Giochi e letteratura, un connubio vincente

BARI - C’è una forma d’arte che è di gran lunga superiore a tutte le altre e che apre la possibilità, in un mondo, di vedere, leggere e vivere altri, infiniti mondi. Si parla, chiaramente, della magia della letteratura, dell’unicità della scrittura e del meraviglioso universo che costituisce una storia. Letta e riletta ma anche vista. La sensazione è che la letteratura renda veramente tutto possibile: i libri nascondono spesse volte delle storie che possono anche continuare al di là delle pagine. E non è un caso che spesso, dai libri si passi alla tv, al cinema, alle serie, ed anche ai videogiochi. Anzi, proprio quest’ultimo connubio libri-videogiochi è sempre più solito. Negli ultimi anni questa tendenza si è andata vieppiù allargandosi, complice un successo nato prima sui libri e poi successivamente trasposto sulle console. 

Di esempi da citare ce ne sarebbero moltissimi, in nome di una magia che non si ferma alle pagine e che è capace di continuare andando oltre, spesso regalando emozioni anche differenti. Questo, almeno, è quanto capitato con uno dei titoli più amati dell’ultimo decennio, ispirato niente di meno che ai capolavori dell’autore polacco Andrjez Sapkowski. La casa sviluppatrice, CD Projekt Red, prendendo le mosse dai libri, ha creato una trilogia capolavoro: stiamo parlando di The Witcher, vero e proprio capolavoro dell’arte videoludica con al centro l’epopea del fantastico Geralt di Rivia, uno “strigo”, un umano geneticamente modificato, all’interno di un mondo degradato e pieno di pericoli. Nei tre giochi si seguono le avventure di Geralt, con pochi alleati e tantissimi nemici. Non è un caso che il terzo, ed ultimo, capitolo della serie, The Witcher III Wild Hunt, sia stato un titolo pluripremiato e ancora oggi giocato da milioni di appassionati. Ma non ci si ferma qui.

Quando J.R.R. Tolkien cominciò la stesura della trilogia de ‘Il Signore degli Anelli’, parallela a quella dell’altro capolavoro ‘Lo Hobbit’, di certo non credeva che avrebbe raggiunto un successo senza eguali, facendo incetta di record al botteghino e agli Oscar con le trasposizioni cinematografiche delle sue memorabili pagine. E non poteva nemmeno immaginare, poco prima della morte avvenuta nel 1973, che i suoi capolavori sarebbero stati resi ancor più immortali cinque generazioni dopo, su console. Infatti è dai libri dell’autore britannico che prendono ispirazione i titoli ambientati nel mondo fantasy, e fantasticamente costruito, del Signore degli Anelli e Lo Hobbit: parliamo, ovviamente, della “Terra di Mezzo”, nella doppia versione “l’ombra di Mordor” e “l’ombra della Guerra”, pluripremiati titoli con al centro le vicende di Talion, antieroe che si ritrova al centro di una cospirata maledizione che lo porterà a rivendicare la sua adorata famiglia, uccisa per mano della Mano Nera, la quale ha portato il protagonista stesso in uno stato a metà tra la vita e la morte.

Una carambola che può continuare all’infinito anche per titoli che non hanno bisogno di presentazioni: tutti, conoscono infatti Batman, creatura nata dalle mani e dalla fantasia di Bob Kane e Bill Finger. I celebri fumetti degli anni ’30 del Novecento, infatti, sono diventati materia di gioco con Batman Arkham Asylum, Batman Arkham City e Batman Arkham Knight, tre produzioni che hanno saputo implementare e portare alla ribalta un sistema di combattimento fresco e unico. La sensazione è che ogni opera è riproducibile, al punto che la saga di Batman è divenuta protagonista anche nel settore delle slot machine online grazie agli sviluppatori di Next Gen.

Il Sommo Poeta Dante Alighieri, secondo voi, avrebbe mai immaginato di finire su PlayStation, PC e Xbox? Siamo sicuri di no, eppure c’è finito con Dante’s Inferno, successo senza pari su console old gen in cui, vestendo gli insoliti panni di un Dante combattente senza penna ma con la spada, si scalano i meandri dell’Inferno fino allo scontro decisivo con Lucifero. Il “Poema Sacro” ha ispirato tanto da finire sugli schermi delle tv e nei comandi di un joypad. Eccola, la magia di cui parlavamo. Che si realizza, e, come la letteratura, non ha confini.
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