Vini, 111 “seduzioni” in giro per l’Italia

di Francesco Greco - Il vino, questo sconosciuto. Destinatario di un affollamento semantico che riscrive di continuo una suggestiva etimologia. E' anche qui il fascino di un brand che traccia la storia dell'uomo, si sovrappone a quella dei popoli, marca un territorio, le sue sedimentazioni culturali e storiche e oltre alla vocazione agricola: racchiude odori, umori, sapori che solcano in profondo l'avventura umana.

Il vino scorre per festeggiare le vittorie di Alessandro, dei prìncipi greci sui troiani, nelle campagne di Cesare e Augusto, ecc. Racconta storie infinite, basta solo sedersi e saperle ascoltare. “111 vini italiani che devi proprio assaggiare” (Il libro dei sommelier ma non troppo...), di Fede e Tinto (a cura di Andrea Amadei, foto Rosa Tortora, Salerno 1991, progetto grafico Eva Kraskes), emons:, Roma 2015, pp. 240, euro 14,95, ne contiene appunto 111.

Federico Quaranta (Fede) genovese, Nicola Prudente (Tinto) pistoiese, conduttori di programmi in radio e tv, hanno adottato un algoritmo divulgativo, che ha consentito al vino di essere raccontato in modo frizzante e divertente, senza quel tono paludato, accademico, serioso che nuoceva un sacco al brand. Come dire: il vino si è sbarazzato di quell'aura quasi elitaria per farsi raccontare al popolo, perché tutti sono in grado di apprezzarlo e amarlo.

Ecco la compilation, selezione trasversale, ognuno se li può permettere: da pochi euro a 50, 100: bianchi, rossi, rosati, spumanti, moscati, da dessert, ecc. Schede analitiche esaustive, storie e leggende del terroir.

Dalle bollicine italiane del Trento Brut Giulio Ferrari (Trento, 1902) al Barolo Monfortino Riserva (“si fa solo nelle annate migliori”) di Monforte d'Alba (Cuneo), passando per il Cerasuolo d'Abruzzo Fonte Cupa “rosa corallo, con profumi di melagrane, lamponi, ciliege, violette...” del confine fra Abruzzo e Marche e il freudiano “Es” (Primitivo di Manduria) “puro istinto, passione sfrenata”. E poi il “corposo ed equilibrato” (Les Crȇtes, Val d'Aosta), la “complessità e finezza” del Moscato d'Asti Su Reimond; la “prodigiosa longevità” del Barolo Liste (Cuneo); l'”ambrato luminosissimo” del Ben Ryè (Trapani); il “rosso rubino scuro con riflessi porpora” del Bricco dell'Uccellone (Asti); i “tannini bilanciati a puntino” del Barbaresco Rabajà (Cuneo), i “profumi di salvia, menta, fiori bianchi, pesche gialle” del Moscato d'Asti La Caudrina (Cuneo); il “nettare avvolgente” del Pietra Sacra (Trapani); il “morbido e vigoroso” Barolo Bricco Rocche (Cuneo).

“Strutturato e avvolgente” (Roero Ròche d'Ampsèj, Cuneo); “morbido, fresco, tannini eleganti” (Zanna, Teramo); “color rubino con riflessi granati” (Nebbiolo Sorì Tildìn, Cuneo); “tannini dolci e vellutati” (Cagiòlo, Chieti); “sontuoso e di grande longevità” (Soldati La Scolca, Alessandria); “profuma di rose, spezie e vaniglia” (Barolo Cannubi, Cuneo); “grande corpo... caldo, morbido” (Montefalco Sagrantino, Perugia); “nettare dalla raffinatezza senza uguali” (Barolo Vigna Rionda, Cuneo); “struttura, dolcezza e acidità” (Bukkuram sole d'agosto, Trapani); “note balsamiche e terrose” (Barolo Villero, Cuneo); “nettare di grande carattere” (Rubesco, Perugia); “perlage sottilissimo” (Franciacorta Extra Brut, Brescia); “un vero portento con le carni rosse” (Montiano, Viterbo); “porpora con riflessi violacei” (Otello Nero, Parma); “In bocca è dirompente” (Mater Matuta, Latina); “profuma di crosta di pane” (Franciacorta Cuvée Imperiale, Brescia); “Abbinatelo a amatriciane o carbonare” (Romanico, Frosinone); “infinita persistenza” (Albium Pigato, Imperia); “salmastro con una lieve dolcezza” (Donna Franca, Trapani); “Eleganza, freschezza, mineralità” (Franciacorta Cà del Bosco, Brescia); “raffinato equilibrio” (Serra della Contessa, Catania); “giallo luminoso, con riflessi dorati” (Cervaro, Trapani); “si abbina a carne e formaggi” (Aglianico Il Sigillo, Potenza); “Si abbina a carni rosse alla brace” (Barbera la Maga, Pavia); “Musica per le papille” (Cabochon, Brescia); “goloso, di grande corpo” (Sfursat Nino Negri, Sondrio); “profuma di poetali di viola” (Avi, Rimini); “ampio, balsamico” (Bocca di Lupo, Bat); “sposo perfetto di un grande arrosto” (Arnaldo Caprai, Perugia); “freschezza sorprendente” (Terlano, Bolzano); “Elegante e raffinato” (Gravello, Crotone); “Sprigiona aromi di rosa” (Moscato Rosa, Bolzano); “splendida opera d'arte” (L'Apparita, Siena); “pura armonia” (Barthenau, Bolzano); “dolce e avvolgente” (Passito di Saracena, Cosenza); “setoso, molto equilibrato” (Volpaia, Siena).

