “contro la crisi”

di Luigi Laguaragnella. Si è svolto nel weekend dell’uno e due settembre ad Acquaviva nel palazzo De Mari il festival letterario “A testa in sud”, evento organizzato dal Comune di Acquaviva in collaborazione con l’associazione PugliaLibre e i Presidi del Libro. Le serate, animate dalla presenza di scrittori, accademici e uomini di cultura, erano incentrate su un tema attuale, ma analizzato sotto l’aspetto letterario, filosofico e comunicativo, dal titolo: Contro la crisi.

Discutendo proprio dal concetto di crisi come transizione epocale in cui ritrovare anche nell’instabilità, un’umanità più vera, nella serata di sabato, hanno presentato il nuovo numero di Incroci (edito da Adda), semestrale di letteratura, il poeta Lino Angiuli e Daniele Maria Pegorari, docente di Letteratura italiana contemporanea dell’Università degli studi di Bari. Nella loro rivista analizzano l’attuale tema tentando di ridare speranza, attraverso un’attenta analisi letteraria. Il filo conduttore dei loro incroci di articoli è infatti: “Crisi o Crisalidi?”

Sulla scia di questa domanda il dibattito serale ha unito il punto di vista filosofico e quello letterario: Michele Bracco, docente di filosofia e storia e Ferdinando Pappalardo, docente di Teoria e Storia dei generi letterari all’Università di Bari hanno approfondito il concetto di crisi a partire da un senso della realtà che sta cambiando e conseguentemente l’interpretazione di essa. I due studiosi intuiscono che una causa della crisi è la perdita, o meglio, lo smarrimento del linguaggio come strumento mal sfruttato nelle mani dell’uomo. Bracco parla di eccessive sovrastrutture, categorie che allontanano l’uomo dal linguaggio, anche se quest’ultimo, è un elemento insito nell’individuo. La crisi sussiste perchè si è rafforzato il pensiero ideologizzato, pieno di filtri (dalle parole di Marx “l’ideologia è rappresentazione falsa della realtà”) che allontanano dalle cose del mondo reale. Il rischio della manipolazione del linguaggio, anche attraverso altri supporti (come l’audiovisivo), potrebbe privare l’individuo degli strumenti necessari per decodificare la realtà.

Cambiando i linguaggi, stanno cambiando le visioni del mondo e la crisi è sinonimo di assenza di letteratura che parli della crisi stessa. Passando il discorso al prof. Pappalardo, di crisi si può parlare per la dilagante immaterialità contemporanea in cui le cose sì, esistono, ma tendono a non essere tattili, provocando l’autoreferenzialità. Un esempio è la finanza che sembra generi denaro non per favorire la produzione, piuttosto per altro denaro. Allora, anche se in letteratura si discute, oggi, di un ipotetico neo-neorealismo, la crisi risiede proprio nell’interpretazione. Una realtà fisica, corporea e, a volte, anche tragica esiste, ma manca un’ interpretazione che proietti l’analisi del reale a nuove direzioni, ad altri concetti. Occorre che si applichi la poetica del realismo, cioè affidare alla letteratura il compito di leggere quello sta morendo e quello che sta nascendo.

Il festival “A testa in sud” ha ospitato, inoltre, le incursioni di Silvestro Ferrara autore del libro “Supergiusti, supertosti, superveri. Alla scoperta dei supereroi fai-da-te” dell’editore Caratteri Mobili. Il giovane scrittore racconta, con ironia, del fenomeno dei supereroi, persone normali che vivono una quotidianità familiare e professionale come normali cittadini, ma, che colti da uno spiccato senso civico si trasformano in paladini della giustizia creandosi, con le loro stesse mani, maschera e personaggio. Di notte, allora, tra le strade delle città, difendono i cittadini dai criminali oppure si prodigano per sorvegliare giardini e centri commerciali. Non hanno superpoteri e non intendono assolutamente travestirsi dai veri supereroi i quali, magari hanno appassionato la loro giovinezza, attraverso la lettura dei fumetti. Eppure hanno una gran cura nel munirsi di tutti gli strumenti e armi fatte in casa per svolgere il loro compito di eroi.

Nel libro di Ferrara è elencata una lunga serie di eroi che credono nella loro missione di servizio alla loro città, esempi di senso civico. Tra le descrizioni delle maschere, degli abiti e delle avventure di questi uomini e donne, arricchite da una simpatica ironia che conduce il lettore in un costante sorriso sorpreso, emerge, soprattutto, che nonostante i difetti fisici e le loro acconciature strambe, questi supereroi applicano alla lettera, nella loro realtà, la lotta contro la criminalità, giungendo spesso a non far comprendere alle “reali” forze dell’ordine pubblico le reali intenzioni, trattandosi di persone che si calano totalmente nei panni di eroi mascherati e che, quindi, affrontano sul serio battaglie urbane.

Nell’ultimo intervento di “A testa in sud” due giovani blogger Andrea Sesta e Michele Marcon ( del blog Finzioni letterarie) hanno rappresentato e descritto pregi e difetti dell’eterna lotta contemporanea tra libro ed e-book e della crisi che si sta collocando nel mezzo di questi due supporti ostacolandone un’effettiva coesistenza cartacea-digitale che, in realtà, potrebbe far respirare il mondo editoriale, in continuo affanno, se solo al centro si mettesse come principio base la lettura.

“A testa in sud” ha dato e affrontato con contenuti validi un argomento estremamente reale, tentando anche di andare oltre il problema, fornendo al pubblico punti di vista e proposte che, se non sono una ricetta per uscirne, almeno delineano piccole vie d’uscita.