Di Gennaro, Màttera e Sepe presentano il n. ½ 2015 del Massimario delle Commissioni Tributarie della Puglia

di VITTORIO POLITO — Archiviata la facile battuta che solo un cieco poteva servirsi di un motto “ognuno è artefice del proprio destino” per testimoniare la linearità di intenti della rivista, bisogna ammettere che lo staff del Massimario delle Commissioni Tributarie della Puglia si impegna, con encomiabile attaccamento e dedizione, a portare la giustizia tributaria, se non proprio a casa nostra, perlomeno fra la gente.

Appio Claudio il Cieco (350-271 a. C.), famoso politico e letterato romano di nobili origini - la gens Claudia -, ha legato il suo nome alla via Appia e all’Acquedotto Claudio, ma soprattutto per aver raccolto delle sentenze, desunte da fonti greche, che sono note sotto il nome di “Fabrum esse suae quemque fortunae” (Ciascuno è artefice della propria sorte).

A questo punto vale la pena ricordare - trattasi di leggenda da tutte le fonti riportate - che Appio Claudio divenne cieco per volere dell’ira degli dei che ritennero giusto punire la sua idea di unificare il pantheon greco-romano con quello celtico e quello germanico. Lo staff della rivista dimostra di non credere alle leggende: le norme tributarie, infatti, tutto sono meno che leggenda.

Il numero si apre quest’anno con le 41 foto a colori di tutti quelli che hanno contribuito alla stesura del n. ½ 2015 del Massimario delle Commissioni Tributarie della Puglia e questo già rende più gradevole l’impatto con notizie su reddito d’impresa, accertamenti, tasse d’auto, processi, spese, ricorsi, sentenze, notificazioni ecc.

Come giustamente scrive il direttore, Ennio Attilio Sepe, Presidente della Commissione tributaria regionale della Puglia e sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, nel suo saluto introduttivo, che è anche un commiato per limiti di età, anima della rivista da sempre è la dinamica dottoressa Mariella Di Gennaro, direttore tributario e organizzatrice e ‘smussatrice’ di ogni possibile ‘conflitto’.

Segnalo a tutti la lettura dell’intervento dell’avv. Alessio Màttera, giovane grintoso avvocato e funzionario regionale, che con giovanile entusiasmo e granitica preparazione professionale ringrazia a modo suo i collaboratori e i detrattori, con una classe che la dice lunga sulle difficoltà che una simile iniziativa ha incontrato e continua a incontrare. Alcuni tratti del viso dell’avvocato ricordano quelli della dr.ssa Di Gennaro: diciamo che sono fatti della stessa pasta lievitata da sana ambizione… parlando di lievito madre speriamo di non offendere nessuno. Levante editori difficilmente lascia a terra chi sale in carrozza: io vi sono salito e benedico il giorno in cui mi sono affidato a ‘cavalli’ tanto onesti, coscienziosi e lavoratori. Un miracolo italiano fatto di tanto sudore e caparbia determinazione.

Se mi consentono la ‘Catonata’, da non confondere con cantonata, gli amici del grande ‘censore’ voglio rispolverare una frase che ben si addice a tutti i protagonisti di questa splendida avventura editoriale: ‘La vita umana è come il ferro: se lo usi si consuma, se non lo usi ci pensa la ruggine a renderlo inservibile’.

Penso di aver utilizzato le stesse parole dell’avv. Màttera “… mi sia consentito di ringraziare anche i ‘detrattori’ e tutti quelli che, remando contro, ci hanno fornito la spinta a fare di più e meglio…” ho solo adoperato i termini del grande Catone.

Anche se stiamo parlando di tributi, materia che gli Italiani non amano, ritengo che simili iniziative testimoniano che quando giovani e meno giovani collaborino il nostro Paese smette i panni della ‘cenerentola’ e ridiventa quella macchina da gol che ci ha portato ad essere quattro volte campioni del mondo e fra poco due…