Quel climber solo con “El Capitan”

di VALTER CANNELLONI - ROMA. La biografia di Alex Honnold, climber statunitense campione del “free solo”, l'arrampicata a mani nude, e della sua titanica impresa di scalare per primo, con quella tecnica, “El Capitan”, nel parco naturale di Yosemite, in California: un grido di pietra di 925 metri, modellato a strapiombo nel granito, vera impresa folle per le possibilità alpinistiche.

Alex è nato a Sacramento, da bambino era timido e malinconico, e si è poi iscritto al Liceo linguistico della città continuando a nutrire la sua passione: quella di scalare a mani nude le montagne.
 
Ora Alex (siamo nel 2016) è fidanzato con Sannie, graziosissima biondina che condivide con lui, seppure con capacità da neofita, il gusto per il rischio dell'arrampicata libera. Per Alex questo rapporto è importante, ma anche pericoloso, perché può scalfire quella corazza mentale necessaria alla sua disciplina sportiva. Perché il “free solo”, oltre a richiedere capacità fisiche al di fuori della norma, è soprattutto uno sforzo di concentrazione mentale.
 
Alex sostiene che il segreto non è quello di non aver paura a rischiare la vita, ma di superarla attraverso il dominio di se stessi. Dopo aver girato il mondo sfidandone le vette più impervie, mette mano al progetto più ambizioso per un climber, quello di scalare per primo la vetta di “El Capitan” in arrampicata libera e solitaria.
 
Sono necessari mesi di preparazione, con ascensioni in cordata per scrutare i più recessi anfratti della montagna e domarla al momento opportuno: viene scelta alla fine la via Freerider.

Alex tenta una prima volta la scalata (che verrà ripresa da una troupe cinematografica composta da cameramen-alpinisti) nell'autunno del 2016. All'alba del giorno prescelto per l'ascensione, Alex si sente come un samurai pronto a sguainare la sua katana, la spada forgiata dagli dei.
D'altronde, la cultura del “free solo” è un po' la cultura del guerriero, che punta un obiettivo e insegue solo quello fino alla vittoria finale.
 
Ma, al primo tentativo su “El Capitan”, per Alex non c'è gloria: messo sotto pressione dalla moltitudine di gente che segue il suo tentativo, perde le sue certezze e le sue convinzioni, demordendo a metà della scalata.
 
Per lui è un fallimento: lo ritroviamo tre mesi dopo mentre sta acquistando un appartamento a Las Vegas con la sua Sannie, per dedicarsi a una serena e felice vita da borghese, senza rischiare l'osso del collo per il suo sport estremo.
 
Ma i suoi demoni interiori lo richiamano alla sfida: memore delle parole della mamma quando era bambino (“Il quasi non è mai abbastanza”), e in cerca della perfezione nella performance, Alex tenta di nuovo la scalata di “El Capitan”.
 
Affronta l'ascensione (ripresa sempre dalla troupe cinematografica) nel giugno del 2017 e dopo una salita che lo costringerà, tra l'altro, a un colpo da karateka nel punto più difficile del percorso, giunge in vetta in tre ore e 56 minuti.
 
L'unica frase che dirà ai suoi amici che lo attendono festanti in cima è: “Sono felice, mi viene da piangere”. Sanny, che non ha avuto il cuore di seguire l'impresa dal vivo, impazzisce di gioia. 
 
Qualcun altro, in qualche parte del mondo, tenterà forse un  giorno una scalata ancora più ardua, ma a tutt'oggi Alex Honnold è il più forte climber vivente, riuscendo laddove molti suoi colleghi hanno perso la sfida e la vita.
 
Premiata con l'Oscar 2019 come miglior documentario, ha la completezza e la suspence di un film d'azione e la profondità mentale di un trattato di filosofia: mai premio fu più meritato! Omaggio sperticato al “free solo”, questa specialità alpinistica i cui adepti vengono giudicati da alcuni dei pazzi irresponsabili, ma che forse contiene in sé quella ricerca della perfezione che fa sembrare noi umani così vicini all'immagine divina, in un anticipo di splendida vita eterna per quanti, la vita, la rischiano a ogni passo verso il cielo.

“Free Solo” (Sfida Estrema)
Regia: Jimmy Chin, Elizabeth Wasarhelyi
Fotografia: Jimmy Chin, Clair Popkin, Mikey Simpefer
Musica: Mario Beltrami
Produzione: USA, 2018
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