“BARI così” per Bizzarro e Levante Editori
di Vittorio Polito - Mi piace immaginare che il libro 'BARI così' viene pubblicato in questo mese per rendere omaggio a quel 'maggio barese' che è stato un esempio illuminato di quello che possono gli uomini quando, da spettatori e critici di ‘rango’, si trasformano in attori e registi senza aspirazioni da 'oscar', ma con il proposito di creare un momento di vera festa culturale per il popolo. Nel volume Rino Bizzarro prende in esame ventitre personaggi che hanno contribuito a fare di Bari una grande città e che in modo diretto o indiretto ha incrociato, incontrato, amato, ma, secondo l’esperienza accumulata negli anni dal vostro cronista, questi signori rappresentano tutti i 320.000 abitanti che sono e saranno il cuore pulsante di una 'metropoli' bella come poche altre città al mondo. Nonostante il campo di calcio abbia dato un verdetto sfavorevole Bari è una città da serie A, abituata a convivere con delusioni che hanno temprato la gente e speriamo anche i giovani, cui il futuro appare oggi diverso da quello che si erano immaginato.
Bizzarro non opera selezioni di merito o importanza, ma nel suo stile asciutto e, quasi umile, ci parla di uomini che ai suoi occhi apparivano ‘giganti’ per caratura morale e stile di vita. Rino non spreca parole o aggettivi, ma si limita a descrivere quello che i suoi occhi hanno captato. Molti personaggi sono famosissimi, ma molti sono sconosciuti ai più e io non mi sento di citarne, ritenendomi poco qualificato ad esprimere pareri avendo letto velocemente il libro una sola volta. Questo libro va letto e riletto perché è Storia, quella che non potrà mai essere smentita da docenti o studiosi perché l’autore non ‘dipinge’, si ‘limita’ a fare il muratore portando singolarmente i mattoni in un procedimento uguale per tutti: case di buona fattura, ma popolari perché questo prevedeva il progetto.
Ho scoperto che il nonno di Bizzarro era un funzionario del Comune di Bari che portava il nipote all’Angiulli, la mitica società sportiva barese. Oggi i nonni portano i nipoti alle scuole di calcio, dove, più che di calcio, si occupano di geometria con le continue richieste di ‘diagonali’, ecc. ecc. La mia non è la nostalgia di un uomo fuori dal mondo, ma la teoria, difficile da smentire, di chi pensa che tanto tifo poco urbano, cui oggi siamo abituati a ‘patire’, trovi origine nella mancanza di una sana cultura sportiva.
Una geniale trovata a cura di Gianni Cavalli, nella seconda parte del libro, ci fa conoscere in maniera minuziosa il Rino Bizzarro autore, regista, attore di teatro già famoso nel 1977 con recensioni e foto su ‘Panorama’ e ‘Corriere della Sera’. L’editore ha interpellato Michele Mirabella che, con una pagina breve e significativa, riconosce a Bizzarro una patente che il Nostro porterà sempre nel cuore e che riempie e giustifica un intero percorso di vita; Vincenzo Di Mattia che, con pagine pregne di cultura teatrale, individua in Bizzarro il talento che solo i grandi attori hanno e che solo pochi sono in grado di esprimere sulle tavole del palcoscenico; Francesco Bellino che, nel ricordare l’Amico degli anni giovanili, non manca di esaltare l’innocenza del poeta e conclude con una perla etica il suo intervento :..’Bizzarro porta i segni della teatralità, nella sua fisicità’; Daniele Giancane, nel suo intervento affettuoso e commovente, parla di una straordinaria amicizia e non fa niente per nascondere la sua totale partecipazione e dedizione alla causa dell’Amico; Egidio Pani, anche parlando dell’Amico Rino, non dimentica di essere un critico teatrale e ci snocciola notizie sul Cut Bari che sono di notevole importanza e forte della sua esperienza di funzionario e politico, è stato vice sindaco di Bari, ci parla di danaro pubblico, fondi erogati e di ‘furbi’ che… amavano la cultura; Francesco De Martino ci regala un saggio, che Bizzarro farà fatica a dimenticare, frutto della sua consueta capacità filologica, ma rivela anche doti di un umorismo che stento ad attribuirgli quando mette a nudo i ‘difetti’ di casa Levante relativi all’accoglienza; Vito Maurogiovanni – con questo personaggio la presunta imparzialità di Gianni Cavalli perde decisamente colpi, dal momento che è evidente che l’editore ‘stravedeva’ per il suo Amico-scrittore. Io stesso, in anni in cui ho aiutato Vito a correggere bozze dei suoi scritti, posso testimoniare che il ‘cantore barese’ interpellava Cavalli per ogni cosa ed, inoltre, sabato e domenica era sempre in azienda, anzi l’editore gli liberava un intero tavolo, cosa che non ha mai fatto con me, dove Vito era padrone assoluto. Qualsiasi cosa stesse facendo Gianni, Vito aveva la precedenza su tutto e tutti. Ricordo che una volta, dal momento che Vito non voleva farsi vedere da uno dei tanti frequentatori festivi di casa Levante, l’editore, pur di salvare l’Amico, andò con questo cliente-amico al bar, cosa normale per qualsiasi individuo, ma non per la famiglia Cavalli – è presente nel libro sia tra i personaggi di Bizzarro, sia tra quelli che l’editore ha chiamato per una testimonianza su Rino. Invito tutti a leggere quello che Maurogiovanni scrisse nel 1973 su un giovane poeta-attore di nome Rino Bizzarro.
