Quei veleni che ogni giorno ci mettono nel piatto

FRANCESCO GRECO - Ve lo diciamo subito, io e Gianfranco Scarfone: cacciate pure 15 euro e procuratevi il suo sapido, dettagliato, a tratti inquietante “Frodi” (confessioni di un repressore), Link Edizioni, Lamezia Terme (Catanzaro) 2020, pp. 192, collana “Visioni”, ma sappiate che lo fate a vostro rischio e pericolo.

Se riuscirete eroicamente ad arrivare all’ultima pagina, resistendo alla nausea, la vostra vita di consumatori sarà sconvolta sine die: le passeggiate nei santuari moderni che sono i centri commerciali saranno un calvario irto di insidie, spingerete il carrello sovrappensiero, magari perderete la vista a forza di guardare etichette forzatamente ambigue e menzognere e alla fine ne uscirete sudati, pallidi, sconvolti, forse con qualche etto di meno.

Ciò detto, e dopo aver rilevato che la vita professionale di Scarfone non dev’essere stata propriamente una passeggiata di salute (alla radio ha confidato che è dovuto andare in pensione per poter scrivere il libro che dedica al capo del N.O.C. Giuseppe Fraggetta, con le minacce di imprenditori e avvocati un pò ovunque, dalla Puglia alla Calabria), a ogni pagina farete una scoperta che vi getterà nella depressione più cupa, vi convincerete che ogni giorno ci mettono a tavola un sacco di veleni e quindi noi e i nostri bambini combattiamo con la morte, perché “Chi vende ha quasi sempre in testa il profitto. In nome del profitto si può sacrificare ogni cosa. Per il profitto si studia giorno e notte, si fanno investimenti e doppi turni, si corrompe. E’ per realizzare profitto che ci si rivolge a scienziati e criminali, politici e magistrati, medici e puttane”.

Potremmo chiuderla qui e lasciarvi il gusto solitario della scoperta dei veleni che sorbiamo ogni giorno, noi che, come dice Scarfone, “non contiamo un c…”.

Se però, con coraggio e un po’ d’incoscienza, dopo aver bypassato le manipolazioni sull’olio (pagina 31), le sofisticazioni del vino (40) e le patate coltivate su campi trattati col glifosato (140), riuscirete eroicamente ad arrivare a pagina 154, scoprirete che l’E104 è un colorante sintetico di catrame e carbon fossile. Sta nelle caramelle, bibite, liquori, gelati, uova, merluzzo affumicato. Può avere effetti nocivi sulla retina e sul fegato. Il contatto può causare dermatiti. Da anni si cerca di metterlo al bando perché è nella dieta dei bambini. E’ proibito in Australia, USA, Giappone, Norvegia, ma in Europa si può usare.

E che dire dell’E102, la tartrazina? Può causare eruzioni cutanee, problemi di respirazione, raffreddori, visione offuscata, gonfiori, insonnia nei bambini. Si trova nelle bevande gassate, caramelle alla frutta, budini, minestre confezionate, gelati, gomme americane, marmellate, gelatine, yogurt, perfino nelle medicine. Vietata in Svizzera, ammessa in Europa.

Poi dice che uno si butta su “Italexit” di Paragone…

Questo libro ci convince di essere nelle mani di gente senza scrupoli, di servi delle lobby fameliche e assetate di profitti, che magari ci usano come cavie per testare le sostanze più velenose. Ma anche l’urgenza di coltivare l’orto che il nonno ci ha lasciato se vogliamo sopravvivere e recuperare l’istinto di conservazione appannato. E sarebbe interessante qualche dato su patologie e mortalità da cibo “velenoso”, senza aspettare lo scandalismo del vino al metanolo, la mucca pazza e dintorni.

Gianfranco Scarfone è laureato in Scienze Agrarie. Per tutta la vita si è occupato di repressione di frodi e sofisticazioni alimentari, in varie zone del Belpaese a cui si dà da bere, e da mangiare, di tutto. Un eroe del nostro tempo che, ci fosse Lubrano, sarebbe invitato in tv a dirci come stanno davvero le cose.

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