Contro il terrore? “Disincanto e libertà per tutti”


di Francesco Greco - Se “Isis” è stata una delle parole più cliccate dell'anno passato, è segno che il mondo vuol capire le mille facce del Leviatano, le infinite teste dell'Idra. L'editoria intercetta quest'ansia di conoscenza e indaga un fenomeno che in poco più di un anno (è nata nel 2014) ha oscurato Al Qaeda, con cui non condivide nulla, né come strategia militare né come obiettivi geo-politici. “La guerra del Sacro” (terrorismo, laicità e democrazia radicale), di Paolo Flores d'Arcais, Raffaello Cortina Editore, Milano 2016, pp. 247, euro 15,00 (collana “I fili”), analizza il terrorismo di matrice religiosa (islamica) su basi storiche incardinate nel materialismo dialettico e l'idea di laicità che, innervata dai Lumi e dal pensiero positivista, impregna le rivoluzioni degli ultimi secoli e il pensiero dell'Occidente. Che pur attraversate da infinite contraddizioni, hanno dato vita a una coscienza “altra”, relativizzando l'idea di mondo, di storia e di uomo plasmato dai credi religiosi e le teocrazie.
Il caso, ch'è beffardo assai, ha voluto che questo bel saggio arrivasse in libreria nei giorni in cui assistiamo alla transumanza di mummie che intendono rafforzare una fede che vacilla sotto il maglio della secolarizzazione: da quella di San Pio a quella, possibile, di San Nicola in Russia. Un tuffo all'indietro nel Medioevo che dovette ricorrere alle reliquie (e ai roghi, la caccia alle streghe, ecc.) per non fa svaporare il cattolicesimo.

La tesi di fondo di Flores è che siamo immersi in una concezione “corrotta”, relativizzata del sacro, da un lato, e dall'altro assistiamo all'illanguidirsi dell'idea di laicità, che chiama “disincanto”. Da qui lo scontro dei fondamentalismi che si trasfigura in guerra di mondi, di civiltà. Politici, governi, leadership, intellighentsie assistono impotenti, fanno ammuina (“laicità intorpidita da incoerenze”), restringono le libertà individuali in senso autoritario, svuotano i granai per riempirli di Patriot: non si rendono conto della minaccia della “guerra santa a oltranza contro la laicità” che sparge sangue e terrore, ruba all'uomo dignità e libertà, mentre “il Dio denaro presiede al petrolio e alla Borsa”.
“L'opposto di laicità suona clericalismo. La negazione di un regime laico è un regime confessionale”. In certe pagine si percepisce l'orrore della Fallaci, che in tempi non sospetti levò alto il grido alla Edward Munch, avvertendo che l'Occidente e i suoi valori erano minacciati, a rischio estinzione. Fu presa per una Cassandra. 

Ora il pericolo di formattazione si ripropone, moltiplicato. Se lo combattiamo con le superstizioni, mandando in giro le spoglie dei santi, l'orizzonte si fa cupo.
Flores non crede all'Islam moderato e non trova differenze fra Bibbia e Corano: entrambi sono innervati dalle radici della violenza del pensiero integralista, “dogmatismo come fosse un sapere” insegnato a scuola. L'antidoto? “L'ethos laico egualitario-libertario diffuso in ogni fibra del corpo sociale”. Tertium non datur.