Emiliano: "Impegno della Puglia nell'antimafia sociale"

BARI - “Una giornata come questa è importante, perché coinvolge i presidenti delle regioni che hanno funzione programmatoria delle politiche di antimafia sociale. Esiste uno spazio politico immenso, che va a intervenire sulla cultura e sull’approfondimento scientifico”. Lo ha detto oggi il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al convegno “Contrasto alle mafie: gli strumenti nella dimensione istituzionale nazionale e regionale”, organizzato a Roma dalla Commissione parlamentare Antimafia.

Per Emiliano: “La sinergia con le Università è fondamentale per approfondire il fenomeno criminale. Uno degli aspetti sui cui siamo al lavoro è stimolare gli studiosi ad un approfondimento scientifico di questi fenomeni. Soprattutto perché ancora oggi c’è qualcuno che pensa che i nostri martiri di mafia in realtà se la siano cercata, secondo un ragionamento che “se tu esageri, è ovvio che la mafia reagisca”. Questa convinzione diffusa è un danno incalcolabile, soprattutto alle regioni del Mezzogiorno che vengono ancora descritte secondo luoghi comuni. C’è chi ancora pensa che tutti gli sforzi dei presidenti delle regioni del centro-sud di puntare su innovazione tecnologica, industrializzazione, infrastrutture per uscire dalla questione meridionale, in realtà siano una perdita di tempo. E che tutto sommato è la storia ad aver determinato i compiti delle varie aree del Paese ed è inutile opporsi. Certamente noi vogliamo continuare ad avere dentro di noi la speranza di tirare fuori il nostro paese dalla sottoutilizzazione delle aree del Mezzogiorno. Perché questo sud ha una capacità di reazione fortissima. In moltissimi campi abbiamo reagito alla crisi economica, abbiamo contrastato le mafie in modo compiuto, mi accorgo che persino la politica più contrapposta, su alcuni temi come la lotta alla mafia, collabora a prescindere”.
 
“I presidenti delle regioni sono come i sindaci – ha aggiunto Emiliano - per noi conta avere un progetto, una prospettiva reale e grande del paese. Siamo consapevoli che uno degli elementi che frena lo sviluppo economico italiano e che forse ne ha determinato il declino, in tutto il territorio nazionale, è la presenza di una criminalità organizzata, forte e influente, capace anche di rappresentarsi attraverso classi dirigenti dell’economia, della finanza - come ha detto la presidente Bindi - e da troppe persone importanti che non fanno argine.

È comunque lungo e importante il cammino fatto dal nostro Paese, che ha la legislazione antimafia più moderna, intelligente e sensibile. L’articolo 416 bis è strutturato in maniera geniale, perché descrive il fenomeno scientificamente, come una formula matematica. Ho visto delle proteste per l’utilizzo di questi strumenti previsti dal codice antimafia per altri reati che non hanno necessariamente natura mafiosa, al reato più odioso di tutti, la corruzione, che è quasi prodromico a quello mafioso. Nel senso che prima di arrivare all’intimidazione, all’assoggettamento e alla omertà, nella mia esperienza di magistrato, di sindaco, di presidente della regione, prima ti fanno capire che se ti corrompi, se accetti la prospettiva che ti viene richiesta, la tua carriera è più semplice.

Nei progetti di emancipazione del Mezzogiorno questo elemento non lo abbiamo sufficientemente utilizzato. Emancipare il Mezzogiorno significa costruire una classe dirigente che riesce a resistere alla corruzione e applica criteri obiettivi europei”.

“Come Regione Puglia – ha precisato - tanto abbiamo fatto: da ultimo, la decisione di finanziare le start up che derivano dal riutilizzo dei beni confiscati alla mafia, incentivando tali attività. Più in generale, abbiamo individuato una sezione della Regione che ha portato ad ordinarietà le attività di antimafia e anticaporalato, connettendole alle politiche migratorie. Questa sezione era guidata da un dirigente che collaborava anche con la Commissione parlamentare antimafia, Stefano Fumarulo, che purtroppo ha perso la vita. Sotto la sua guida ha fatto un lavoro strepitoso, grazie a una continua interrelazione tra tutti i soggetti della strategia di politica criminale.
Se avessimo uno schema generale nel quale regioni e comuni fossero in grado di sviluppare uno standard minimo di attività, scambiando buone pratiche e innovandole, individuando i LEG, livelli essenziali di giustizia, sarebbe forse più facile sostituire un dirigente come Stefano Fumarulo, e formare simili professionalità”.

Nel corso del suo intervento il presidente pugliese ha salutato con piacere l’approvazione del codice antimafia e sottolineato che “la lotta alla mafia non è come i cento metri, né si risolve dividendosi”. Ha inoltre ricordato che il 21 di marzo la giornata della memoria delle vittime di mafia si terrà a Foggia e ha invitato i governatori ad essere presenti. “Quella capacità di creare legami che la Puglia ha avuto – ha detto - ha indotto Libera a scegliere Foggia già prima dei fatti di San Marco in Lamis. Foggia è il simbolo della sottovalutazione della criminalità organizzata. Noi facciamo in Puglia le stesse cose che si fanno nelle altre regioni di mafia, con la metà dei magistrati. Questo vale anche per altri settori, sanità, trasporto, scuola. E ci facciamo bastare tutto, avendo una regione con i conti in ordine come dimostra il plauso della Corte dei Conti in sede di parifica”.

Concludendo il suo intervento Emiliano ha annunciato che: “Il 28 ottobre nel Teatro Petruzzelli le Nazioni unite celebrano la giornata mondiale dell’alimentazione e quindi parlano anche dello sfruttamento della manodopera e dei fenomeni di caporalato. Siccome Stefano Fumarulo si era distinto in questo campo, le Nazioni unite intendono ricordarlo anche in questa giornata italiana. Spesso l’opinione pubblica, quella quotidiana, non si accorge delle cose positive che accadono in Italia. Ma queste cose accadono e ci sono altri soggetti che non solo le osservano, ma vogliono aiutare a farle crescere. Tra questi soggetti c’è la commissione parlamentare antimafia che vuole aiutare il resto del mondo e spiegare, con uno sforzo enorme, questo fenomeno”.

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