"La 'Christmas Loneliness' è più diffusa di quanto si pensi": intervista alla psicologa-psicoterapeuta Arcangela Savino


DANIELE MARTINI
- Il Natale, come si sa, è la festa per eccellenza. E il momento di festività unisce tutte le persone. Ma c'è chi vive questo periodo magico con tristezza: gli anziani lasciati soli, le coppie che hanno i cosiddetti "doppi amori" e poi ci sono anche gli "amori divisi".

Di tutto questo ne abbiamo parlato in un'intervista con la psicologa-psicoterapeuta Arcangela Savino, la quale ha risposto egregiamente alle domande poste:

D. Come nasce la passione per la sua professione?

R. La passione per il mio lavoro nasce dal desiderio di voler aiutare l'altro a "star bene". Sin da quando ero piccola era vivo lo spirito nel dedicarmi all'altro volendo diventare suora missionaria, pensiero concepito all'età di cinque anni e avuto per tutto il periodo delle elementari, l'attuale scuola primaria. Per poi organizzare feste con i miei coetanei per tutto il periodo dell'adolescenza e in ultimo difendendo i più deboli a scuola tanto da far pensare ai professori di voler diventare un avvocato.
Prima di essere una psicologa e psicoterapeuta per l'adulto il mio interesse è stato ed è il bambino. In particolare ho diretto la mia attenzione al benessere del bambino a scuola. La scuola insieme alla famiglia sono luoghi di vita primari nella crescita identitaria di un bambino. Noi formiamo la nostra identità in relazione all'ambiente e all'altro perchè siamo esseri sociali. Le relazioni affettive vissute all'interno della famiglia e nell'ambito scolastico, incluso l'asilo nido per i più piccoli, costituiscono un forte stimolo per lo sviluppo dell'Io e del Sé. Il nostro sviluppo è influenzato dall'interazione bio-psico-socio-affettiva, dai valori trasmessi dai propri genitori e dal gruppo di appartenenza per giungere ai valori culturali. Ogni ambito di vita è stimolo percettivo per la nostra evoluzione. Lo stesso J. Bruner, psicologo statunitense, parlando della percezione ha sostenuto che essa non è una semplice risposta ad uno stimolo sensoriale e/o cognitivo ma è un processo influenzato dai bisogni, da esperienze vissute, dai valori familiari, sociali e culturali. Ed ecco che l'interesse per la psicologia è nato come strumento di miglioramento della qualità della vita fino a diventare un mezzo di cura per riparare o risanare parti o stati del proprio Io che impediscono il raggiungimento di una buona salute psico-emotivo attraverso una unità integrativa del proprio Sé compromettendo il benessere della propria esistenza.

D. Parliamo di un argomento: la "solitudine natalizia". Quanto è diffuso a livello nazionale ma, in modo particolare, nella nostra Puglia?

R. Christmas loneliness. La solitudine a Natale è una solitudine che viene sperimentata anche in altri giorni dell'anno. Il Natale porta con sé la rappresentazione dei legami affettivi primari, padre, madre e figlio, e intimi la condivisione di momenti felici insieme al familiare, parenti e amici. Il Natale sia nel suo senso biblico che laico è la festa dell'appartenenza. Io sono "insieme a" o "insieme con". L'assenza o lo svuotamento di questo vissuto rimanda all'essere solo e a non poter condividere con l'altro momenti di gioia e di felicità ed ecco che l'angoscia si manifesta. L'essere in relazione e in sintonia con l'altro ci fa sentire felici e vitali pieni di energia nonché pieni di motivazione. Alda Merini scriveva "senza", senza la gioia, senza il calore e senza l'amore. Nella sua poesia Natale 1989 ha voluto dar voce alla solitudine e alla povertà affettiva. Un Natale pieno di sofferenza è la poesia della cruda e schietta poetessa alla quale si affianca "Buon Natale" una lettera, invece, di speranza e di desideri anelati. Proprio queste due magnifiche poesie manifestano i possibili vissuti contrapposti dentro di noi la presenza e l'assenza. La solitudine evoca la privazione, la rinuncia, il disagio, il patimento, in una sola parola la perdita.
La christmas loneliness è più diffusa di quanto si pensi sicuramente ognuno di noi può aver incontrato anche occasionalmente, in qualche scambio verbale, una persona che non ama il clima natalizio o si ha vicino un conoscente, un amico o un parente che vive il Natale come un fastidio. Ossia un senso di sofferenza per un qualcosa che in vario modo turba. Una causa possibile di questa diffusione può essere addebitata a quello che Bauman definiva "relazioni liquide" ma anche ad una crescente fragilità dei legami affettivi originari insieme ad un impoverimento economico e a condizioni di lavoro che ti portano ad essere lontano dalla famiglia.
Non ho dati nazionali specifici sulla solitudine natalizia sicuramente secondo una indagine dell'Eurostat del 2015 l'Italia era il "campione della solitudine". Secondo l'indagine pubblicata sul sito dell'Eurostat gli italiani rispetto al resto d'Europa già a partire dai 16 anni in su dichiarano di essere soli per una percentuale del 12-13% a fronte del 6% nel resto d'Europa.
Quindi si potrebbe ipotizzare che la solitudine possa altrettanto anche essa raggiungere una percentuale significativa a Natale sull'intero territorio nazionale. Sarebbe interessante indagare le diverse zone dell'Italia come vive questa festività. In particolare si potrebbe pensare per il futuro di fare una ricerca sulla christmas loneliness nella regione Puglia dato che non vi sono dati in merito e considerando i cambiamenti sociali può essere una buona occasione per indagare come viene vissuto il periodo natalizio da noi pugliesi.

