Bari, nasce il centro antiviolenza “Paola Labriola” dell’associazione Giraffah

di LUIGI LAGUARAGNELLA - Si è inaugurato presso la sede dell’associazione GiraffahOnlus il centro antiviolenza intitolato a Paola Labriola, la psichiatra uccisa da un paziente nel 2013.

L’associazione, già da tempo, è al fianco delle donne vittime di ogni tipo di violenza e l’idea di intitolare questo centro alla psichiatra che professionalmente e umanamente era sempre vicina ai bisogni, è un modo per ricordare che anche questo omicidio è da definirsi femminicidio. Ed è un tributo alle persone che giornalmente si recano sul proprio luogo di lavoro per svolgere la propria attività e dedizione, come è avvenuto per la dottoressa. Il medesimo spirito di sacrificio e attenzione a realtà drammatiche di cui il femminicidio rappresenta solo una delle tante violenze sulle donne è proprio dell’associazione Giraffah che ha ricevuto l’atto dirigenziale con cui viene iscritta all’albo regionale dei centri antiviolenza.

 La sede di via Napoli sarà ufficialmente un presidio di ascolto, di impegno nel territorio e con le istituzioni composto da donne che si pongono l’obiettivo di costruire buone pratiche per il bene comune.

Il centro è un servizio che avvicina le donne, le accompagna a denunciare violenze, abusi, molestie e ogni tipo di sofferenza e si inserisce con efficacia  tra i bisogni e le sofferenze. Apre strade al senso di solitudine e di silenzio in cui le donne tendono a cadere. Oltre a Maria Pia Vigilante, la presidente di Giraffah, hanno partecipato alla conferenza stampa il marito la cugina di Paola Labriola, Vito Calabrese e Michela Labriola che operano nell’Osservatorio Paola Labriola, nato per affrontare, approfondire i temi sulla violenza di genere. Il dato che sia stato commesso un caso di femminicidio sul posto di lavoro fa riflettere sulle attenzioni e sulle responsabilità anche delle istituzioni, dato che spesso proprio la dottoressa Labriola lanciava delle istanze raramente raccolte.

Il procuratore Volpe, nel suo intervento, elogia la presenza di tali realtà associative per la sensibilità che dimostrano dinanzi alle necessità  e poi perché hanno spostato l’attenzione delle istituzione verso le violenze sulle donne, precedentemente  troppo sottovalutate. C’è un’attenzione particolare con indagini specifiche negli episodi contro le donne. Poi loda l’impegno del centro antiviolenza e dell’associazione ritenendole indispensabili perché per un donna non è senza dubbio facile giungere all’atto di denuncia.

Alla conferenza oltre agli psicologi, al presidente dell’ordine degli avvocati Giovanni Stefani, sono intervenuti l’assessora Francesca Bottalico e il garante regionale dei diritti dell’Infanzia Rosy Paparella. L’assessora, per quest’altro tassello nel puzzle della solidarietà cittadina, vede in questo lavoro impegnativo molto coraggio. Coraggio che è insito in tutte le realtà che si interfacciano con la violenza, la sofferenza, il bisogno. E’ un coraggio che poi si tramuta in lavoro culturale, quello che punta a costruire e non distruggere vite. Rosy Pararella mette al centro l’esigenza della cura che non deve essere considerata come qualcosa da affiancare alla debolezza. Ma la cura è elemento di forza che aiuta invece a dar voce ai tanti silenzi di donne e bambini, anch’essi colpiti dalla violenza.

Il centro antiviolenza “Paola Labriola” prosegue e accelera il cammino intrapreso verso la tutela della donna da parte di enti e istituzioni. E’ una lunga battaglia per togliere gli stereotipi ed ecco che fondamentale è l’impegno nelle scuole, nelle realtà cittadine. Centri come questo devono essere presidi di accoglienza, ascolto, assistenza psicologica, legale, sociale per una rinascita.