Polignano, la Copeta inserita tra i prodotti agroalimentari tradizionali

(credits: F.Pellegrini)

POLIGNANO (BA) - “A chepaite” ovvero la “Copeta”, un antico dolce di Polignano è entrato a far parte dell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) pugliesi. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali entrano, infatti, 18 nuovi PAT portando il numero definitivo a ben 329.

“Come ebbe a raccontare tempo addietro Fabio Pellegrini, sulle pagine del progetto La Compagnia del Carosello di Biodiverso del prof. Santamaria – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura – la copeta polignanese si ottiene da carrube spezzettate e snocciolate (70%), pestate in un mortaio insieme a fichi secchi (20%), mandorle (5%), noci (5%) qualche pezzetto di cannella, qualche scorza di limone e/o arancia. Il dolce non va confuso con l’omonima copeta salentina, ovvero un torrone croccante di frutti di mandorle. Generalmente erano le nonne che chiamavano intorno a loro i nipoti e pestando questi ingredienti preparavano la “chepaite”: ottenevano una palla di una pasta molle e malleabile per ricavare tanti bastoncini che si lasciavano asciugare un poco prima di mangiarli. Ora, - prosegue - grazie all’inserimento tra i prodotti agroalimentari tradizionali, potremo preservare nel tempo, generazione dopo generazione, questa preparazione che con il suo carico di valori, cultura e tradizione può rappresentare anche un’attrattiva per visitatori e turisti che giungono a Polignano.

Un riferimento molto antico di questa dolce polignanese è riportato in un documento del 1629: dai Registri Capitolari (Libro d’Introito et Esito) risulta una nota spese del clero locale ed elenco di quello che serviva per preparare un banchetto in onore del nuovo Vescovo. La Copeta è a base di carrube (che sostituivano il cacao) che, un tempo, erano molto presenti sul territorio polignanese e che sono state divelte per far spazio a colture orticole. “Grazie all’interessamento dell’avvocato Paolo Emilio Giuliani – prosegue Giuseppe L’Abbate (M5S) – abbiamo inserito ben 4 esemplari di carrubo, presenti in un terreno di sua proprietà in contrada La Grave, nell’elenco degli Alberi Monumentali redatto dal Ministero delle Politiche Agricole per tutelarli. Tra questi anche il ‘Patriarca’ millenario che salvammo modificando il tracciato previsto inizialmente da un gasdotto e mettendolo così in sicurezza”.

A far parte dei PAT pugliesi entrano, poi, anche l’anisetta tra i distillati e i liquori, la bombetta tra le carni e il polpo crudo arricciato tra i molluschi. Diversi i prodotti vegetali: aspraggine volgare, il cavolo rapa (chepe de murte), le cicorie selvatiche o cicorielle, le fave arrostite, la patata bisestile, la pera Petrucina e i peperoni sotto pressa di Melissano (pipirussi allu carcu). Tra i prodotti da panetteria, oltre alla copeta di Polignano, entrano nell’elenco ministeriale la faldacchea di Turi e i Quaresimali. Infine, tra i prodotti gastronomici entrano le orecchiette con la rucola, i pezzetti di cavallo, i piselli con le uova, le polpette di cavallo e il Quatarone di Galatone.

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