L’ignoranza? È la chiave della felicità

di VITTORIO POLITO - Per ignoranza si intende la non conoscenza dei propri doveri, essere privo di istruzione e di educazione, essere impreparati o incompetenti, insomma è sinonimo di disinformazione e arretratezza.

Secondo Antonino Zichichi, fisico e divulgatore scientifico, “Il nemico numero uno dell’umanità è l’Ignoranza: un male perfettamente curabile”, ma l’ignoranza è anche la chiave della felicità, secondo una ricerca scientifica svolta dall’Australian National University secondo cui l’ignoranza renderebbe le persone più felici. “Solo l’ignoranza ci dona la vera libertà” ha spiegato Michael Smithson, docente alla Research School of Psychology.

John Lloyd e John Mitchinson, due giornalisti e scrittori britannici, hanno pubblicato alcuni anni fa, il curioso tascabile “Il libro dell’ignoranza” (Einaudi), un libro-gioco che svela le nostre false conoscenze. Un catalogo di tutti gli errori, i fraintendimenti, le cantonate che abbiamo sempre scambiato per pura verità. Il libro che svela tutta la nostra ignoranza in fatto di storia, geografia, scienza e cultura generale. Ed ecco alcuni esempi.

Sapevate che le marmotte possono uccidere l’uomo con la tosse? Ebbene questi animali, tossendo addosso a chi si trova nelle vicinanze, infettano pulci, topi e, infine, anche l’uomo. Parliamo di peste bubbonica e di marmotte che vivono nelle steppe della Mongolia. I camaleonti, invece, non cambiano colore per mimetizzarsi con lo sfondo, ma il mutamento di colore è dovuto a stati emotivi diversi e che solo per puro caso assumono il colore che sta loro vicino. Marco Polo (1254-1324), non è nato in Italia, ma in Dalmazia, al tempo Protettorato veneziano. La ghigliottina, che tutti crediamo essere nata in Francia, in realtà è stata utilizzata per la prima volta ad Halifax, nello Yorkshire, e che tra il 1286 e il 1650 furono giustiziate non meno di 53 persone. Solo nel 1789, il medico Joseph Ignace Guillotin (1738-1814), propose all’Assemblea Nazionale Francese un nuovo progetto di riforma del sistema penale, che dopo varie modifiche fu perfezionato e approvato.

Aristotele elencò per primo i 5 sensi che tutti conosciamo (vista, udito, gusto, olfatto e tatto), ma pare ci sia un accordo generale per almeno altri 4 sensi: la termocezione (senso del calore sulla nostra pelle); il senso dell’equilibrio (determinato dalle cavità piene di liquido dell’orecchio interno); la nocicezione (percezione del dolore attraverso pelle, articolazioni e organi corporei), e infine la propriocezione (o consapevolezza del corpo). Si tratta della conoscenza inconscia di dove sono le parti del corpo senza poterle vedere né toccare.

Di che colore è l’acqua? Siamo tutti concordi nell’affermare che non ha colore ed è limpida. Sbagliato! L’acqua è azzurra, anche se con una sfumatura pallida. Basta vedere l’acqua in una piscina dal fondo bianco e ne avrete la conferma. Le gobbe dei cammelli, contrariamente a quanto sappiamo, non contengono acqua, ma grasso che funge da riserva energetica. L’acqua, invece, è immagazzinata lungo il corpo e nel flusso sanguigno, permettendo loro di evitare la disidratazione. Chi sostiene che lo struzzo infila la testa sotto la sabbia per difendersi, sbaglia di grosso. Se lo facesse, soffocherebbe. È reale, invece, che se in pericolo, scappa, come qualsiasi animale con un po’ di sale in zucca!

Infine una curiosità sui Re Magi. Quanti erano? Tre? Sbagliato. Si contano da 2 a venti, ma è possibilissimo che fossero 4 e che uno di loro, senza regalo perché i negozi erano chiusi, si unì al “collega” che aveva l’incenso. Nel Vangelo di Matteo non è mai menzionato il numero dei Magi. Fu soltanto nel VI secolo che fu stabilito il numero standard di tre.

Numerosissimi altri esempi danno la misura della nostra “ignoranza”.

Mi piace chiudere con Socrate che sosteneva: “È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza”.

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