“Cucinare stanca”, se si é incapacy…

 


FRANCESCO GRECO - Non siete capaci a farvi manco un uovo al tegamino e a stenti riuscite a prepararvi il caffè? Ignorate le magnifiche virtù dello zenzero e le sorti progressive degli asparagi selvatici? La besciamella vi fa senso e pudicamente tacete quando nei salotti buoni si discute delle proprietà della carne del maiale e del cavallo?

Se un tempo si sognava la rivoluzione, oggi se riesci a farti una frittatina, possibilmente gustosa, senza dar fuoco al tinello, Robespierre e Marat si possono anche rottamare.

Insomma, appartenete alla casta degli imbranati, che il politically correct oggi dice “incapacy”? Ecco il libro che fa per voi, che forse cambierà la vostra vita, operando in voi una metamorfosi se non come quella di Ovidio o Kafka, almeno per far bella figura con l’amante.

Lo ha messo giù con leggerezza e ironia Sofia Fabiani, giovane romana (1988, quasi una millennials), perito chimico con addentellati nella pasticceria d’autore (insomma, una ragazza da sposare, con la testa al solito posto, direbbe Totò), che ha trasformato il successo di like e followers su Instagram in pagine di carta per una fruizione più vasta (anche chi non è social cucina per sé e la famiglia).

“Cucinare stanca” (Manuale per incapacy), Giunti Editore, Firenze 2021, pp. 224, € 19.90 (collana “Ricettario d’autore”), prefazione di Sara Porro (che vola alto e in attesa della torta a 9 piani promessa da Sofia, cita il classico e Nietsche), non è il solito libro di cucina dei professoroni che appaiono in video, venerati come santoni, i filosofi del nostro tempo, più autorevoli di Plotino, che talvolta cucinano sbobba indigesta con l’alibi di fare cucina gourmet con le varianti della molecolare e del 3d (e che poi devi scendere giù alla rosticceria all’angolo e sfamarti con la “Margherita” se non vuoi crollare per la fame).

E’ una via filosofico-culinaria con declinazione New-Age già aperta da Arianna Musarò (“Ricette celestiali”) e dall’opera omnia di Don Pasta (Daniele De Michele), ma Sofia ha uno scarto in più: la sapienza. si direbbe da guru orientale, di mettersi dalla parte di chi ha poco tempo per preparare per sé e la sua famiglia dati i ritmi infernali che ci siamo dati, ma che deve farlo in modo equilibrato, affinché la dieta, e quindi il fisico, non ne risentano.

“Datevi tempo e fidatevi di me – premette la prof – in ognuno di noi c’è un incapacy che aspetta solo di essere svegliato”. Detto, fatto.

La regina Sofia para eventuali critiche definendo il suo uno “stupidario” e poi ci prende per mano e ci guida nei gironi infernali dove, se si è digiuni della materia, c’è pianto e stridor di denti, ma se si ha la pazienza e l’umiltà di ascoltarla, alla fine si uscirà, come Dante e Virgilio, a riveder le stelle.

Devota a Demetra e a Cerere, la sacerdotessa Sofia sa come officiare i suoi riti dionisiaci, titillare le vostre papille gustative, inchiodarvi ai fornelli come Prometeo alla montagna: ha innati poteri taumaturgici. Una semplice pasta al burro e parmigiano potrà essere letta come una lezione di Socrate agli Ateniesi e la preparazione di una lasagna più ostica di un master sui buchi neri.

Ma scoprirete in voi un’altra persona che non sospettavate, come uno sdoppiamento di personalità, una bilocazione alla Padre Pio, un’ansia di sublime, la smania di elevarvi all’Olimpo per banchettare con le divinità.

Non resta allora che augurarvi buon viaggio!

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