Libri: vedi alla voce cover

di FRANCESCO GRECO - Vedi alla voce “cover”. E scopri un mondo d’insospettata bellezza, una ricchezza semantica che lascia senza parole. Un viaggio nel viaggio della musica che la cover contiene. Noialtri profani conoscevamo solo quelle diciamo così classiche: la mucca dei Pink Floyd, i diamanti dei Beatles e qualcun’altra che vestiva i famigerati LP in vinile dell’altro secolo che, corsi e ricorsi, sono tornati nei negozi carichi di fascino (oggi i dischi escono sia in cd che in vinile).
 
Roberto Angelino (giornalista di “Oggi”, poi vicedirettore di “Gente”) ha avuto un’idea geniale, che farà felice chi c’era, chi se le ricorda e magari le conserva ancora (la meno pregiata vale 250 euro) e chi invece ne ha solo sentito parlare.

Trasversale dunque alle generazioni: perché non allinearle tutte, spiegandone l’estetica, il background, la storia? Che ampia e integra il messaggio delle canzoni, delle tracce? Detto, fatto.

Ecco allora “Cover Story” (Le più belle copertine dei dischi italiani), Vololibero Edizioni, Milano 2018, pp. 190, euro 25, 00, con una dotta prefazione di Luciano Tallarini (art director, “ mago” delle copertine), sostanziosa come un saggio ben articolato, che spazia su vari livelli cognitivi, estetici, artistici.
 
Più di 150 cover di cui poco e niente si sapeva, che spesso portano la firma di grandi artisti, e che talvolta sono vere e proprie opere d’arte che hanno deciso (o almeno contribuito) il successo di un disco. 
 
Ognuna racconta una storia densa di aneddoti curiosi, gustosi retroscena e sorprese a ogni pagina.
Dalla carta d’identità di Bertoli di “Eppure soffia” alla vecchia foto (1901) degli antenati di Guccini in “Radici”. C’è anche il baby scimpanzè del 20mo lavoro di Mina (idea di Tallarini).
 
E che dire dell’utilitaria in b /n de “In viaggio” di Fabio Concato, che portava una famigliola felice nel boom economico postbellico dell’auto e il frigo a rate e un mese di vacanze al mare?
Stessa famigliola felice sul prato inondato di sole di Battisti di “Anima latina”, 1974: uno snodo fra gli anni felici e spensierati (durano fino a “Una donna per Amico”, 1978) e poi quelli di piombo che stavano per cominciare.
 
Carino anche il ragazzino Battiato color seppia, in giacca e cravatta di “Fisiognomica”. Il filosofo era già in progress, lo si vede dalla cartina dell’emisfero celeste australe alle spalle e dal sorriso da sfinge magno-greca…
 
Un libro pieno di avventure emozionanti, come un viaggio in cui non sai dove andrai e chi saranno i tuoi compagni nello scompartimento. Da non perdere, anche come strenna di fine anno. 

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