In questi anni la nostra città è diventata sempre più 'impossibile': come tutti i grandi amori. Nel caso specifico, però, l'aggettivo 'impossibile' racchiude una storia che passerà di padre in figlio a testimoniare che quando si ama con il cuore è possibile che l'impossibile sia la più dotta dichiarazione di infinito amore.
La testimonianza di Mirabella, Di Mattia, Bellino, Pani, Giancane, De Martino, oggi tutti affermati nei loro rispettivi campi, dovrebbe far riflettere la miglior gioventù barese e spingerla ad osare perché da sempre i sogni 'impossibili' si realizzano con impegno e dedizione. Si possono realizzare in un qualsiasi altro posto del mondo, ma è importante che dovunque si vada si dica 'io sono di Bari', perché 'Bari così'... è.
Bizzarro ha messo sullo stesso piano uomini famosissimi e uomini, importanti, ma meno famosi, fedele a quel motto barese : 'Ogne bène da la tèrre vène', valido per tutti in tutte le stagioni.
Prima di chiudere, onde evitare di perdere l’Amicizia di Gianni Cavalli, devo ammettere che non è vero che l’editore ‘aiutava’ solo Maurogiovanni; io stesso se ho pubblicato quattro libri lo devo anche alla ‘pazienza’ con cui ha cercato di ‘consigliarmi’ in maniera rigida e senza ricercare visibilità. Mi dicono che da sempre non ha mai lesinato con tutti il suo tempo perché il prodotto libro venga discreto: quando mi ha fatto arrivare questo libro al telefono mi ha detto ti mando un’opera decorosa.
Carlo Fusca - il noto pittore che ha ritratto Vito Maurogiovanni per la copertina di ‘Come eravamo’, opera di cui Vito andava particolarmente fiero – che spesso accompagna con i suoi disegni le opere di Levante, è autore del disegno di copertina e lo troviamo più volte citato nel libro. Si direbbe un libro in famiglia – sono citato anch’io – per le famiglie: termine inteso nel senso più nobile e letterale.
Bizzarro non opera selezioni di merito o importanza, ma nel suo stile asciutto e, quasi umile, ci parla di uomini che ai suoi occhi apparivano ‘giganti’ per caratura morale e stile di vita. Rino non spreca parole o aggettivi, ma si limita a descrivere quello che i suoi occhi hanno captato. Molti personaggi sono famosissimi, ma molti sono sconosciuti ai più e io non mi sento di citarne, ritenendomi poco qualificato ad esprimere pareri avendo letto velocemente il libro una sola volta. Questo libro va letto e riletto perché è Storia, quella che non potrà mai essere smentita da docenti o studiosi perché l’autore non ‘dipinge’, si ‘limita’ a fare il muratore portando singolarmente i mattoni in un procedimento uguale per tutti: case di buona fattura, ma popolari perché questo prevedeva il progetto.
Ho scoperto che il nonno di Bizzarro era un funzionario del Comune di Bari che portava il nipote all’Angiulli, la mitica società sportiva barese. Oggi i nonni portano i nipoti alle scuole di calcio, dove, più che di calcio, si occupano di geometria con le continue richieste di ‘diagonali’, ecc. ecc. La mia non è la nostalgia di un uomo fuori dal mondo, ma la teoria, difficile da smentire, di chi pensa che tanto tifo poco urbano, cui oggi siamo abituati a ‘patire’, trovi origine nella mancanza di una sana cultura sportiva.
