Dialetto sardo: il Tribunale di Sorveglianza di Sassari apre uno sportello di “limba” per comunicare con condannati e familiari

di Vittorio Polito – Con una legge regionale del 1997, la Sardegna ha decretato la “limba” – la lingua sarda – un bene fondamentale dell’isola,  stabilendone la pari dignità con l’italiano. Per cui la “limba” è entrata anche negli uffici giudiziari.

La giornalista Elena Laudante ha pubblicato il 4 ottobre 2012 sul quotidiano “La Nuova Sardegna” di Sassari una interessante nota a proposito del dialetto sardo, con la quale porta a conoscenza  che è stato istituito uno sportello presso il Tribunale per consentire a molti utenti, legati alle loro tradizioni ed alla loro lingua-madre, di potersi far comprendere agevolmente dagli altri trattando argomenti di “giuridichese” nell’unica lingua che conoscono, il dialetto.

In sostanza il Tribunale di Sorveglianza di Sassari ha presentato un progetto per l’apertura di uno sportello linguistico della “limba” per consentire a detenuti e condannati di colloquiare con tutti senza problemi.

L’allora ministro Paola Severino, su richiesta del presidente del Tribunale, ha subito concesso l’aiuto finanziario per avviare il servizio, affidato ad un esperto di “limba” che affianca il personale amministrativo. Il Consiglio dei Ministri ha provveduto prontamente a stanziare 9000 euro per la realizzazione del progetto che vedrà gli utenti meno fortunati della giustizia (detenuti e reclusi), affrontare agevolmente i problemi legati alla loro condizione.

In questo ambito sarà anche possibile interagire via mail con le istituzioni carcerarie alle quali i cittadini potranno rivolgersi per il disbrigo delle pratiche legate alla lingua sarda, anche in considerazione del fatto che l’uso pubblico della propria lingua trova tutela anche nella Convenzione europea dei diritti dell’Uomo.

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