Confartigianato, "a rischio le garanzie per il credito alle PMI"
LECCE - «Stiamo correndo un grave rischio: l’accesso al credito per le imprese salentine potrebbe restringersi ulteriormente». Corrado Brigante, presidente della cooperativa di garanzia «L’Artigiana», lancia l’allarme sulla situazione di preoccupante incertezza che grava sull’affidamento delle risorse in materia di garanzie a valere sulla programmazione regionale 2014-2020.
Basti pensare che, in tutta la Puglia, continuano a calare i prestiti alle imprese del territorio. I finanziamenti sono diminuiti di quasi un miliardo di euro in appena un anno. Per la precisione di ben 906 milioni di euro. In particolare, da febbraio 2015 a febbraio di quest’anno, lo stock dei prestiti è sceso da 21 miliardi 739 milioni euro a 20 miliardi 833 milioni. La flessione è del 4,2 per cento.
Cerca di andare in controtendenza L’Artigiana, che vanta circa 7.500 soci, un capitale sociale di 8 milioni di euro ed ha garantito 8 milioni di euro di finanziamenti nell’ultimo anno, con un totale impegni in essere pari ad oltre 37 milioni di euro. Sono cifre che esprimono l’importanza di una cooperativa che si fa carico, con successo, di gestire risorse pubbliche per erogare garanzie in favore delle piccole e medie imprese della provincia di Lecce.
«In questi anni – ricorda Brigante – il ruolo dei Confidi sul campo è stato fondamentale per arginare le problematiche di accesso al credito delle piccole imprese pugliesi. Ecco perché, in un quadro di crisi economica non ancora superata, in cui gli imprenditori faticano a trovare nelle banche il supporto necessario per agganciare i flebili segnali di ripresa, diventa essenziale mettere tutti i Confidi nella condizione di continuare a svolgere il proprio ruolo con il necessario slancio ed un’adeguata dotazione economica.
Tuttavia – prosegue il presidente – la Regione Puglia, in netta controtendenza con l’interpretazione largamente dominante a livello nazionale, si è fatta portatrice di una lettura normativa che mira ad escludere, anziché ad includere, un’intera categoria di soggetti, quelli non vigilati, dall’accesso alle risorse comunitarie.
Le oltre 20mila imprese che fanno riferimento al nostro sistema associativo rischiano di perdere un interlocutore privilegiato per utilizzare i fondi stanziati per l’obiettivo specifico 3.6 del POR 2014-2020, paradossalmente rubricato “Migliorare l’accesso al credito, il finanziamento delle imprese e la gestione del rischio”. Altrettanto paradossale – spiega il presidente – è che questa interpretazione minoritaria, disallineata rispetto alla riserva di legge prevista dal Testo Unico Bancario in materia di Confidi, finisca con l’escludere proprio quegli attori che vantano una consolidata e proficua esperienza locale, per aprire a soggetti di qualunque provenienza territoriale.
Come presidente di un’impostante cooperativa di garanzie, ribadisco con forza la necessità di rivedere tale posizione al fine di salvaguardare la piena operatività di un sistema così virtuoso. Un sistema che, improntato al principio della mutualità, non solo vanta un primato di profonda e diretta conoscenza del nostro patrimonio imprenditoriale, ma svolge anche un ruolo prezioso, oggi come non mai, nella riduzione dell’asimmetria informativa e della distanza tra mondo imprenditoriale e sistema bancario».
Basti pensare che, in tutta la Puglia, continuano a calare i prestiti alle imprese del territorio. I finanziamenti sono diminuiti di quasi un miliardo di euro in appena un anno. Per la precisione di ben 906 milioni di euro. In particolare, da febbraio 2015 a febbraio di quest’anno, lo stock dei prestiti è sceso da 21 miliardi 739 milioni euro a 20 miliardi 833 milioni. La flessione è del 4,2 per cento.
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«In questi anni – ricorda Brigante – il ruolo dei Confidi sul campo è stato fondamentale per arginare le problematiche di accesso al credito delle piccole imprese pugliesi. Ecco perché, in un quadro di crisi economica non ancora superata, in cui gli imprenditori faticano a trovare nelle banche il supporto necessario per agganciare i flebili segnali di ripresa, diventa essenziale mettere tutti i Confidi nella condizione di continuare a svolgere il proprio ruolo con il necessario slancio ed un’adeguata dotazione economica.
Tuttavia – prosegue il presidente – la Regione Puglia, in netta controtendenza con l’interpretazione largamente dominante a livello nazionale, si è fatta portatrice di una lettura normativa che mira ad escludere, anziché ad includere, un’intera categoria di soggetti, quelli non vigilati, dall’accesso alle risorse comunitarie.
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