Bari, docente picchiato dopo nota a studentessa: "Ho paura di tornare in classe". La preside: "Da lui comportamenti poco corretti"


BARI - Picchiato dopo aver messo una nota ad studentessa. E' accaduto a Bari ad un docente dell'Istituto Majorana che, a distanza di poche ore dal provvedimento disciplinare, ha subito la vendetta di due persone, probabilmente familiari della ragazza. L’episodio riportato dal Corriere del Mezzogiorno risale al 23 settembre. Il professore è stato poi costretto a recarsi in ospedale con un occhio nero.

“Ho il terrore solo a pensare di poter ritornare in quella scuola dove due balordi non hanno esitato a riempirmi di schiaffi senza che io potessi spiegare nulla né difendermi, entrando impuniti a scuola e andati via come se nulla fosse accaduto – racconta il prof. Vincenzo Amorese al Corriere del Mezzogiorno -. Non mi era mai accaduto nulla del genere prima e sono preoccupatissimo del fatto che chi mi ha aggredito sia riuscito tranquillamente a raggiungere il primo piano dell’edificio scolastico senza alcun tipo di filtro, interrompendo il pubblico servizio con un atteggiamento che è proprio di chi crede di essere impunito”.

“Chi mi ha colpito mi ha anche intimato di non permettermi ripetere in futuro sanzionare ancora la ragazza per non incorrere nel rischio di subire un’ulteriore punizione – ha continuato -. Per la prima volta in 57 anni di vita, sono stato trattato in questa maniera umiliante, senza sortire la possibilità di spiegarmi e difendermi. Al Nord, dove ho prestato il mio onorato servizio di insegnamento sino all’anno scorso, tutto ciò sarebbe stato inconcepibile. Al momento non me la sento di tornare lì dove ho seriamente rischiato un trauma cranico per il sol fatto di aver esercitato le mie funzioni di docente”.

La preside dell'Istituto Majorana, Paola Petruzzelli, conferma: “C’è un'indagine in corso. Le ragazze della classe dove il docente insegna hanno un'altra versione e le loro mamme, già una decina, si sono riunite per sporgere denuncia. Il docente inoltre è in assegnazione provvisoria. Lui in realtà è docente di ruolo in Lombardia, e ha chiesto un trasferimento provvisorio al Sud. Non so il motivo per cui volesse cambiare sede dove insegnare”. 

Poi la preside precisa: "La vicenda non è come è stata raccontata dal professore. C'è ben altro. Lui ha avuto atteggiamenti non corretti. Ci sono ancora indagini in corso, per cui non posso essere dettagliata. Io ho comunque approfondito la vicenda - ha aggiunto - ascoltando le alunne. Quello che lui ha dichiarato non corrisponde al vero. Per niente. Lui ha avuto dei comportamenti che non sono consoni ad un docente".

"Questo è quello che emerge dalle mie indagini e poi tra l'altro - afferma la dirigente - i genitori della ragazza hanno fatto una denuncia ai carabinieri dove hanno fatto altre dichiarazioni. Da parte nostra c'è la massima collaborazione con le forze dell'ordine". Il docente, come confermato dalla dirigente scolastica, dopo la presunta aggressione, avvenuta il 23 settembre scorso, non è ancora rientrato a scuola.

SASSO: “REAGIRE E RESPINGERE MESSAGGI MAFIOSI” - “Neanche il tempo di rimarcare l'importanza della figura dell'insegnante nella giornata che dovrebbe celebrarla in tutto il mondo, che purtroppo la cronaca ci restituisce una brutta realtà, fatta di violenza, di umiliazione, di atteggiamenti mafiosi ai danni proprio di un insegnante. È di pochi minuti fa la notizia di una aggressione avvenuta in una scuola di Bari ai danni di un professore che è stato prima insultato e poi picchiato durante l'orario di lezione in classe, davanti ai suoi alunni, da due delinquenti entrati indisturbati nell'edificio scolastico. La sua colpa? Quella di aver messo una nota ad una studentessa irrequieta che poi si sarebbe vendicata chiamando i due individui. Mi recherò personalmente nelle prossime ore in quella scuola per portare solidarietà all'intera comunità scolastica e ribadire la fermezza dello Stato nel rispondere con determinazione e durezza a chi ha umiliato e picchiato Vincenzo, professore di 57 anni tornato in Puglia dopo aver insegnato al Nord per 20 anni.”. Così il Sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, della Lega, appena riconfermato deputato nel collegio uninominale di Altamura.

“Chi tocca un insegnante tocca un milione di lavoratori della scuola e 8 milioni di studenti, tocca lo Stato e lo Stato deve intervenire. Nel 2019 depositai a mia prima firma una proposta di legge (n.1820 https://www.camera.it/leg18/126?tab=&leg=18&idDocumento=1820&sede=&tipo=) che prevede l'inasprimento della pena per chi usa violenze nei confronti di un docente, ma è rimasta impantanata nella burocrazia parlamentare. Mi impegno a portarla in Aula come primo atto della prossima legislatura.
Lungi da me voler occuparmi di casi come questo esclusivamente dal punto di vista repressivo, condivido di certo l'approccio pedagogico teso alla prevenzione di determinati e pessimi fenomeni soprattutto nelle scuole c.d. di periferia, ma chi ha sbagliato deve pagare, tutto e fino in fondo. Un professore non può avere paura di fare il proprio mestiere, non può avere paura di andare in classe a fare lezione”.

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