Scuola, Macina (M5S): “Emiliano fa terrorismo psicologico sulla didattica in presenza”


ROMA – “Ormai è chiaro che contro la didattica in presenza Emiliano sta conducendo una vera e propria campagna di terrorismo psicologico. Le ultime dichiarazioni rese sui social, peraltro pasticciate, pubblicate e poi modificate, sono l’ulteriore conferma di un tentativo di disincentivare le famiglie e i dirigenti scolastici, relativamente a elementari e medie, dal ricorrere alla didattica in presenza, facendo passare per irresponsabile chi la richieda”. Così la deputata brindisina Anna Macina, portavoce del MoVimento 5Stelle a Montecitorio. 

“Emiliano – continua - prima ha scritto che oggi ‘nessuno studente di ogni ordine e grado deve andare a scuola’. Poi, evidentemente accorgendosi che questo entrava in plateale contraddizione con la sua stessa ordinanza, che garantisce anche la didattica in presenza al primo ciclo, per chi ne fa richiesta, ha modificato la sua dichiarazione, affermando che ‘nessuno studente è obbligato’. Con un intervento che voleva essere chiarificatore, Emiliano ha invece aggiunto caos al caos, combinando un pasticcio e generando sempre più confusione. Non pervenuta invece la scuola dell’infanzia, che forse per il Presidente della Puglia non esiste. Continuo a ribadire che i governanti nella nostra Regione ignorano con troppa leggerezza alcuni rischi legati alla didattica a distanza: possibili ritardi nell’apprendimento di lettura e scrittura e aumento della dispersione scolastica, al punto che 34 mila studenti non torneranno sui banchi di scuola per abbandono. In questi mesi tutti, dalla scuola ai prefetti, sino alle famiglie, hanno fatto la loro parte. Cosa è stato fatto invece dalla Regione su tracciamento, screening di alunni e personale scolastico e potenziamento del trasporto pubblico locale? Perché lo Stato la sua parte l’ha fatta. Il tasso di abbandono scolastico dovrebbe preoccupare una classe politica che ha nelle mani il futuro di questo Paese. Invece sulla scuola in Puglia si sta consumando solo una diatriba tra posizioni preconcette che si vogliono difendere per nascondere ritardi e mancanze”, conclude la deputata.

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