D. Quali sono, secondo lei, i gesti o le azioni che potrebbero rendere le persone felici e quindi combattere la "solitudine natalizia"?

R. L'accoglienza. Accogliere sé stessi è sicuramente Il primo gesto che si deve fare verso la propria persona per affrontare la solitudine. Molto spesso alberghiamo nel corpo ma non siamo in contatto profondo con noi stessi. Nella mia esperienza professionale ho potuto toccare con mano quanto l'essere umano sia staccato da sé stesso. E' come se fosse un mezzo di movimento, un trasportatore, ma non creatore (consapevole) del suo Sé e dei suoi stati emotivi. Posso sintetizzare dicendo che molti di noi albergano nell'essere incarnato ma non si amano. L'assenza di contatto con la propria interiorità origina la sensazione di vuoto. Il vuoto genera la solitudine. Questo vissuto è causato da esperienze affettive poco soddisfacenti o per nulla positive a partire dall'infanzia ma anche da difficoltà psicologiche nella crescita personale il quale compromette l'interiorizzazione dell'amore per sé stessi. La condivisione. La sintonizzazione emotiva è un'azione importante che ci consente di condividere stati emotivi dell'altro e che ci permettono di entrare in relazione. Stern e altri autori parlano di intersoggettiva nucleare come la capacità innata che abbiamo di entrare in condivisione e organizzare l'interazione sociale integrando al contempo percezione e affetto, sistemi motivazionali e rappresentazione di sé stessi e dell'altro. Teoria confermata successivamente dalla scoperta scientifica neuroni a specchio. Questi ultimi permettono una partecipazione diretta alle azioni o all'emozione dell'altro stimolando una corrispondenza di stati che genera condivisione e comprensione degli altri. Ecco che la condivisione affettiva determina lo sviluppo del senso di appartenenza psicologica sviluppando il senso di vicinanza e di reciprocità. Ciò che ci rende vivi e felici è l'amore per sé stessi e l'amore per l'altro (persone o animali). Attraverso ogni gesto di affetto o di amore si vive la completezza di essere contemporaneamente soggetto e oggetto d'amore. Il Natale è l'espressione per eccellenza dell'amore il mio invito a coloro che soffrono la Christmas loneliness è quello di cogliere il momento natalizio per sperimentare l'amore per sé stessi attraverso azioni di compartecipazione a gesti di tenerezza e di coccole rivolti alla propria persona e per l'altro.

D. Altro argomento di cui si parla è il "doppio amore". Come si fa a gestire una situazione del genere in questo periodo?

