“Mc Farland, USA”, quando anche la periferia vince

di VALTER CANNELLONI - Film americano del 2015, profetico nelle sue implicazioni politiche (realizzato solo un anno prima che Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali, e partorisse la brillante idea di erigere un Muro tra Stati Uniti e Messico....) e intelligente parabola contro tutte le barriere fisiche e mentali che allontanano gli uomini più che renderli fratelli.

La trama, basata su una storia realmente accaduta nel 1987, ruota attorno alle vicende di Jim White, insegnante di educazione fisica e allenatore di football americano, dal carattere indocile e poco incline ai compromessi, che è stato licenziato da diversi licei americani per la sua condotta integerrima e per i suoi valori morali e sportivi non negoziabili. Jim ha ora un'ultima chance: quella affidatagli dal liceo di Mc Farland, paesetto californiano al confine con il Messico.

Seguito dalla moglie Cheril e dalle due figlie, raggiunge Mc Farland e l'incontro, all'inizio, non è dei migliori: spaventato da una fila di macchinoni sgargianti con dei giovani messicani a bordo (che Jim scambia per delle gang in azione), la famiglia White vorrebbe subito abbandonare la cittadina, ma sarà la moglie a insistere con il marito affinchè insistano in quella permanenza a Mc Farland.

Il vulcanico direttore del liceo, Camilo, affida al neo-arrivato l'incarico di vice-coach della squadra di football, ma subito Jim, per un acceso scambio di vedute con il titolare della panchina, perde il posto.

Nonostante l'ennesimo allontanamento, l'esperto allenatore intuisce che quei ragazzi messicani che lui allena a lezione, e che lavorano duramente nei campi prima di arrivare a scuola, sono veloci, molto veloci nella corsa campestre.

Jim non ha mai fatto l'allenatore di atletica, non ha mai corso in vita sua e si basa solo sul proprio istinto (“Sarà un coach perfetto” lo rassicura l'illuminato direttore) e mette insieme una squadra di sette elementi per partecipare alle gare.

Ci sono i tre fratelli Diaz, che il padre non vorrebbe strappare ai campi, con il più giovane Danny, cicciottello e paffuto, che non ha proprio le “phisique du role” del corridore di atletica; e, soprattutto, c'è Thomas Valles, un volitivo ragazzo che corre come il vento e che ha una sorella di sedici anni incinta.

Nella prima gara, a Palo Alto, la squadra di Mc Farland arriva quarta su quattro partecipanti, e i ragazzi sono abbattuti. Ma il coach Jim si addossa le responsabilità della sconfitta, dichiarando di aver commesso l'errore di non aver visionato il percorso (che prevedeva una salita durissima) prima della gara.

Per allenarsi alle salite nelle competizioni, Jim porta i suoi atleti nel deposito comunale della cittadina, e li costringe ad arrampicarsi correndo sulle gigantesche montagne di mandorle che loro stessi hanno raccolto.

Ma al di là degli allenamenti speciali spinge i ragazzi di Jim una molla che le altre squadre, composte da damerini, non hanno: quella di ottenere un riscatto sociale attraverso la corsa campestre. Jim, che segue gli allenamenti dei suoi ragazzi scortandoli su una bici rosa che sembra uscita dalla casa delle bambole di Barbie, viene chiamato dai suoi atleti “blanco” e pian piano li porta a vincere una gara dopo l'altra, contro ogni pronostico.

Mamma Cheryl, nel frattempo, ha socializzato magnificamente con le mamme latino-americane di Mc Farland, e tutte le donne organizzano delle attività per sponsorizzare la squadra di corsa campestre, che è diventata l'orgoglio della cittadina.

Jim White trascorre una giornata nei campi con i suoi ragazzi, perchè papà Diaz vorrebbe ritirare i suoi tre figli dalla squadra: ne esce distrutto fisicamente ma con l'autorizzazione del comprensivo papà al proseguimento dell'attività sportiva dei ragazzi.

A sorpresa, piazzandosi quarta (ultimo posto utile) la squadra di Mc Farland si qualifica per le finali nazionali californiane. Jim non vuole solo una vittoria in campo sportivo, ma invita i suoi ragazzi a studiare agraria per potersi iscrivere in futuro ai colleges universitari, in caso di vittoria alla gara finale.

Nel frattempo, per uno stupido regolamento di conti, la figlia maggiore di Jim, la quindicenne Julie, nel giorno del suo compleanno, rimane lievemente ferita a una gamba durante la zuffa. Il giorno dopo, sconvolto dall'accaduto, Jim si reca nella benestante Palo Alto per valutare l'offerta di impiego che gli è pervenuta presso quel liceo.
 
Sarà ancora una volta la moglie Cheryl a convincere il marito a rimanere a Mc Farland, che ormai è diventata casa sua. Arriva il giorno della finale: i ragazzi della Mc Farland intonano orgogliosi l'inno nazionale americano, e in gara si scatenano.
 
Thomas Valles arriva primo ma la vera carta vincente della squadra sarà proprio il cicciottello e rotondetto Danny Diaz, che dà la vittoria ai suoi colori. Il liceo di Mc Farland vincerà nove titoli nelle successive quattordici edizioni dei campionati nazionali della California, sempre con Jim White alla guida.

I sette ragazzi del 1987 si laureeranno tutti e sette diventando chi proprietario terriero, chi insegnante all'università: tutti vivranno a Mc Farland.

Film sulle drammatiche contraddizioni della società statunitense e sulle sue problematiche sociali, la pellicola è un'intelligente ballata progressista e un pamphlet su un'integrazione “politicamente corretta”: insomma, una fotografia dell' America delle grandi opportunità e dei grandi valori, quell'America illuminata in cui tutti noi vorremmo ancora continuare a credere. 

Kevin Kostner è un Jim White generoso allenatore di sogni, mentre un magnifico manipolo di giovani attori latino-americani, che sanno di tacos e di burritos, gli fanno da contraltare in una gara di bravura che rende la narrazione interessante e avvincente.

Regia Niki Caro, sceneggiatura Christopher Cleveland, Bettina Gilois, Grant Thompson, fotografia Adam Arkapaw, Terry Stacey, musica Antonio Pinto.
Interpreti: Kevin Kostner, Carlos Pratts, Maria Bello, Valente Rodriguez.
Produzione: USA 2015.       
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