“Transiberiana”, nel cuore della Russia di ieri e oggi


FRANCESCO GRECO
- “Ogni viaggio è un percorso che espande le frontiere, la Russia non finisce ai confini della regione in cui vivi” (Viktor Konovalenko). Vero. La Russia è un Paese sconfinato, dove, riecheggiando Carlo V, non tramonta mai il sole. Esteso quattro volte la Cina, sessanta volte l’Italia. Gli Urali lo dividono in due: a ovest l’Europa, a est l’Asia. Un puzzle di oltre 200 etnie. Una Babele di lingue intrecciate.

Per chi, fellinianamente, poco sa e tutto immagina della Grande Madre Russia, un viaggio di quasi diecimila km, che dura ben sei giorni (Mosca-Vladivostock, km zero alla stazione moscovita di Jaroslav), con soste nelle 146 stazioni toccate, è l’ideale per conoscere il cuore antico e moderno del Paese di Pushkin.

“Transiberiana” (Tutti a bordo!), di Alexandra Litvina, con le belle illustrazioni di Anna Desnitskaya e la pregevole traduzione dal russo di Lila Grieco, Donzelli Editore, Roma 2022, pp. 78, € 27,00, è un una sorta di reportage che fa entrare il forestiero nel pathos intimo della Russia, facendolo rivivere con intensa emozione e viva partecipazione.

I russi grandi e piccini, da un angolo all’altro del Paese, parlano con orgoglio del “loro” treno, un’istituzione sin dalla sua nascita, nel 1891 (a Vladivostock il futuro imperatore Nicola II inaugurò l’inizio dei lavori), svelando le bellezze del paesaggio intorno: fiumi, laghi, deserti, steppe, taighe, foreste, tundre, musei, tradizioni, piatti tipici, le favole e le leggende del sontuoso immaginario collettivo (sapevate che Ded Moroz, Nonno Gelo, ha una nipotina, la Fanciulla di neve, chiamata Snegurochka?), i personaggi che hanno fatto la Storia (leggenda vuole che Rasputin fosse così schifiltoso da farsi costruire un bagno privato nella sua stazione).

Sapevate che a Irkutsk c’è la “Casa dell’Europa”? Che Ekaterinburg è considerata, oltre al “confine tra Europa e Asia“ (da Jakov, Gheorghij e Sofia Ghitelman, 8, 14 e 10 anni, “qui si avverte l’influenza della cultura di entrambe le parti del mondo”), anche la capitale del rock russo? E chi sono gli dèi di Perm? Che nel 1946 il monastero di Ivolga divenne il centro del buddhismo nell’Urss? E che il 31 maggio 1890 lo scrittore Anton Cechov passò da Kansk e al ristorante della stazione mangiò un piatto di borsc?

Siete curiosi di sapere cosa sono i bliny, i ciuffolotti, il rozhok? E sapete chi è Dersu Uzala e che a Zima (4943 km da Mosca) c’è la casa-museo dove nacque il poeta Evghenij Evtushenko (“E ci saranno migliaia di capitali / a prostrarsi dinanzi a te / E ci saranno migliaia di vittorie…”)? C’è anche via Lenin.

Che il taimen (famiglia dei salmoni) può raggiungere i due metri? E che a Jaroslavl Pass (330 km da Mosca) potete visitare il monastero della Trasfigurazione del Salvatore? Che in Kamciatka (la più grande penisola russa) ci sono più di 30 vulcani, attivi?

E che la prima metro di Mosca (abitanti mln 12, 5) fu inaugurata nel 1935? Che la temperatura in Siberia va da -55 a +45? A Zavitaja c’è un memoriale delle vittime delle repressioni politiche. E sotto la grande guerra patriottica, dopo che macchinisti e fuochisti andarono al fronte, le donne guidarono le locomotive.

Il treno della Transiberiana diventa così una sorta di Aleph, una password per aprire un mondo misterioso, affascinante, magico, che conserva intatto il senso del sacro e un’identità viva, non annegata nella globalizzazione: in Russia un poeta non è solo un poeta.

“Spesso ho la sensazione che a Mosca non respiriamo aria ma la storia…” (Alexandra Litvina). Che è anche la storia d’Europa: non era forse detta la “terza Roma”?

“Nel paese dei cumuli di neve ad altezza d’uomo / Nel paese sconfinato come una notte insonne / Vola / ll treno dalla Siberia alla Siberia…” (Umka, poetessa e cantautrice).

E allora, ticket, tutti a bordo e… do svidanie!

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