R. I doppi legami sono più comuni e diffusi di quanto si possa pensare tanto da parlare di polifedeltà. Il "doppio amore" è un tema che sotto ogni festività si enfatizza negli umori e nelle richieste implicite ed esplicite dei partner. I doppi amori si ritrovano maggiormente negli uomini che nelle donne. Sebbene in alcuni casi il partner femminile sia a conoscenza della presenza di un'altra donna. Nella ricerca dell'amore si deve sapere che le dinamiche coinvolte sono diverse dalla spinta sessuale al bisogno di attenzioni e di cura fino ad arrivare alla ricerca irrefrenabile di un appagamento del Sé che l'altro non può offrire completamente in quanto può completare solo un parte di noi. E' semplice gestire un doppio legame, e chi lo vive lo sa, basta avere creatività e sapersi organizzare. Non è ironia è mera realtà. Risulta più stimolante della quotidianità fissa e standardizzata sapere di avere più di una relazione poiché elicita il brio in contrasto alla noia. Tre parole chiave mi vengono in mente per rispondere alla sua domanda e sono "gestione", "impegno" e "intensità". Dinanzi a situazioni complesse da vivere la "mente impulsiva" si bilancia con la "mente razionale" è il miglior risultato si raggiunge con la giusta attivazione di entrambi. L'intensità si esplica con l'attenzione che si rivolge verso qualcosa, la persona che vive nel doppio legame sicuramente vive momenti di intensità emotiva insieme ad una intensa attivazione cognitiva e fisica sapendo valorizzare al contempo il tempo a disposizione. Ora coloro che vivono doppi amori appaiono organizzati e coerenti nel loro agire nel dare le dovute spiegazioni ad esempio nell'essere dei buoni organizzatori del tempo e dello spazio in cui si trovano a condividere con il partner. La creatività è sicuramente un altro elemento che si mobilita insieme alla passione. Gestire più di una relazione richiede un ricambio di idee e di costruzione immaginativa delle proprie azioni il cui risultato è essere emotivamente coinvolti in modo "adeguato" e sentirsi così appagati.

D. Come si fa a capire quale, tra le due, è la persona alla quale si è più legati?

R. Spesso si confonde l'amore della relazione di coppia con l'attaccamento nei confronti di una persona specifica. L'affezione è un elemento che ci fa sentire legati all'altro e favorisce lo stare dentro una relazione anche se poco stimolante. "Gli sono affezionato, non riesco a rompere". Quanti di voi hanno sentito o provato almeno una volta questa frase. La ricerca dell'altro è attivata da diversi sistemi motivazionali che possono essere indipendenti tra loro ad esempio la spinta sessuale può essere indipendente dal bisogno di attaccamento o di cura da parte della persona con cui si sceglie di entrare in relazione. L'appagamento affettivo spesso entra in contrasto con il senso morale e del dovere rinforzando così il doppio legame. E' opportuno specificare la differenza tra sentimento d'amore, legame affettivo e vincolo psicologico. Oggi vi è una sovrapposizione di questi stati che porta a fondere il legame affettivo con il sentimento d'amore complice sicuramente anche la complessità dell'amore; l'unico ordine viene dall'interno. Pensare soggettivamente cosa è per noi un sentimento d'amore e a cosa diamo valore e importanza può aiutare a riconoscere la persona verso cui si nutre amore. Di certo un rapporto d'amore vive sulle cinque "I" come dei pilastri e sono l'intesa, l'intenzionalità, l'insieme, l'intimità, inter-indipendenza. L'unione di intenti in questo sentire determina la scelta e la preferenza del legame d'amore. Questi elementi vissuti in comunione con il partner promuovono l'unione d'amore e stimolano la progettazione presente e futura sui passi da compiere insieme e orientano verso la giusta direzione con più ordine e meno confusione.

D. Ultimo argomento: gli "amori divisi". Come mai tante coppie decidono di separarsi proprio nel periodo natalizio e cosa spinge loro a fare questo?

R. Può sembrare "incredibile" ma è proprio così circa il 30% delle coppie terminano il loro percorso sotto le festività natalizie. Si è visto che di questa percentuale i fidanzamenti terminano nel mese di dicembre mentre le relazioni coniugali o di fatto dopo le festività di natale nel mese di gennaio. Il Natale attiva fantasie e desideri cariche di emozioni e di aspettative. La gestione della divisione dei momenti da condividere con le rispettive famiglie e con gli amici può creare divergenze di vedute fino ad attivare conflitti che sono molto probabilmente già presenti all'interno della relazione. Oltre alle feste da dividere tra parenti c'è pure la questione dei regali, questo è un aspetto più presente in coppie con anni di rapporto, cosa e quanto si è speso per un familiare piuttosto che per un altro confrontando con quello che si è ricevuto l'anno precedente. Senza tralasciare le delusioni per un regalo ricevuto piuttosto che quello che si desiderava insieme all'ansia per un regalo non soddisfatto. Le emozioni che si attivano in questo periodo generano uno stato eccitatorio che espongono a possibili scontri.

