La dieta mediterranea è patrimonio dell’UNESCO

di VITTORIO POLITO - Il 16 Novembre 2010 l’UNESCO ha inserito nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, su proposta di Italia, Grecia, Marocco e Spagna, la Dieta mediterranea, definendola “un insieme di competenze, conoscenze, riti, simboli e tradizioni, che vanno dal paesaggio alla tavola”.

Si può certamente affermare che, contrariamente a come la pensano gli affezionati del ‘fast food’, la decisione è quanto mai sacrosanta, soprattutto per i baresi ed i pugliesi, dal momento che il suddetto regime alimentare, del quale ci occupiamo, nasce proprio dal sud.

La dieta mediterranea, meglio “modello alimentare mediterraneo”, è un sistema nutrizionale basato sulle abitudini alimentari dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Il concetto di dieta mediterranea venne introdotto, negli anni ’50 del secolo scorso, dall’americano Ancel Benjamin Keys (1904-2004), fisiologo americano, che studiò, durante un soggiorno in Italia, come un’alimentazione basata sulle tradizioni culinarie del Mediterraneo, avesse benefici effetti su salute e longevità delle persone. Keys, al seguito delle truppe d’occupazione dopo la seconda guerra mondiale, constatò e dimostrò che la dieta dei contadini a sud di Salerno e della costa calabra, era notevolmente diversa da quella degli americani (abituati a enormi bistecche, hamburger, dolci ricchi di panna, zucchero margarina, ecc.), proponendo al Ministero della Salute degli Stati Uniti, uno studio finalizzato alla verifica dei benefici e dei punti critici e delle diete. Dallo studio effettuato in sette paesi emerse in modo statisticamente significativo che il miglior sistema era quello mediterraneo (e la gastronomia italiana risultava quella più apprezzata).

Dal 2010 l’UNESCO ha incluso, come detto, nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità, Italia, Grecia, Marocco e Spagna, riconoscimento esteso successivamente (2013), a Cipro, Croazia e Portogallo.

La dieta mediterranea, com’è noto, comprende una serie di competenze, conoscenze, rituali, simboli e tradizioni concernenti la coltivazione, la raccolta, la pesca, l’allevamento, la conservazione, la cucina e soprattutto la condivisione e consumo di cibo. Mangiare insieme è la base dell’identità culturale e della continuità delle comunità nel bacino Mediterraneo. La dieta mediterranea svolge un ruolo vitale in spazi culturali, festival e celebrazioni riunendo persone di tutte le età e classi sociali. Sono le donne, alle quali va la nostra gratitudine, a ricoprire un ruolo fondamentale nella trasmissione delle conoscenze della dieta mediterranea.

La dieta mediterranea è caratterizzata da una serie di elementi che la rendono unica al mondo e che ne determinano i tanto decantati effetti benefici che possono così riassumersi:

-        Largo utilizzo di cereali, pasta, pane, ortaggi di stagione e legumi;
-        Frequente impiego di pesce, latticini e formaggi;
-        Consumo razionale di olio d’oliva, frutta, fresca e secca, uova e carni bianche;
-        Consumo limitato di grassi di origine animale, carni rosse, ecc.

Il consumo di questi elementi dovrebbe essere così ripartita:

-        60% carboidrati;
-        25-30% grassi;
-        10-15% proteine.

È appena il caso di ricordare che per noi pugliesi la tavola rappresenta un palcoscenico nel quale gli attori principali sono le portate: da “Sua maestà il Polpo”, a un bel piatto di fave e cicorie o di orecchiette con cime di rape o cavoli, ad una lasagna con il sugo di pesce (‘làghene cu ciambotte’), ad una insalata di lampascioni (‘lambasciune sal’e pepe’), la famosa e insuperabile teglia con patate riso e cozze (‘tiedde de patane rise e cozze’), spaghetti con aglio, olio e peperoncino, carciofi lessi o al gratin, baccalà al forno con patate (‘tiedd’o furne de baccalà che le patane’), ecc. Ovviamente, i piatti citati sono riferiti a Bari e alla Puglia, ma la dieta mediterranea include anche le pietanze dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

La dieta mediterranea è anche da molti secoli patrimonio culturale, storico, sociale, territoriale e ambientale nazionale, strettamente legata allo stile di vita dei popoli mediterranei nel corso della loro storia.

Altro che crispy, double cheeseburger, patatine fritte e ketchup.
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