Da Stoccolma a Hong Kong una sola preghiera: "Salviamo la Terra"

di LIVALCA - Fin da quando il famoso pittore Apelle tirava ogni giorno qualche linea con il suo pennello («Nulla dies sine linea», Plinio) il mondo nuovo, o presunto tale, ha continuato ad essere una grande locanda in cui entrare, mangiare, riposarsi e ripartire… poi è giunta lei, Greta Thunberg da Stoccolma, che ci ha spiegato che lo stato generale, in sintesi la salute,  della locanda necessita di interventi non più rinviabili. 

Valentina Giannella, giovane giornalista italiana che vive a Hong Kong, messa alle strette da domande specifiche dei suoi figli, ha deciso di pubblicare un originale, dettagliato e completo  libro sul fenomeno della ragazzina svedese: «Il mio nome è Greta» (Centauria srl, Milano, 2019), avvalendosi di splendide illustrazioni di Manuela Marazzi, una botanica e naturalista napoletana molto nota nell’ambiente.

La Giannella è nata a Milano da padre nativo di Trinitapoli, giornalista e scrittore che  ci ha abituato spesso ad operazioni di ‘salvataggio’ artistico intellettuale (Operazione salvataggio, gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre, Chiarelettere, Milano,2014),  che la deve avere influenzata non poco su quali siano le ‘operazioni’ da intraprendere nel corso della vita,  tanto è vero che  la signora può essere considerata una cittadina del mondo e ha trovato il tempo e la voglia di fondare, con una socia, una dinamica agenzia foto giornalistica e una società di consulenza editoriale per le imprese italiane che vogliano espandersi in Cina.

Divagazione pilotata: in  questi giorni esce un volume fuori commercio a cura di Dario Cianci e Santa Fizzarotti Selvaggi dal titolo «Il mosaico della felicità. Biodiversità tra scienza, arte e poesia» ( Levante editori, Bari, 2019), da cui si evince che questi temi sono stati anche trattati in passato, ma sono rimasti ‘lettera morta’, come spesso avviene in tutto il mondo, perché disturbano il nostro vivere quotidiano.  Lo scienziato professore Cianci è scomparso qualche anno fa, ma questo libro, nel rendergli omaggio, puntualizza una verità cui tutti dovremmo attenerci.  Dice Dario Cianci : « Una sfida  della comunità scientifica è la ricerca dei raffinati meccanismi che avrebbero determinato le prime forme di vita sulla Terra.  Le argomentazioni ideologiche , filosofiche o teologiche non possono sostituire la base empirica per dimostrare che hanno ragione gli evoluzionisti o i creazionisti. Senza pregiudizi e preconcetti, il modello che si adatta meglio ai reperti che saranno resi disponibili deve essere accettato come il più plausibile. E’ consentito anche agli scienziati di dedicarsi alla religione o alla filosofia; ma che tutti sappiano che non parlano da ricercatori, ma da credenti o filosofi».

Divagazione libera: queste svedesi le studiano tutte per restare in primo piano.  Per la generazione mia e del padre di Valentina  - il famoso Salvatore (nomen omen) specializzato in ‘salvataggi’- le svedesi erano un mito per il loro modo disinvolto di vivere ( per piacere femministe sono stato in una classe al liceo in cui eravamo 6 ragazzi e 26 ragazze e tutto è filato liscio nel  pieno rispetto e amicizia ) e non  ci riesce difficile comprendere come  questa determinata ragazzina sia riuscita un venerdì di un giorno qualsiasi a far scendere per strada due milioni di persone che si ispirano ai valori della Green Nation ( scienza, giustizia e impegno).

Pensate mezzo secolo fa in  azienda i nostri collaboratori davano del ‘fissato’ (licenza più che poetica…filiale) a mio padre perché esortava a spegnere le luci una volta terminato il turno di lavoro e a non sprecare l’acqua quando si lavavano le mani ¬- il genitore invitava tutti, giornalisti compresi,  a consultare un testo utilissimo  curato dal professore Giorgio Nebbia  «Il problema dell’acqua» (Cacucci 1969) ¬¬-  e oggi sono i  nipoti di quei signori che ci pregano di porre rimedio allo ‘scempio’ messo in atto da una parte considerevole dell’umanità.

Il volume di Valentina Giannella ci spiega con efficace semplicità che quello che oggi chiamiamo effetto serra  - leggendo la spiegazione del libro ritengo di aver compreso anch’io il fenomeno e quindi penso di essere in grado di spiegarlo al mio nipotino - era stato scoperto nel lontano 1824 dal fisico francese Fourier, in sostanza gli scienziati avevano percepito che nel tempo la temperatura sulla Terra sarebbe aumentata. 