Ancora: “Un manto rubino splendente” (Raccontami, Taranto); “potente e vellutato” (Rancia, Siena); “tra golosità e freschezza” (Don Luigi, Campobasso); “Rotondo e polposo” (Abtei Muri, Bolzano); “corpo e morbidezza” (Grattammacco, Livorno); “ricchezza di sfumature aromatiche” (Altemura, Brindisi); “sottili note speziate” (Cabernet Sauvignon Lafoà, Bolzano); “quasi misterioso, una forza incredibile” (Masseto, Livorno); “nettare rosso porpora” (Bue Apis, Benevento); “si abbina bene ai pesci” (Sanct Valentin Sauvignon, Bolzano); “potente, ma fine ed elegante” (Radici, Avellino); “sorso teso e sanguigno” (Poggio di Sotto, Siena); “morbidezza e freschezza” (Roggio, Ascoli Piceno); “Robusto, potente” (Asinone, Siena); “tannini morbidi e rotondi” (Ornellaia, Livorno); “profuma di fiori gialli appassiti” (Balciana, Ancona); “Al palato suadente e ricco” (Solaia, Firenze); “una miriade di profumi...” (Kurni, Ascoli Piceno); “limpido e intenso” (San Clemente, Pescara); “vino eterno” (Biondi-Santi, Siena); “tannini dolci e morbidi” (Pàtrimo, Avellino); “consistenza quasi cremosa” (Tramin, Bolzano); “bagliori verdolini” (Podium, Ancona); “profumato di miele grezzo” (Vigna di Capestrano, Pescara); “profuma di acqua di rosa” (Five Roses, Lecce); “mineralità e freschezza” (Planeta, Agrigento); “ricco di corpo e sapori” (Mirum, Macerata); “In bocca è pura seta” (Madame Martis, Trento); “riempie e soddisfa la bocca” (Costa d'Amalfi, Salerno); “colore oro intenso” (Villa Bucci, Ancona); “Morbidezza e longevità” (San Leonardo, Trento); “persistenza lunga e ben coordinata” (Gran Cuvée XXI secolo, Foggia); “Se Leopardi fosse ancora vivo...” (Ubaldo Rosi, Ancona): “avvolgente e morbido” (Lacrima di Morro d'Alba, Ancona); “esplosione di aromi” (Picolit, Gorizia); “nettare color d'ambra” (Gravner, Gorizia; “ed è subito mito” (Sassicaia, Livorno); “nettare sorprendente” (Trebbiano d'Abruzzo, Pescara); “Si abbina a gulasch e brasati” (Morei Teroldego, Trento); “golosissimo... tannini setosi” (Faro Palari, Messina); “morbido, carezzevole” (Montevetrano, Salerno); “vino eterno” (Giulio Ferrari, Trento); “Profuma di litchi” (Venica, Gorizia); “in bocca è morbido” (Mandrarossa, Agrigento); “sorso ricco e avvolgente” (Toros, Gorizia); “ottimo corpo e persistenza” (Tullum Pecorino, Chieti); “sorso cremoso, vellutato” (Marina Cvetić, Chieti): “vellutato e sinuoso” (Amarone, Verona); “morbidezza e una lunga persistenza” (Selvarossa, Brindisi); “potente, elegante” (Lis Neris Jurosa, Gorizia); “ricco e sinuoso” (Rosso del Conte, Palermo); “Si abbina a formaggi e legumi” (Capo Martina, Gorizia); “mineralità esplosiva” (Nanni-Cope, Caserta); “profuma di fiori di campo” (Soave Classico, Verona); “prodigioso, morbido, pulito” (Mazzano, Verona); “puro piacere” (Turriga, Cagliari); “estrema ricchezza di sensazioni” (Amarone, Verona); “profumi eleganti, minerali (Cartizze, Treviso)”; “solare ed emozionante” (Terre Brune, Iglesias); “si proietta in un finale senza tempo” (Amarone della Valpolicella, Verona); “Asciutto, caldo e ricco” (Contini, Oristano); “rosso corposo, ricco e strutturato” (Lupicaia, Pisa); “in bocca è morbido e minerale” (Poliphemo, Avellino).
Vini che, rammenta in prefazione Franco Maria Ricci (presidente e fondatore dell'associazione italiana sommelier) dicono la “grandezza di un paese primo al mondo nel vino della diversità, della moltitudine di vitigni il cui numero è maggiore della somma di quelli del mondo intero”. Perché, dicono Fede & Tinto “produrre buon vino è principalmente un atto d'amore” o, come dice il 28enne lodigiano Amadei “un platonico gioco di seduzioni”. Assai intriganti nel 2015, boom (vendemmia + 13%): anche i “nemici” francesi ammettono il nostro primato mondiale: consumi, vendite, qualità. Salute!

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