Sant’Ivo e la preghiera degli avvocati anche in dialetto barese


VITTORIO POLITO - Il 19 maggio di ogni anno, la Chiesa ricorda Sant’Ivo (Yves Hélory de Kermartin, 1253-1303), proclamato santo da Papa Clemente VI nel 1347, patrono degli avvocati, dei magistrati, degli uomini di legge e della Bretagna (regione nel nord-ovest della Francia).

Per chi crede che la Fede (quella con la F maiuscola) abbia un ruolo in tutte le cose della vita, e quindi anche nel proprio lavoro, ho cercato in rete una preghiera per l´avvocato. In verità non c´è una preghiera ufficialmente riconosciuta, ma ve ne sono molte, alcune anche con una esplicita approvazione ecclesiale, come quella dell’avvocato Mario Salciarini (1934-1974) del Foro di Perugia, regolarmente approvata dall’arcivescovo di Perugia, Giuseppe Chiaretti, il 13 giugno 1999.

Anche papa Francesco nella sua meditazione mattutina nella cappella di Santa Marta del 3 giugno 2014, trattò l’argomento ricordando che San Paolo, «nel capitolo ottavo della Lettera ai Romani ci dice che è una preghiera di intercessione». Così «oggi, mentre noi preghiamo qui, Gesù prega per noi, prega per la sua Chiesa». E «l’apostolo Giovanni» ci rassicura che, quando pecchiamo, comunque sappiamo di «avere un avvocato davanti al Padre: uno che prega per noi, ci difende davanti al Padre, ci giustifica».

Anche Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), vescovo e compositore italiano, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, autore di opere letterarie, teologiche e musicali, tra cui il famoso brano “Tu scendi dalle stelle”, all’apice della sua carriera di avvocato (20 anni), non aveva mai perso una causa a Napoli. Era l’inizio del XVIII secolo. Si dedicava al diritto in modo disinteressato e vinceva tutte le cause perché difendeva solo quelle che riteneva giuste.


Preoccupato dalla malizia e dalla menzogna con cui agivano i suoi colleghi, prima di desistere dalla carriera ed essere ordinato sacerdote scrisse una lista di condotte etiche che possono essere applicate anche oggi, tra cui: non è mai lecito accettare cause ingiuste, perché sono perniciose per la coscienza e il decoro; non si deve difendere una causa con mezzi illeciti; non si deve caricare il cliente con troppe spese, con l’obbligo di restituire ciò che non è necessario; le cause dei clienti devono essere trattate con la dedizione con cui si trattano le proprie; l’avvocato deve implorare da Dio il suo ausilio nella difesa, perché Dio è il primo protettore della giustizia; un avvocato che perde una causa per negligenza è obbligato a riparare i danni e, infine, i requisiti di un avvocato sono scienza, diligenza, verità, fedeltà e giustizia.

Curiosità - Si narra di una originale controversia tra un oste e un mendicante. Quest’ultimo era accusato dal primo di aver annusato gli odori della sua cucina senza pagare. La lite fu risolta da Sant’Ivo, il quale prese una moneta dalla sua borsa e la gettò sul tavolo dell’oste facendola tintinnare. Questi fece per prenderla ma fu fermato dal santo che gli disse: “Il suono ripaghi l’odore. A quest’uomo l’odore della tua cucina e a te il suono di questa moneta”.

Per l’occasione riporto la preghiera dell’avvocato di Mario Salciarini con la traduzione in dialetto barese.
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