"Fahrenheit 451", libri al rogo

di WALTER CANNOLLONI - Ray Bradbury, narratore e sceneggiatore cinematografico statunitense, nato in Illinois nel 1920 e morto a Los Angeles nel 2012, è stato il massimo esponente, nel '900, di un genere letterario, quello fantascientifico, che ha rinnovato profondamente caricandolo di valenze sociali e politiche sconosciute a quel ramo della letteratura.
 
Anche il celeberrimo “Fahrenheit 451”, pubblicato nel 1953 su “Playboy”, è si un romanzo di fantascienza, ma è anche molto di più: è un richiamo storico ai turpi e scellerati roghi di libri della “Notte dei cristalli” nazista, è una testimonianza del valore salvifico della donna-angelicata, ed è soprattutto una riflessione attualissima, acuta e perspicace, sul valore della cultura in una società ipertecnologica.   

Protagonista dell'opera è l'integerrimo e infelice pompiere Guy Montag, appartenente alla squadra 451: in quell'imprecisato futuro, i vigili del fuoco non pensano a salvare le case dalle fiamme, ma sono bensì impegnati a incendiare i libri di ogni genere, da Lugones a Maupassant, passando per Giulio Verne e a scatenare un inferno di fuoco nelle abitazioni disabitate per l'arresto dei proprietari che, quei libri proibiti li hanno posseduti.
 
La vita alienata di Montag è scandita dalla visione di giganteschi schermi televisivi interattivi e da un rapporto negativo con la moglie Mildred, che gli è sostanzialmente indifferente e che si imbottisce di sonniferi.
 
A fare irruzione in quest'esistenza di buio e tenebre, ci pensa la diciassettenne Clarisse, anticonvenzionale e controcorrente vicina di casa di Montag che, dopo un incontro fortuito, fa subito breccia nel cuore e nella mente del solerte pompiere.

L'uomo inizia così un percorso di crescita al termine del quale prenderà coscienza che ci può essere una vita migliore e diversa da quella fissata dalle ferree leggi del governo.

La ragazza, però, scompare e la moglie Mildred rivela a Montag che Clarisse è morta in un incidente stradale. Ma la presa di coscienza del pompiere è ormai inarrestabile e si realizza quando Montag, in un raid dei vigili del fuoco in casa di una donna denunciata per possesso di libri, è costretto ad appiccare il fuoco all'abitazione con all'interno la donna stessa: nell'azione, quasi inconsciamente, Montag si impossessa di un libro proibito di nascosto.

Il giorno dopo l'uomo non vuole andare al lavoro, accusando un malore, e viene raggiunto a casa dal suo implacabile superiore capitano Beatty, che gli spiega che un momento di debolezza può capitare a tutti e che il compito di loro pompieri è quello, importantissimo, di custodi della pace mentale e di difensori della comprensibile e umana paura di sentirsi inferiori a una persona colta.

Quando Beatty va via, Montag svela a Mildred il suo grande segreto: nell'intercapedine del soffitto ha una ventina di libri nascosti. Mildred denuncia la presenza di quei libri in casa e lascia il marito, così il capitano Beatty torna la sera stessa per bruciargli la casa e arrestarlo, costringendo persino Montag a dar fuoco lui stesso alla sua abitazione con il lanciafiamme a cherosene.

Beatty, provocandolo, costringe Montag a una violenta reazione: l'uomo dà infatti fuoco al suo superiore con il lanciafiamme. L'omicida trova rifugio lungo il fiume, dove incontra un gruppo di fuggitivi che, insieme ad altri loro compagni sparsi per tutta la nazione, custodiscono il patrimonio letterario dell'umanità imparando a memoria i libri senza conservarne copia, per non infrangere la legge.

La televisione trasmette la falsa ma rassicurante notizia della morte di Montag durante la fuga. La guerra, sempre sullo sfondo delle vicende narrate, fa la sua irruzione in primo piano: sulla città viene infatti sganciato un ordigno nucleare e Montag, con i suoi nuovi compagni, si avvia verso di essa per portare soccorso ai sopravvissuti, nella speranza di essere utile alla società e di aiutarla nella ricostruzione.

Finale aperto alla speranza, dunque. Il grande regista francese Francois Truffaut ha tratto dal testo (apparentabile a “1984” di George Orwell per il suo spirito visionario e profetico) una trasposizione cinematografica del 1966 altrettanto incisiva.

Il libro e il film costituiscono un aspro e severo monito verso quanti, spendendosi nello sventurato vezzo, anche metaforico, di bruciare libri, vorrebbero cancellare il pensiero e la memoria dell'uomo: monito sempre attuale, visto che, per dirla come Primo Levi, “è successo una volta, potrebbe succedere ancora...”.

Dall'opera è stato ispirato anche un videogioco. In ristampa presso la collana Oscar Mondadori Moderni (euro 12).
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