Olio tunisino, Casili: “Basta retorica. Iniziamo da controlli seri per combattere le truffe nostrane”

BARI - “La Puglia  non si lasci contagiare dalla questione dazi dell’olio Tunisino che tiene ancora banco e alimenta la retorica di chi fino ad oggi si è dimostrato poco attento a difendere le produzioni locali e i nostri produttori.” questo il monito del consigliere M5S Cristian Casili che prosegue la sua analisi con un appello diretto al ministro Martina: “L’Italia produce circa 410 mila tonnellate, ne esporta 330 mila e ne importa 500 mila.  E’  più l’olio importato di quello prodotto, segno che l’agroindustria olearia italiana gioca sporco già in casa nostra: spesso spacciamo come olio nazionale miscele di olio spagnolo, greco, turco, tunisino vendute a prezzi bassissimi. Il Ministro Martina farebbe bene se vuole difendere i fattori naturali, umani e ambientali del nostro Paese a definire procedure e controlli seri in casa nostra, solo così potremmo dire di difendere produttori, trasformatori e consumatori del miglior olio extravergine del mondo. L’agricoltura dovrebbe essere un progetto collettivo e territoriale, dobbiamo capirlo in fretta almeno noi in Puglia”.

Il consigliere pentastellato punta il dito contro “le importazioni di prodotti scadenti e sottocosto dall’estero: come ad esempio le tonnellate di grano, spesso contaminate da micotossine, che nulla hanno a che vedere con le nostre varietà tradizionali, mentre i latticini e i formaggi pugliesi vengono penalizzati dall’importazione di sottoprodotti del latte a basso costo”. Secondo Casili l’agroalimentare pugliese e nazionale “è ormai sotto attacco da diversi anni e spesso le denominazioni di origine (DOP, IGP, DOC, etc.) esistono solo sulla carta e anzi vengono sfruttate dalle agromafie che hanno creato un mercato criminale, quello delle frodi, che frutta più di 16 miliardi di euro”.

“A pagare - prosegue Casili - sono i nostri produttori onesti  schiacciati da costi di produzione elevati e da un mercato scorretto che li ha praticamente messi fuori gioco. La Puglia ha a disposizione 1 miliardo e mezzo di euro, una dotazione importante per il prossimo quinquennio del PSR 2014-2020 e non dobbiamo fare l’errore del passato di realizzare una spesa che è stata più quantitativa che qualitativa. Queste risorse - conclude - siano destinate agli agricoltori che vogliono investire in un progetto locale che valorizzi le eccellenze pugliesi attraverso forme di agricoltura che puntino a migliorare la qualità di vita delle aree rurali e delle nostre produzioni”.

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