Ritornano i 'Mercoledì con la Storia': 'I Normanni e le Crociate' al centro del dibattito


BARI - Si sono riaperti mercoledì 15 gennaio, presso la libreria Laterza di Bari, i Mercoledì con la storia. 

Gli incontri, organizzati dall’Associazione del Centro Studi Normanno-Svevi dell’Università degli Studi di Bari, si caratterizzano per il fatto che, nonostante il notevole spessore scientifico, non si rivolgono ad un pubblico composto solo, o principalmente, di specialisti, ma anche e soprattutto di appassionati che possono così approfondire aspetti della storia medievale con l’aiuto di esperti- i Mercoledì hanno ospitato, in passato, studiosi quali Giuseppe Sergi e Franco Cardini - avvicinandosi a temi di interesse culturale che riguardano da vicino il nostro territorio. 

I Mercoledì non sono la sola iniziativa culturale del Centro che si è segnalato, in passato, anche per altre interessanti proposte rivolte al pubblico fra le quali un corso di arabo. 

Infine il Centro, all’indirizzo http://www.storiamedievale.net/centrostudi/, ha una web-tv sulla quale si possono guardare in streaming i video di alcuni degli appuntamenti precedenti con la storia.
La conferenza inaugurale di quest’anno, sull’affascinante tema “I Normanni e le Crociate”, ha avuto come relatore Luigi Russo, ricercatore di storia medievale presso l’Università Europea di Roma e collaboratore di importanti riviste storiche, tra cui “Studi Medievali”e “Cristianesimo nella Storia”. Egli è inoltre redattore dell’“Archivio Normanno-Svevo”, oltre ad essere coordinatore scientifico di una Enciclopedia del Medioevo. È infine componente del CESN (Centro Europeo di Studi Normanni) di Ariano Irpino e dell’OUEN (Office Universitaire d’ÉtudesNormandes) di Caen. 

Il tema del rapporto fra i Normanni e le Crociate è interessante dal punto di vista storico perché, come molte pagine della storia medievale, ha dato luogo, nella tradizione storiografica, ad una serie di equivoci divenuti veri e propri miti che oggi gli studiosi si propongono di sfatare. 

Molte sono le distorsioni della storiografia a proposito delle Crociate, a partire dallo stesso nome che i contemporanei non usavano. Per designare le campagne alla volta del Santo Sepolcro si usavano altri termini quali “iter”, “peregrinatio”, “passagium”, “expeditio”.“Crociate” è una denominazione che si istituzionalizza, nella documentazione papale, solo nel XV secolo e deriva dallo spagnolo “cruzada” che indicava una tassa. 

Vi sono altri luoghi comuni da smentire: le Crociate non erano solo quelle dirette in Terra Santa; la litania, inesorabilmente riportata dai libri di storia, della loro numerazione (prima, seconda, terza Crociata etc.) corrisponde ad un tentativo di classificazione ex post, puramente convenzionale e, dunque, distorsivo; una mera convenzione, che deriva dal canone storiografico, è anche quella di ricollegare le singole campagne a grandi nomi di condottieri (ad esempio la terza Crociata a Riccardo Cuor di Leone). 

In realtà, come ha ricordato Luigi Russo, il canone storiografico, selezionando gli avvenimenti da tramandare, modifica la nostra percezione degli eventi: c’è uno scarto fra le fonti, cioè i documenti lasciatici dai cronisti del tempo, e la tradizione, formata dall’insieme delle opere storiografiche successive. 

Ne è un esempio l’Alessiade di Anna Comnena, figlia di Alessio I Comneno, imperatore bizantino al tempo della prima Crociata e fra le prime donne storiografe a noi note. 
Tale documento,già di un cinquantennio successivo ai fatti e dunque, per ciò solo, distante dagli accadimenti storici, ricorre,per ragioni encomiastiche –celebrare le imprese di Alessio I -,a ritratti a tutto tondo di grandi personaggi. 

E’ più verosimile che le Crociate rappresentassero un fenomeno di costume, una tradizione che riguardò famiglie, popolazioni e territori, non legata in modo particolare a singoli individui o a personalità di spicco. 

Alle moltitudini descritte da Anna Comnena (“un movimento di uomini e donne quale nessuno aveva mai visto prima”) partecipavano infatti anche donne e persone prive di esperienza militare.
Su un piano economico, come ha osservato Luigi Russo, le Crociate non erano un affare:Gerusalemme non era fra i centri commerciali più significativi (altri erano, in Medio Oriente, i mercati più importanti) ed i costi di una Crociata erano notevoli, pari a tre-quattro volte l’importo annuo di un feudo medio di un cavaliere. 

Si trattava dunque di un’impresa assai poco conveniente, nonostante, sul piano morale, conferisse grande prestigio a coloro che la affrontavano: secondo quanto narrano le fonti fu a causa della sua partecipazione alla prima Crociata che il condottiero normanno Boemondo, figlio di Roberto il Guiscardo, dopo aver conquistato la città di Antiochia, essere stato per due anni nelle prigioni turche ed aver fatto ritorno in Occidente passando per Bari, potè infine sposare Costanza, figlia del re di Francia. 

Lo stesso Dante, nella Divina Commedia, vanta la sua discendenza dal crociato Cacciaguida.
Oltre a sfatare alcuni miti sul Medioevo derivanti da alterazioni storiografiche, la conferenza ha gettato luce sui rapporti fra Mezzogiorno normanno e Terra Santa mettendo in evidenza come, in seguito ad una rottura di alleanze all’interno dei casati normanni, questi rapporti si siano, ad un certo momento, interrotti. La partecipazione alle Crociate era una tradizione familiare che si trasmetteva di generazione in generazione: questa tradizione non si instaurò al Sud. E’ questo, secondo Luigi Russo, il motivo per il quale le fonti riportano moltissimi nomi di persone che parteciparono alle Crociate partendo dall’Inghilterra, dalla Francia, dalle Fiandre e pochi dal Mezzogiorno, nonostante la posizione geopolitica di quest’ultimo e la maggiore vicinanza all’Oriente. 

Se è vero che i rapporti fra il Mezzogiorno e Gerusalemme si interruppero (Rizzitano ha parlato del Mezzogiorno normanno come di una “terra senza crociati”), sussiste però un singolare legame, ha affermato Luigi Russo, fra la città di Bari e il citato Boemondo, condottiero nella prima Crociata. 
Deve infatti essere superato l’errore storiografico in base al quale a costui è attribuito il titolo di principe di Taranto. Emerge invece dalle fonti come Bari fosse il suo principale centro di interessi prima di partire per la Crociata: a Bari egli teneva il sigillion- oggi conservato al Museo Nicolaiano - che, nel sistema amministrativo bizantino, segnava il centro dei possedimenti e in questa città portò in dono, al ritorno dalla Terra Santa, la tenda dell’emiro di Mossul contro il quale aveva combattuto durante la presa di Antiochia.

Molti sono, come si diceva, i miti sul Medioevo. La tradizione storiografica non aiuta a farsi un’idea dei fatti la più vicina possibile al vero, ma, spesso, li distorce o per ragioni propagandistiche – come nel caso della battaglia di Poitiers che, da “scaramuccia” di poco conto, come l’ha definita il medievista Lewis, è stata ingigantita dagli storiografi per ragioni politiche ed è diventata, nella tradizione successiva, la battaglia campale dell’Occidente cristiano contro i Musulmani – o perché lo storico, nel ricostruire gli avvenimenti, li filtra attraverso la peculiare “lente”costituita dalla sua soggettiva visione del mondo.

Si ripropone insomma, nello studio della storia, lo scarto kantiano, che riguarda in generale le possibilità umane di conoscenza, fra “noumeno” e “fenomeno”, cioè fra la realtà come è in sé e come appare a noi.

Un modo per eliminare questo scarto potrebbe essere quello di ricostruire i fatti partendo direttamente dalle fonti: eppure non è detto che queste consentano di attingere alla verità degli avvenimenti sia perché anch’esse riflettono la visione soggettiva dei cronisti dell’epoca sia perchè, come spesso accade, esse non sono altro che la trasposizione per iscritto di un discorso o di un racconto tramandato oralmente. In questo passaggio è inevitabile che molti dettagli, o per la fallacia della memoria, o a causa del fatto che alcune sfumature del discorso o del racconto si perdono nella narrazione per iscritto, siano alterati o perduti. 

Il prossimo incontro si terrà, sempre presso la libreria Laterza, mercoledì 29 gennaio alle ore 18.00 e riguarderà il tema “La caccia alle streghe. Origini, esiti, significati” (relatrice: Marina Montesano). 
Data la loro elevatissima qualità scientifica, queste conversazioni sulla storia medievale rappresentano occasioni davvero uniche per l’arricchimento culturale di ciascuno. L’appuntamento è dunque da non perdere.


(M.T.L)

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