D. Quali sono i suggerimenti per vivere al meglio l'amore diviso a Natale?

R. Ci sono vari motivi perché le persone che si amano possono vivere divisi a Natale. Pensiamo ad esempio alla lontananza per motivi di lavoro o di studio, a causa di una malattia per cui si rende necessaria l'ospedalizzazione, alle persone in carcere o agli anziani in case di riposo. Agli amori che vorrebbero essere vissuti in live ma hanno degli impedimenti come accade per il doppio amore. A rapporti genitoriali spezzati. Quindi cosa fare per trascorrere il Natale sereno e lontano dai propri affetti e amori? Sintonizzarsi come onde radio sul bene che si nutre per chi non è vicino a noi. L'amore è la vibrazione più alta e raggiunge l'anima dell'altro donando una sensazione di serenità. Penso alla parola "importanza", non è solo un vocabolo, è un concetto. Sentire di essere intrinsecamente importante come soggetto e oggetto d'amore e di avere un valore innato in quanto essere di vita riempie il cuore e ci consente di superare ogni distanza reale e immaginaria. Allo stesso modo riconoscere all'altro la sua importanza ci permette di godere gli effetti che ne possono seguire. Al di là di ogni credo il racconto del bambino che arriva al mondo per portare amore e salvare l'umanità è una evocazione significativa del bisogno innato che tutti noi abbiamo di amare, essere amati e di essere protetti. Il più grande insegnamento che il Natale infonde è l'amore incondizionato ossia un amore senza condizioni e senza limiti proprio com'è il nostro spirito e la nostra anima. A limitarci molto spesso non è l'amore che si nutre o che si riceve ma la mente che con le sue congetture è pronta a giudicare e limita il "Sentire" del nostro Io.

D. Che consiglio dà ai giovani che vorrebbero intraprendere la sua professione?

R. Di sicuro di prepararsi ad un intenso cammino di studio con importanti risorse economiche da investire per la formazione della futura attività. La passione sicuramente è alla base di ogni interesse. Tuttavia alla passione si deve accompagnare del pragmatismo che guida le scelte più giuste. L'avanzamento della ricerca nel campo delle neuroscienze sta offrendo conoscenze più approfondite sul funzionamento psicologico. Molto si è scoperto ma ancora tanto altro c'è ancora da scoprire. Il campo della bio-psico medicina è di notevole interesse e sarà il futuro e ancor poco si sa sull'interazione mente corpo. Siamo solo all'inizio. La psiche ha il potere di influenzare e modificare il sistema biologico del corpo vediamo per esempio il decorso di una malattia o l'origine della stessa non può essere ricondotta ad una assolutizzazione della medicina poiché neuro.bio-psicologia è un unicum.

D. Quale suggerimento dà alle persone per trascorrere al meglio queste festività e l'arrivo del nuovo anno?

R. Vivere la luce dell'amore, amare sé stessi sono i miei suggerimenti per trascorrere il periodo natalizio serenamente. E' la serenità che rende felici. Sentire il valore della propria esistenza rende vivi e ci fa sentire in continuità con il dentro e il fuori. Vivere in dialogo con sé stesso e con chi ci sta vicino apre al nuovo, all'inaspettato. E' il fanciullino, come recitava il Pascoli, che è dentro di noi a farci guardare le cose con stupore e con la magia della luce. E' la potenza dello spirito con cui nasciamo e ad essere sempre viva anche nell'età più matura anche quando si è presi dal rancore, dalla rabbia e si trascura quell'angolo dell'anima inaridendo la propria esistenza. Ma nel nostro tempo, sebbene, di impoverimento e di distacco spirituale di fronte a un pensiero «laico» è opportuno sottolineare che ogni esistenza umana conserva nella sua profondità dell'essere la ricerca della verità assoluta ed essa è la spinta per la conoscenza, per la scoperta del proprio credo. Tale ricerca si incrocia con quello che Pietro diceva ai primi cristiani «Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi».

D. Progetti futuri?

R. Realizzare i sogni nel cassetto. Contribuire a diffondere la cultura della salute mentale come elemento integrante della salute e del benessere. Sviluppare l'importanza della salute psicologica passa dalla presenza dello psicologo in differenti luoghi dai contesti scolastici al territorio (ambulatori, studi medici, farmacie, studi privati et al.) e da vari interventi a partire da azioni educative, di prevenzione, di screening fino a giungere alla cura. La vita espone sin dalla tenera età, come anche la cronaca riferisce, alle avversità, ad esperienze dolorose e fortemente traumatiche tanto da alterare l'equilibrio psicobiologico. L'assenza di una cultura psicologica allontana le persone dalla possibilità di stare bene limitando le risorse interne (resilienza, coping) ed esterne (strategie di cura).

Daniele Martini

Sono un giornalista pubblicista, docente di comunicazione e sostegno. Sono un operatore della comunicazione.

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