Renzi, le riforme? Non sono per l'Europa

ROMA - Il premier Renzi in aula alla Camera alla vigilia della sua partecipazione al Consiglio Europeo, giovedì e venerdì a Bruxelles.

Renzi ha salutato e ringraziato Enrico Letta, presente in aula poi, ricordando il suo incontro di lunedì a Berlino con Angela Merkel, ha sottolineato come l'Unione Europea sia "rassegnata, pessimista e stanca". "C'è il rischio forte di un'affermazione di partiti populisti, la crisi potrebbe avvantaggiarli" avverte ancora Renzi in vista delle elezioni europee del 25 maggio.

Sul tavolo del vertice Ue - prosegue il presidente del Consiglio - ci sarà sicuramente la competitività "che riguarda non solo l'Italia ma tutta l'Europa". Un tema che "nel  nostro Paese era centrale anche prima della crisi finanziaria del 2008". Per Renzi l'Europa deve tornare a fare il suo ruolo di guida nella comunità internazionale, come insegna la crisi in Ucraina, che sarà al centro del Consiglio Europeo. Su questo punto il premier ribadisce la necessità di tenere aperto il dialogo, anche con la Russia.

Per quanto riguardano, invece, i temi italiani, il premier chiarisce che le riforme del suo governo "non sono una concessione all'Europa e che l'Unione non è un alibi, ma nemmeno una strega brutta e cattiva". Poi torna sul Jobs Act: "E' un'occasione per riflettere sui fallimenti del passato".

E sui tagli alla spesa pubblica il capo del governo ribadisce la sua linea decisionista e avverte le parti sociali: "Li decidiamo noi, come mamma e papà in famiglia" quando i soldi sono pochi e bisogna decidere dove abbattere la scure. Obiettivo, sostenere il ceto medio e rilanciare il lavoro, perché - sottolinea Renzi, "i numeri della disoccupazione giovanile gridano vendetta".

L'ex sindaco punta quindi ad arrivare con le carte in regola al semestre di presidenza italiana della Ue, che inizia il primo luglio: "Sarà l'Europa ad avere bisogno dell'Italia - puntualizza - se il nostro Paese supererà con velocità e coraggio i temi che l'hanno tenuta a terra in questi anni".