Una geniale trovata a cura di Gianni Cavalli, nella seconda parte del libro, ci fa conoscere in maniera minuziosa il Rino Bizzarro autore, regista, attore di teatro già famoso nel 1977 con recensioni e foto su ‘Panorama’ e ‘Corriere della Sera’. L’editore ha interpellato Michele Mirabella che, con una pagina breve e significativa, riconosce a Bizzarro una patente che il Nostro porterà sempre nel cuore e che riempie e giustifica un intero percorso di vita; Vincenzo Di Mattia che, con pagine pregne di cultura teatrale, individua in Bizzarro il talento che solo i grandi attori hanno e che solo pochi sono in grado di esprimere sulle tavole del palcoscenico; Francesco Bellino che, nel ricordare l’Amico degli anni giovanili, non manca di esaltare l’innocenza del poeta e conclude con una perla etica il suo intervento :..’Bizzarro porta i segni della teatralità, nella sua fisicità’; Daniele Giancane, nel suo intervento affettuoso e commovente, parla di una straordinaria amicizia e non fa niente per nascondere la sua totale partecipazione e dedizione alla causa dell’Amico; Egidio Pani, anche parlando dell’Amico Rino, non dimentica di essere un critico teatrale e ci snocciola notizie sul Cut Bari che sono di notevole importanza e forte della sua esperienza di funzionario e politico, è stato vice sindaco di Bari, ci parla di danaro pubblico, fondi erogati e di ‘furbi’ che… amavano la cultura; Francesco De Martino ci regala un saggio, che Bizzarro farà fatica a dimenticare, frutto della sua consueta capacità filologica, ma rivela anche doti di un umorismo che stento ad attribuirgli quando mette a nudo i ‘difetti’ di casa Levante relativi all’accoglienza; Vito Maurogiovanni – con questo personaggio la presunta imparzialità di Gianni Cavalli perde decisamente colpi, dal momento che è evidente che l’editore ‘stravedeva’ per il suo Amico-scrittore. Io stesso, in anni in cui ho aiutato Vito a correggere bozze dei suoi scritti, posso testimoniare che il ‘cantore barese’ interpellava Cavalli per ogni cosa ed, inoltre, sabato e domenica era sempre in azienda, anzi l’editore gli liberava un intero tavolo, cosa che non ha mai fatto con me, dove Vito era padrone assoluto. Qualsiasi cosa stesse facendo Gianni, Vito aveva la precedenza su tutto e tutti. Ricordo che una volta, dal momento che Vito non voleva farsi vedere da uno dei tanti frequentatori festivi di casa Levante, l’editore, pur di salvare l’Amico, andò con questo cliente-amico al bar, cosa normale per qualsiasi individuo, ma non per la famiglia Cavalli – è presente nel libro sia tra i personaggi di Bizzarro, sia tra quelli che l’editore ha chiamato per una testimonianza su Rino. Invito tutti a leggere quello che Maurogiovanni scrisse nel 1973 su un giovane poeta-attore di nome Rino Bizzarro.
In questi anni la nostra città è diventata sempre più 'impossibile': come tutti i grandi amori. Nel caso specifico, però, l'aggettivo 'impossibile' racchiude una storia che passerà di padre in figlio a testimoniare che quando si ama con il cuore è possibile che l'impossibile sia la più dotta dichiarazione di infinito amore.
La testimonianza di Mirabella, Di Mattia, Bellino, Pani, Giancane, De Martino, oggi tutti affermati nei loro rispettivi campi, dovrebbe far riflettere la miglior gioventù barese e spingerla ad osare perché da sempre i sogni 'impossibili' si realizzano con impegno e dedizione. Si possono realizzare in un qualsiasi altro posto del mondo, ma è importante che dovunque si vada si dica 'io sono di Bari', perché 'Bari così'... è.
Bizzarro ha messo sullo stesso piano uomini famosissimi e uomini, importanti, ma meno famosi, fedele a quel motto barese : 'Ogne bène da la tèrre vène', valido per tutti in tutte le stagioni.
Prima di chiudere, onde evitare di perdere l’Amicizia di Gianni Cavalli, devo ammettere che non è vero che l’editore ‘aiutava’ solo Maurogiovanni; io stesso se ho pubblicato quattro libri lo devo anche alla ‘pazienza’ con cui ha cercato di ‘consigliarmi’ in maniera rigida e senza ricercare visibilità. Mi dicono che da sempre non ha mai lesinato con tutti il suo tempo perché il prodotto libro venga discreto: quando mi ha fatto arrivare questo libro al telefono mi ha detto ti mando un’opera decorosa.
Carlo Fusca - il noto pittore che ha ritratto Vito Maurogiovanni per la copertina di ‘Come eravamo’, opera di cui Vito andava particolarmente fiero – che spesso accompagna con i suoi disegni le opere di Levante, è autore del disegno di copertina e lo troviamo più volte citato nel libro. Si direbbe un libro in famiglia – sono citato anch’io – per le famiglie: termine inteso nel senso più nobile e letterale.