Dolcenera: ''Wannabe è l'inno al coraggio, per combattere questa tragedia occorrerà un atto di umiltà''


MILANO - Non bisogna aver paura ma occorrerà armarci di coraggio e, in questo periodo, suona bene proprio come Wannabe il nuovo singolo di Dolcenera (featuring Laioung), un grido a non arrendersi e a combattere per tenere alto il morale.


Ciao Dolcenera, come stai trascorrendo queste giornate?
Dopo una fase iniziale che mi ha tenuto inerme, sconvolta dai lutti e dalla situazione drammatica, ho cercato di reagire e di cercare il contatto almeno virtuale con le persone. Non ho fatto canti di gloria sui balconi e dirette social estenuanti. Ho affrontato la paura e ho reagito. Ora durante la giornata suono il pianoforte e scrivo, compongo ma cerco anche di fare altro, di fare ogni giorno qualcosa di diverso, come in cucina, nelle letture, per lo sport in casa. Insomma di tutto per uscire dalla routine, dal Truman show!

Hai scelto di far uscire Wannabe in un momento storico per tutti noi. Come nasce questo brano?
E' una canzone nata nel 2018 ma riascoltandola ho avuto la sensazione che fosse rispettosa del periodo che stiamo vivendo ma anche che rappresentasse appieno il nostro sistema sociale fatto di "far finta di essere", fatto di apparenze, fatto di estenuanti presenza social o mediatica. E' una canzone che a me ha dato coraggio e ho pensato di condividerla con le persone, che nel suo piccolo, potesse essere d'aiuto. Per quanto la musica possa aiutare le persone, cioè a vivere meglio, a tenere alto il morale o a sfogare un'emozione.

Hai detto che c'è bisogno di riflettere sulle relazioni umane. Perchè? 
Beh, il Coronavirus è il fallimento di tanti fenomeni macro e micro sociali ed economici: dalla globalizzazione all'iper-produzione, dallo sfruttamento sfrenato del pianeta al sovraffollamento di alcune aree, dalla comunicazione sensazionale di chiunque al gigantismo degli eventi organizzati, dall'apparire sempre e comunque anche quando non c'è niente da raccontare al gridare al miracolo per qualsiasi fenomeno, passeggero come una nuvola.

Cosa ci impone questa situazione? 
Questa tragedia impone spazio non solo in termini di distanza ma probabilmente anche temporale, un rallentamento di tutto alla ricerca di se stessi, della propria realtà da rappresentare agli altri senza invadere il campo altrui. Una sorta di profilassi comportamentale che non riguarda solo la convivenza, ma anche il lavoro, la produzione, i social, la partecipazione. Servirà un atto di umiltà che ci conduca verso la verità e la profondità delle relazioni sociali a discapito dei rapporti moltiplicatori di cortesia fatti per avere vantaggi personali.


Nei mesi scorsi sei andata in Kenya. Cosa ti ha lasciato quel posto e che ricordi conservi con te?
Ho viaggiato un po' per quasi tutto il Kenya, un po' per vacanza e un po' per un progetto di solidarietà con l'Associazione "Insieme per Donare un Sorriso". Beh è difficile inquadrarla come vacanza perché ogni angolo ti aggredisce con la sua povertà, ma ho imparato quanto la semplicità ti avvicina alla felicità e quanto siamo egoisti con le nostre paranoie, quando basta poco per aiutare gli altri e sentirsi migliori.

Quali altri posti ti piacerebbe visitare? 
Tutto il mondo, qualsiasi posto è unico e ti arricchisce e ti trasforma: tu sei in viaggio, ma il viaggio è anche dentro di te. Apre il cuore, gli occhi e la mente. Ti fa tornare rinnovato e cambiato. La prossima volta spero di andare a New York, la grande mela.

Ti manca la Puglia?
Spero di tornare al più presto in Puglia, dove ci sono amici, genitori, profumi e posti che ogni volta provocano un richiamo ancestrale della mia gioventù.

Ritornare al Festival di Sanremo. Ci pensi?
Ecco a questo ci penso meno! Dipende sempre se c'è una canzone che ritengo debba essere rappresentata da un palco così importante: una canzone epica come piacciono a me. Andare tanto per farsi vedere è inutile!

Con quali occhi guardi la Dolcenera di molti anni fa, dei suoi inizi nel panorama discografico?
A volte con nostalgia per l'inconsapevolezza di quella ragazza, a volte con rabbia per gli errori di percorso perché non mi sentivo rappresentata appieno e spesso con tenerezza perché quella ragazza non ha mai voluto apparire ma essere!

Cosa pensi della nuova generazione di artisti? 
Ce ne sono tantissime di nuove generazioni nell'arco di un anno. Ora, grazie o a causa del web, chiunque può esprimersi  e pubblicare online: il linguaggio del testo e della musica si è semplificato più per necessità che per scelta culturale.

Spiegati meglio...
Il sistema algoritmo che disciplina gli ascolti omologa i cantanti ed è più semplice parlare di genere musicale più che di singoli. Come sempre alcune canzoni mi piacciono e molte altre no, sopratutto quando scimmiottano altro e non sono sincere.

Quando passerà questo brutto periodo, come pensi che ne usciremo? 
Spero più umili e meno fragili, con un maggior senso di umanità e di civiltà che ci permetta di ricostruire veramente. Non si può più fingere di avere, di fare, di essere. Basta Wannabe appunto, ognuno è quel che è e dovrà rimboccarsi le maniche per costruirsi e costruire.


VIDEOCLIP - WANNABE 

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