L’UE apre alla Tunisia, “Difendiamo l’olio pugliese”

BARI - La plenaria di Strasburgo ha dato l'ok finale al pacchetto di aiuti d'urgenza alla Tunisia, che comprende il Regolamento che permette l'importazione di 35.000 tonnellate aggiuntive di olio d'oliva senza dazi nell'Unione europea. Il voto era stato sospeso il 25 febbraio, ieri il Coreper ha recepito gli emendamenti tecnici e comunicato che avrebbe adottato il testo che sarebbe passato oggi al Parlamento europeo. L'aula ha approvato con 500 sì, 107 no, 42 astenuti.

“500 voti a favore, 107 contrari, 42 astenuti: oggi l’Europarlamento ha deliberato un’apertura all’ingresso di olio tunisino in Europa che rappresenta una minaccia pesante per gli olivicoltori: sono affianco a tutte le organizzazioni e agli operatori agricoli che protestano contro questo colpo letale al vero oro verde, che è solo quello pugliese e italiano”. Il presiedente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, aveva già messo in risalto i danni per il settore olivicolo della decisione annunciata dall’UE. Ora Loizzo insiste nel sottolineare la “disapprovazione per un provvedimento che, sia pure con qualche modifica ad una versione ancora più penalizzante, ricade sulle spalle di una categoria che meriterebbe aiuti da Bruxelles, non certo aperture alla concorrenza”.

Il presidente condivide le preoccupazioni degli agricoltori. Di fronte alle notizie di un sì europeo all’importazione di 35mila tonnellate di extravergine tunisino, il Consiglio regionale pugliese aveva approvato ad ottobre un ordine del giorno che chiedeva agli europarlamentari italiani di non trascurare nessuno sforzo nel farsi  interpreti delle ragioni dei produttori olivicoli.

L’appello non ha conseguito risultati per il massiccio sì nell’Aula di Strasburgo. “Restiamo comunque impegnati – commenta il presidente Loizzo – a batterci per il nostro olio pugliese e per le ragioni dei nostri produttori e di tutta la filiera olivicola”.

OLIO TUNISINO, DISTASO: “IL DANNO AL NOSTRO EXTRAVERGINE SI POTEVA EVITARE! L’ERRORE E’ ALL’ORIGINE” - Dichiarazione del deputato dei Conservatori e Riformisti, on. Antonio Distaso. L’iter che autorizza l’ingresso di ulteriori 35mila tonnellate di olio tunisino, senza dazio, in Europa è iniziato il 17 settembre scorso con un accordo-aiuto con la Tunisia.

Questa premessa è essenziale per comprendere che quello che è successo oggi era un copione già scritto difficilmente modificabile in extremis. L’Italia, in modo particolare il ministro all’Agricoltura che oggi si dice contrariato, avrebbe dovuto far valere le ragioni del made in Italy, ma soprattutto difendere la nostra produzione di olio di oliva extravergine allora. A settembre. Sei mesi fa!

Il nostro leader Raffaele Fitto fu il primo in quei giorni a gettare il grido di allarme, a presentare un’interrogazione alla Commissione Europea, ma anche a chiedere al Governo italiano una mobilitazione trasversale e immediata per impedire che una vera e propria “colata” di olio africano travolgesse il nostro territorio a scapito dell’extra vergine di oliva.

Anche noi parlamentari dei Conservatori e Riformisti ci muovemmo in modo analogo con un’interrogazione urgente al Ministro all’Agricoltura, proprio perché consapevoli degli effetti non solo disastrosi dal punto di vista economico, per la concorrenza sul mercato di un prodotto ad un prezzo inferiore e di qualità non eccellente, ma anche sui consumatori italiani che potrebbero non essere sufficientemente informati sulla qualità e la provenienza dell’olio acquistato, soprattutto, attraverso i grandi marchi.

Tutto questo si consumava a settembre scorso sull’asse Roma-Bruxelles. Forse in tempo per poter modificare quanto meno il quantitativo dell’olio tunisino da far entrare in Europa o prevedere misure di sostegno alternative all’olivicoltura italiana, ma in modo particolare a quella pugliese.

L’Unione Europea è un’opportunità sulla quale noi Conservatori e Riformisti abbiamo scommesso più di altri, ma mai a scapito delle nostre eccellenze, che non possono essere penalizzate per colpa di un Governo nazionale che in Europa è totalmente ininfluente in tema Agricolo, ma non solo.

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