Libri: Storia di una famiglia ebraica berlinese a Bari

di Piero Fabris - La sana curiosità è la molla che spinge Pasquale B. Trizio a ricercare, anzi a investigare, tra le carte impolverate del passato. Ogni suo lavoro  inquadra e restituisce con chiarezza fatti della nostra gente, gente di mare,  accogliente, intraprendente e infatti sono note le sue pubblicazioni sulla storia del commercio marittimo nell’evo moderno e contemporaneo.
Questa volta l’autore con il testo: “La storia nascosta” (Gelsorosso editore pagg. 125 € 12,00) condivide, il frutto di una ricerca  che ci sembra lontana dai suoi interessi, le cui radici si trovano nell’infanzia dello studioso, nel ricordo di quando, da bambino, accompagnava la madre al cimitero e i suoi occhi si fermavano ogni volta sul nome:  “UHLFELDER”,  apposto su una fredda lapide, capace di alimentare la fervida immaginazione del fanciullo.

Questo lavoro è un servizio alla memoria,  ci restituisce un frammento del nostro passato ancor vivido in molti di noi. È uno spiraglio su fatti che vanno dal 1936  al 1946, capaci di illustrare la vita quotidiana di una famiglia ebraica berlinese che scelse l’Italia, come terra del proprio futuro, ma soprattutto è un'occasione per far tesoro delle esperienze del passato.

Queste pagine coinvolgenti ci permettono di riflettere sulla forza dell’Amore ininterrotto, inossidabile di Berthold, un avvocato e membro della corte d'appello di Berlino ed Elena sua moglie; un Amore grande e semplice, magari insignificante nell'ordine universale, eppur talmente forte, prezioso, da meritare di essere custodito, considerato come eredità, dono  per ogni nuova generazione. Questa storia esemplare,silente è il frutto della sistematica ricerca, della tenacia di Pasquale B. Trizio, figura autentica di storico e appassionato, che senza sosta, grande energia consulta archivi nazionali ed esteri, inseguendo instancabile, richiami che hanno dell’incredibile.

L’opera ci permette di comprendere cosa vuol dire: affannosa ricerca, quella che richiede onestà intellettuale e un “Sentire/Dovere” intenso, ovvero quella forte spinta a immettersi nei cunicoli della storia e ad andare sin dove i suoi rami lasciano cadere le foglie... fino a immettersi nella corrente ansiosa del sapere assetato di luce, sempre in bilico tra emozioni e delusioni per servire nel modo migliore la collettività.                
         
“Slacciai i legacci del faldone, aprii il  primo fascicolo e iniziai a girare....”  l'autore si ritrovò davanti a un nome familiare, davanti a una storia che andava spolverata, raccontata a questo nostro tempo, sempre affamato di straordinario e che invece può trovare nel quotidiano che ci circonda gli strumenti per costruire la vera piramide della bellezza. Ma queste pagine sono soprattutto una dichiarazione d’amore e di valori per la famiglia e sul culto dei defunti che vivono nei ricordi di quanti raccontano... narrano… trasmettono…
In brevi tratti, ma efficaci, descrivendo la madre, capace di affrontare la vita con  le sue avversità, ha illuminato l’orgogliosa fierezza di una generazione che nella  riservatezza e dignità è l’espressione migliore di un mondo dove la famiglia era il centro vitale dell’esistenza, il luogo ove trovare sostegno psicologico ed economico.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto