Altamura. Cava Pontrelli. Via all’esproprio. Forte: “promessa mantenuta”. Colonna: “trattativa privata camuffata da esproprio”

 di Roberto Berloco - Mancava un’ultima orma e ora c’è. Le saga di Cava Pontrelli, la pietraia contenente migliaia di orme di dinosauri al centro d’una vicenda vecchia di oltre quindici anni, sembra aver trovato un epilogo decisivo durante l’assemblea consiliare del 30 di Novembre scorso.

Con un punto inserito nell’ordine dei lavori solamente due giorni prima, la questione è così di colpo risorta dopo circa quattro mesi dall’ultimo episodio, quello che aveva visto il sindaco Giacinto Forte promuovere un accordo con l’impresa proprietaria per l’acquisizione del sito ad una cifra maggiore di quasi 200 mila euro rispetto a quella di 535 mila euro decisa all’unanimità dall’assise di piazza Municipio nell’Estate d’un anno fa.

La seduta novembrina è sfociata in una delibera d’intenti con la quale il Consiglio comunale, attraverso il voto esclusivo della maggioranza, chiede al Ministero per i Beni Culturali autorizzazione ad espropriare la zona della cava restante intorno alla paleosuperficie - quest’ultima, dove posano le impronte, è già suolo demaniale - con lo scopo di assumerla al patrimonio del Comune.

Il costo complessivo dell’operazione si conserva sostanzialmente quello della trattativa di Luglio con la proprietà. La differenza sta nella novità che la somma ulteriore a quella originaria approvata durante il sindacato di Mario Stacca, risulta ora improvvisamente frutto di una valutazione congiunta di Soprintendenza ai Beni Archeologici pugliese ed ente Parco dell’Alta Murgia.

Entusiasta Forte che ha dichiarato: “promessa fatta, promessa mantenuta”. E aggiungendo: “ad Altamura ci sono due fazioni: quelli che parlano e quelli che agiscono. In merito alla Cava dei Dinosauri diventano, di colpo, tutti bravi a parlare. Meno male che al governo ci siamo noi, perchè se ci fossero altre persone - quelle che parlano sempre, ogni giorno - questo bene di importanza mondiale sarebbe ancora lì, abbandonato. E invece no, siamo riusciti dopo sedici anni ad avviare l'esproprio”.

Sulla linea dell’Amministrazione anche il movimento culturale “Spiragli”, negli anni trascorsi fautore di una battaglia di sensibilizzazione affinchè questa particolare miniera di pietra passasse in mano pubblica.

“Sono felice” - dichiara Bartolomeo Smaldone, uno degli esponenti principali dell’associazione, anche se precisa: ”sarò soddisfatto il giorno in cui la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia darà piena attuazione alla delibera votata dal consiglio comunale di Altamura, portando a compimento la procedura espropriativa di Cava Pontrelli. Mi auguro che, a differenza di quanto accaduto in passato, tutte le forze politiche sostengano seriamente l'impegno assunto verso il sito paleontologico più importante al mondo”.

Il compiacimento espresso dal primo cittadino e quello con riserva manifestato dagli “Spiraglini” non sono stati però corrisposti dall’opposizione che, nell’occasione dell’adunanza dell’ultimo del mese andato, ha lasciato compatta l’Aula in segno di protesta, anzitutto per la spesa collegata al procedimento, non di poco superiore a quella preventivata inizialmente, ma non solo.

“Forte e la sua Maggioranza” - si spiega in un comunicato - “hanno riesumato la delibera del 14 Luglio 2014, amministrazione Stacca, con la quale il consiglio Comunale di Altamura manifestava l’interesse all’acquisizione dell’area ad un prezzo di euro 535.000,00 con un regalo in più di 167.000,00 euro, passando quindi da 535.000,00 euro (Stacca) a 702.000,00 euro (Forte), con una serie di irregolarità amministrative messe in evidenza proprio dai revisori dei conti e da noi consiglieri di minoranza che rischiano di compromettere l’intero percorso amministrativo”.

Una voce critica si è levata anche per conto della lista civica “ABC - Altamura Bene Comune”. In un testo a firma dell’ex consigliere comunale Enzo Colonna, l’atto espresso quindici giorni addietro viene definito una “trattativa privata camuffata da esproprio”.

“Con il provvedimento (quello della delibera del 30 di Novembre n.d.r.)” - si legge - “si sono impegnati ben 766 mila euro dei cittadini altamurani. Un’enormità frutto di una supervalutazione economica del tutto immotivata delle aree da espropriare e di “libere”, palesemente erronee, interpretazioni della normativa”.

“Abbiamo il timore” - recita, infine, una nota del “Partito Democratico” - “che la Corte dei Conti o altri enti di controllo possano, come successo in passato su altre transazioni poco chiare, far pagare conseguenze gravissime alle casse comunali e ai rappresentanti che l'hanno approvata”.

A fronte della deliberazione emanata s’attende ora la risposta del Ministero dei Beni Culturali anche se, al primo piano di Palazzo di Città, sembra dominare la convinzione di riceverne una positiva in tempi stretti.

Intanto, a sorpresa, più recentemente, Forte ha annunciato la prossimità di fondi per poco oltre un milione d’euro da parte dello stesso Ministero: serviranno per uno studio scientifico delle preziose tracce preistoriche, prima di intraprendere l’opera della loro tutela.

A questa somma, poi, sarebbe da aggiungere la dote di altri cinque milioni di euro rivenienti da fondi “P.o.n.” del quadriennio 2016-2020, ottenuti per il tramite della Soprintendenza. Infine un totale di un milione di euro da parte della Regione Puglia per aver portato a termine la procedura relativa al sito di Cava Pontrelli entro la fine di quest’anno.