Libri: una pubblicazione di Petrone, Gelardi e Polito dedicata ai Santi protettori degli otorinolaringoiatri


di GRAZIA STELLA ELIA - Un nuovo libro mi arriva in omaggio: “I Santi protettori degli otorinolaringoiatri tra storia, leggenda e tradizioni”, (ECA Edizioni, Pescara 2019), un libro dal titolo singolare, opera di tre autori di tutto rispetto: Domenico Petrone, Matteo Gelardi e Vittorio Polito, tre uomini ai quali stanno a cuore la laringoiatria e i Santi che ne sono i protettori.

Come giustamente dice il prefatore Claudio Vicini, “salute del corpo e salute dell’anima” sono “un binomio che accompagna l’uomo dagli albori della sua comparsa sulla terra”.

Alla salute del corpo provvede la medicina; della salute dell’anima si occupa la religione.

Interessanti sono dunque le informazioni che si possono trarre dalla lettura di queste pagine.

È universalmente risaputo che il Santo protettore della gola è San Biagio; molto meno si sa di San Cono, il Santo protettore del naso e dell’orecchio che, insieme alla gola, costituiscono la triade di organi di cui si occupa l’otorinolaringoiatria. Ebbene, oltre a San Biagio, a proteggere gli otorinolaringoiatri e i malati al naso e all’orecchio è San Cono da Naso (Me).

Si leggono infatti ben 22 pagine che descrivono la vita di San Biagio piena di peripezie eppure illuminata da straordinari miracoli. Una vita che, dopo una serie di tormenti, si chiude con la decapitazione. In molte località della Puglia San Biagio è venerato, soprattutto perché di lui si conservano le reliquie. Venerato è anche in altre nazioni e gli si deve non solo la protezione dalle malattie alla gola, ma anche quella di altri organi. Il culto di San Biagio è uno dei più diffusi in Oriente e in Occidente. In Italia, come in tutto l’Occidente, viene festeggiato il 3 febbraio.

Da pagina 32 a pagina 58 si leggono su San Cono notizie maggiormente storiche rispetto a quelle relative a San Biagio.

Conone Navacita, comunemente noto col nome Cono, proveniva da una famiglia di alto lignaggio, che di buon grado lo avrebbe visto diventare un politico o un militare, ignara com’era della predisposizione di lui alla santità. Conone infatti non tardò a seguire i suggerimenti del cuore e si fece sacerdote, monaco di San Basilio, abbandonando volentieri la ricchezza e gli agi della sua famiglia, ben lontana dal pensarlo eremita in una grotta “umida e malsana”.

Mosso dal desiderio di visitare Gerusalemme, parte per la Palestina dove, stando accanto a bravi medici, diviene medico anch’egli, guaritore di malattie riguardanti il naso e l’orecchio. Tornato in patria, sente il bisogno di isolarsi e si ritira nella grotta di San Michele, dopo aver donato ai poveri l’eredità lasciatagli dai genitori.

Seguono tante altre notizie che sanno di leggenda. Conone passa per traversie dolorose, da cui però esce forte e luminoso, continuando a compiere prodigi fino alla morte, avvenuta all’età di 91 anni e la grotta di San Michele ospita la sua tomba, meta di moltissimi pellegrini.

Dopo la morte San Cono continuò a compiere miracoli e a proteggere Naso e tutti i suoi abitanti e pertanto sono descritti i prodigi da lui operati.

I cittadini di Noto non cessano di onorare San Cono con festeggiamenti e riti religiosi che annualmente si ripetono con immensa devozione.

Il libro si rivela ricco di immagini a colori che riproducono i due Santi e le strutture ad essi dedicate. A Naso vi sono, una di fronte all’altra, due chiese, una dedicata a San Biagio e l’altra a San Cono, nelle quali si conservano tele, abiti talari, calici, stendardi, ostensori e persino le cassette delle elemosine.

L’ultimo capitolo, intitolato “Il naso e l’orecchio tra storia, curiosità e riferimenti culturali”, è davvero molto ricco di informazioni storiche e di elementi di medicina popolare. Vi si trovano annoverati, per l’epistassi, medicamenti strani e curiosi.

Sono riportati anche alcuni modi di dire inerenti al naso. Stessa cosa per l’orecchio.

Molto interessante quanto viene detto di Beethoven, il quale, nonostante la sordità, compose musiche bellissime ed eterne.

A concludere vi sono le preghiere e, dulcis in fundo, una poesia di Joseph Tusiani, il grande poeta italoamericano nato a San Marco in Lamis.

Sono versi che l’autore rivolge a San Biagio, pregandolo di proteggergli la gola, perché da essa possa uscire, “ancor squillante e pura… la Parola”.

Questo è dunque un bel libro, che si legge d’un fiato, ammirando la fluidità del dire e la chiarezza delle immagini.
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