“Sanremo? Ci sarà tempo...', intervista a Manuela Villa

FRANCESCO GRECO - “Se fossi un uomo/ mi toglierei i calzoni…”. E’ l’incipit dell’ultimo singolo di Manuela Villa, impegnata sul delicatissimo fronte della violenza sulle donne, che da due anni in qua, fra lockdown e clausure, è aumentata di molto, come sei il virus fosse l’alleato più prezioso per il maschio molesto.

La figlia del “reuccio” Claudio da Trastevere è una delle interpreti più sincere e appassionate del panorama musicale italiano. Al pubblico viene la pelle d’oca quando, ai concerti, duetta col celebre padre, da cui ha ereditato una personalità forte e indomabile.

Un tema forte, e purtroppo attuale, la violenza sulle donne: come è arrivata a scegliere quel testo?

“Ho scritto questa canzone pensando, durante il lockdown, a tutte quelle donne chiuse in casa con un uomo che non le rispettava, senza avere la possibilità dì denunciare”. 

Per altro, sotto l’aspetto squisitamente estetico e musicale, è lontana, l’interpretazione, dal suo approccio naturale ai brani…

“Non mi preoccupa questo, tutt’altro. Ho voluto sacrificare la mia vocalità per dare spazio a un messaggio importante più di ogni altra cosa”.

 E’ più insidiosa la violenza fisica o quella psicologica, posto che si possano scindere questi due livelli?

“L’una è complice dell’altra, ma per esperienza personale posso dire che quella psicologica è una goccia cinese che devasta”.

Poteva presentarla al Festival di Sanremo, Amadeus non ha il suo numero?

“Il Festival lo paragono a una grande festa, se non hai l’invito non puoi andare, ma ci sarà tempo…”.

 Come sta vivendo questo periodo molto duro sotto ogni aspetto?

“Mi rendo utile per me e per gli altri scrivendo libri e canzoni con temi sociali”.