In nome della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà

(pedro_wroclaw /Pixabay)
SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI - Un anno è trascorso da una estate 2020 vissuta all’ombra di Covid-19, subdolo compagno di piccoli svaghi e anche tracotanze sociali, di brevi soggiorni e speranze deluse, di un inverno difficile. Oltre un anno rubato alla vita e per questo furto perdono non c’è. Oltre un anno che ha visto rapire molte vite, e anche per questo perdono non c’è .

E l’estate 2021 come sarà? Di nuovo assisteremo ad una danza tanto triste di chiusure e aperture policrome tra dosi di vaccino mancanti o inquietanti. Ma sappiamo davvero dove sia la verità? Bisogna però fidarsi: l’ansia di sopravvivere induce ad azioni che in altri momenti forse non avremmo mai pensato. Devo confessare che mi distrugge l’anima vedere le code delle persone, fragili o non fragili, in attesa del vaccino della speranza. Una atmosfera tetra di guerra aleggia ancora nell’aria: l’ho scritto tante volte. Molti gli addii a persone care, a personaggi noti, a coloro che nell’anonimato lasciano questa vita nella più assoluta solitudine. “La natura ama nascondersi”, scrive Eraclito e forse si muore per nascondersi al mondo. per sfuggire alla crudeltà…

Talora penso che forse ci sia bisogno di guardare il mondo con occhi nuovi, ma “ per cambiare il modo di vedere le cose, bisogna innamorarsi “. (Cfr. J. Hillman, Il codice dell’anima, Adelphi edizioni, 2020 ). Amore si coniuga con libertà ma come si fugge dalla libertà così si fugge dall’amore. All’amore e alla libertà nessuno può sfuggire e in questa epoca così complessa si ha la sensazione di essere prigionieri. Ma in questa invisibile prigionia del corpo, che a sua volta può imprigionare il cuore, ci si può accorgere improvvisamente che esiste la libertà di pensiero non disgiunta dalla solidarietà, dunque dall’amore agapico. Una sorta di purificazione, se non fossimo attanagliati dai dubbi atroci che l’esistenza del Virus ci pone. Sembra quasi una punizione divina, innocenti e fragili che soccombono: una dimensione del male assoluto che non guarda in faccia a nessuno. “La pace richiede quattro condizioni essenziali: verità, giustizia, amore e libertà.”, scrive Papa Giovanni Paolo II. Ma dove è la verità di tutta questa umana planetaria tragedia? Dove la giustizia se i piccoli soccombono e rischiano di finire nelle reti di coloro che scrupolo non hanno? Dove è l’amore che appare ghettizzato in favore dalle attività sessuali che avrebbero in natura ben altro scopo? E di quale libertà si parla ? Quella confusa con la smania degli aperitivi o delle tristi movide? La pace, cioè l’unione duratura tra i popoli e gli individui, si fonda su quattro parole non certo prive di senso.

Non nego di infastidirmi quando si usano termini quali vulnerabili e fragili attribuendoli agli altri come se noi poi fossimo immuni da vulnerabilità e fragilità. E invece siamo tutti esposti in senso assoluto, ovviamente con le debite differenze. Per non dire poi che molti si sono trovati in fragilità a causa di restrizioni dovute alla epidemia. Un senso di disorientamento per istrada il timore di camminare, di inciampare sui pavimenti sconnessi (per disattenzione o incuria?) ,l’angoscia di dovere incontrare un amico “positivo”, di respirare il virus nell’aria. Insomma siamo stati tutti infantilizzati, resi all’impotenza, alla dipendenza assoluta: e molti hanno conosciuto il loro lato oscuro, l’odio sottaciuto passato all’atto nei confronti di donne e bambini. Molte coppie in crisi hanno affollato gli studi di professionisti: certo qualcosa non funzionava ab origine ma era tutto compensato e invece il Covid 19 ha facilitato l'infrangersi di quel “ patto segreto” che lega i coniugi slegando ogni coniugalità.

Non c’è alcuna ragionevolezza in questo male e in questo malessere che sembra sovrastare tutto se non una "crudele" ragione intuibile ma non facilmente dimostrabile: nel vaccino, dunque, ogni speranza. Ma forse esiste un’altra speranza. Quella di ritrovare l‘umanità. Il maggese che rigenera la terra non può durare a lungo, di solito al massimo un anno e segue delle regole precise in previsione della rotazione delle colture. In precedenza lo scorso anno ho scritto che psicologicamente lo stare a maggese è fondamentale per non isterilire la creatività, per rigenerarsi. Ma il maggese non può essere eterno , ha le sue regole e ritmi necessari sia per i campi che per la psiche. La natura ci insegna tante cose a saperla osservare. Il lavoro è fonte di vita in tutti i sensi: e innanzitutto fa sentire di esistere e così il non senso cede il posto ad un Senso aperto che può generare felicità .