Il capitolo denominato cambiamento climatico mi ha sconvolto, specialmente quando analizza il  tempo che abbiamo a disposizione per rimediare. Non so perché ma mi è venuta in mente una semplice frase di Papa Francesco: «Stranamente, non abbiamo mai avuto più informazioni di adesso, ma continuiamo a non sapere cosa succede» che fotografa in maniera acuta quelle che sono le nostre mancanze e i nostri ritardi.

Nel capitolo dedicato alla ‘resilienza’ (la capacità che hanno i territori di resistere ai fenomeni naturali) ho trovato molte situazioni che da anni  illustra e denuncia il meteorologo Luca Mercalli: « La crescita è lenta, la rovina è rapida», «I modelli di consumo e di crescita del XX secolo non possono più essere sostenuti», « La realtà è che nella meteorologia appena si esce dall’ovvio si entra nell’assolutamente complesso»  e mi sono convinto che il problema Africa, siccità e alluvioni causate da deforestazione, deve vedere impegnata l’intera Europa non  nella spartizione dei migranti, ma nella soluzione dei problemi;  aiutando le autorità di quei luoghi a mettere in atto misure che noi stessi abbiamo difficoltà a recepire, convinti che si tratta di interventi lunghi e faticosi che non danno grande ‘visibilità (Oleum et operam perdidi) politica. Orazio  diceva non ‘essere così insensato da portare legna nella foresta’ (non sono tanto ‘insanius’ da avventurarmi nella citazione latina), che noi con logica odierna potremmo adattare in questo modo : è insensato privare la foresta di tutta la legna.  

La cosa non è  semplice ma un suggerimento ci arriva dalla  scienziata astrofisica Margherita Hack  che ci ha lasciato perle semplici e condivisibili da mettere in atto, da credenti e non credenti di destra e sinistra, immediatamente: «L’interesse per la scienza e le sue applicazioni dovrebbe essere inculcata nei bambini già dalle prime classi elementari», «Tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’universo, dell’evoluzione delle stelle, e, quindi, siamo davvero tutti fratelli».

Valentina Giannella riporta alcune parole di Greta che ci segnano profondamente, fino a far crollare certezze e rovinarci il ‘meritato riposo’ :  «Stiamo sacrificando la biosfera per la ricchezza di una piccola parte della popolazione: La sofferenza di molti paga il lusso di pochi. Il sistema non funziona e va cambiato : dobbiamo concentrarci sull’equità».   Questa ragazzina svedese vanta una parentela - onestamente il libro non precisa il grado o forse sono stato io ‘incapace’ di dedurlo - con Svante Arrhenius il fisico e chimico premio Nobel nel 1903 per la sua teoria sul trasferimento di ioni visti come responsabili del passaggio di elettricità.  Questo scienziato, così mi ha riferito l’amico Pietro, è stato il primo a comprendere quel determinato passaggio da cui è scaturita una teoria nota in questi ultimi anni come ‘panspermia’ (…teoria che ritiene che i semi della vita siano stati sparsi per l’Universo e che la vita sulla Terra sia iniziata  con l’arrivo di detti semi…).

Io penso che il libro ‘chiavi in mano’ debba essere acquistato da tutti i centri che fanno informazione (le televisioni  e magari in primis quelle che vengono finanziate con il canone ) perché come diceva il poeta, scrittore di Sant’Arcangelo di Romagna Tonino Guerra : «  Non è vero  che uno più uno fa sempre due, una goccia più una goccia fa una goccia più grande».   

Per la serie che le uniche gioie che sia dato all’uomo di godere, sono quelle della famiglia, vi dico che le  immagini dei personaggi famosi che completano il mio scritto sono opera di un artista  digitale di nome Giacomo e di cognome Giannella. 

Valentina e Greta ci rammentano che fin  dai tempi degli antichi Romani vi era un proverbio «Non multa sed multum» (Quintiliano) che non è un invito a non studiare, ma  a fare, ognuno nel proprio campo, poche cose ma fatte bene.  

Meno ‘reality’  e  più  vita reale per tutti  è un richiamo che ci riconduce alla asserzione  che la ‘scienza non vale se non diventa coscienza’ e che non solo le carte geografiche vanno continuamente aggiornate, ma anche i nostri stili di vita e non perché lo chieda una ‘signorinella’, ma perché lo esige il futuro di tutti : NOI facciamo parte di quel futuro.

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