Ma urge ritrovare la base di ogni relazione per guarire davvero e non solo dal Virus: l’Umanità. La vita, infatti, è il bene più prezioso; la salute è onnicomprensiva e non fa riferimento certamente alla negazione della malattia o alla dimensione edonistica alla quale i massmedia ci hanno abituato. Il rispetto per la persona umana è centrale: ma la reciprocità e la comprensione presuppongono un ascolto diverso dell’Altro affinché non si ceda alla tentazione del dominio dell’uomo sull’Uomo e dunque a volere il “potere sull’Umanità”.

C’è in verità, all’interno di ciascuno di noi la difficoltà di riconoscere la reciproca Alterità. Ed è qui che il discorso si fa veramente complesso, perché al “potere sull’Umanità” dobbiamo sostituire il “potere dell’Umanità”. In ogni caso si tratta di un progetto complesso e necessario per la storia degli esseri umani. D’altra parte, come ci ricorda Ernesto Balducci, siamo ormai di fronte all’Uomo Planetario poiché “noi abitiamo la città Terra”: dinanzi a tale realtà l’unica possibilità che abbiamo è “aver fede nell’umanità” e non già soltanto «nell’umanità così com’è, ma nell’umanità come può essere». Oggi con le nuove tecnologie, così come quando «l’uomo scoprì l’uso del fuoco, ci troviamo dinanzi ad una scelta: distruggere o costruire». Ma ciò dipende soltanto da noi. La storia umana, come si sa, è intrisa di violenza e oggi più che mai ha bisogno di testimoni. Hammurabi istituì il codice delle leggi proprio per difendere il più debole nei confronti del più forte. Siamo, però, nella congerie di grandi mutamenti, forse di mutazioni, così come si usa dire in genetica. Ma proprio quando si ha la consapevolezza di essere dinanzi a inediti scenari della storia si avverte il bisogno di creare nuovi modelli e una rinnovata cultura in modo da non essere e sentirsi anacronistici e inadeguati.

In verità è sempre attuale, come ho più volte affermato, il pensiero di Immanuel Kant secondo il quale «l’essere umano deve trattare la propria e altrui umanità come fine e non semplicemente come un mezzo» .Questo assunto nonostante le varie storiche trasgressioni è sempre stato riaffermato. Ma per poter accettare il cambiamento, meglio, la trasformazione della società, bisogna innanzitutto essere pronti al cambiamento, il che vuol dire essere pronti a perdere parte delle proprie certezze per poter incontrare l’Altro, identità diverse...D’altra parte si sa che l’identità è comunque un processo dinamico e che resistere ai cambiamenti determina la fine di qualsiasi società e istituzione. Il principio dell’Umanità, nel corso della storia, è stato dunque il più affermato e contemporaneamente il più disatteso e tradito per motivi molto complessi e profondi: il potere sull’Altro, infatti, rassicura, determina un senso di onnipotenza, quale misura controfobica nei confronti della morte. Il potere sull’Altro si nutre di Thanatos, per cui la violenza finisce per generare violenza. Qui si tratta invece di “mutare” ottica: la storia è il frutto di linee di sviluppo che si intrecciano tra loro, della reciprocità e dell’integrazione.

All’interno di tale nuova realtà con un Virus che trascorre il suo tempo con noi inconsapevole dell’uso che si fa della sua “ misteriosa” esistenza si tratta innanzitutto di ricordare tutta la drammaticità di una storia che talvolta ha pensato di poter in qualche modo “prevalere” sull’Altro da sé. L’uomo non è chiamato a dominare il mondo, bensì a custodirlo. La violenza, le menzogne, gli inganni, il dolore e le prevaricazioni non feriscono solo gli ammalati, gli emarginati, i profughi, i vinti, ma in qualche modo – che ne siano consapevoli o no – finiscono per riguardare anche coloro che sono più fortunati, i privilegiati e i vincitori.

Oggi più che mai e con chiunque gestisca il potere politico, di qualunque colore sia, fondamentale è l’attenzione alla persona umana nella sua complessità per costruire insieme all’Altro – l’Alterità – complice l'innocente Covid 19, una nuova dimensione dell’Europa e del mondo. E con questi sentimenti attendo l'Estate: la stagione del bel tempo!

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