Le buone maniere del 1897 secondo Camilla Buffoni Zappa


VITTORIO POLITO
- Camilla Buffoni Zappa (1863-1925), poetessa, scrittrice e pedagogista, pubblicò nel 1897, per Enrico Trevisini Editore, il volume "Donnine a modo" - un breve codice di buone creanze per le fanciulle dagli otto ai quindici anni. Un modo, come un altro, di comportarsi in famiglia, a scuola, in strada, con le compagne, nelle feste varie, nella corrispondenza, in sostanza il galateo dell’epoca.

Oggi per galateo si intende comportarsi bene, non solo comportarsi bene a tavola, ma non dire parolacce, comportarsi bene in ambienti di lavoro, non tenere il cellulare sempre acceso, non sostare con l’auto in doppia fila, come se si fosse padroni della strada, non sguinzagliare cani ai bambini, ecc. Più di ogni altra cosa, le buone maniere riguardano la civiltà, il fondamento della nostra società, e permettono di ristabilire quei rapporti di comprensione e gentilezza che rendono più semplice e piacevole la vita quotidiana.

Le buone maniere non sono soltanto ‘bon ton’, ma qualcosa di diverso che sistemare le posate a tavola o scrivere correttamente una lettera o un indirizzo su una busta. Infatti, la buona educazione spazia nella vita di giornata (levata, pranzo, scuola, televisione, hobby), al comportamento nei luoghi che frequentiamo (chiese, musei, biblioteche, scuole, uffici, ospedali, pullman, aerei, ecc.), al rispetto dell’ambiente ed agli aspetti della correttezza nei confronti degli altri per finire alla prevenzione ed alla solidarietà.


Nell’undicesimo secolo, un doge veneziano sposò una principessa bizantina che usava portare il cibo alla bocca con piccole forchette d’oro a due denti. Fece scandalo: i preti, indignati invocarono la collera divina contro la malcapitata, rea di avere precorso i tempi, mentre, otto secoli dopo, il galateo sosteneva che mangiare con le mani è cosa da cannibali. Ancora qualche secolo dopo (1552), Monsignor Giovanni Della Casa (1503-1556), arcivescovo di Benevento, letterato e scrittore pubblicò il libro delle buone maniere dal titolo "Galateo, ovvero dei costumi", dal nome di Galeazzo (latinamente Galatheus) Florimonte (1484-1565), vescovo di Sessa Aurunca (Caserta), che gli suggerì l’idea. Il testo raccoglie una serie di norme di "civil conversazione", di consigli e suggerimenti sulla maniera di vestire, di stare in tavola e di come comportarsi correttamente e con galanteria nella vita di relazione. L’opera, che riflette nell’equilibrio del costume morale e nella purezza della lingua l’ideale di vita del Rinascimento, fu imitata nei secoli successivi e l’idea venne ripresa con maggiore interesse per l’educazione sociale e morale anziché per le sole buone creanze. Ma queste sono altre storie.

Tornando alle "Donnine a modo", non si può non evidenziare che la famiglia è il regno della donna e, secondo uno scrittore, se essa è bella, diviene più bella e se è buona diventa più buona: in sostanza la casa è la cornice ideale per far risaltare le virtù femminili.

Tra i primi impegni della "donnina", appena levata, era la preghiera, l’ordine della sua stanza, il ricambio dell’aria, il vestirsi, dare il buongiorno ai genitori. Non abbandonare la tavola prima che il pasto sia terminato o, comunque, prima dei genitori, non dare del "tu" ai domestici, non criticare la loro ignoranza, la loro superstizione.

Per quanto riguarda la scuola: non arrivare in ritardo o sporche, non criticare gli insegnanti o le compagne, salutare la "signora maestra", non essersi preparata la lezione equivale, oltre al danno per se stessa, anche alla mancanza di rispetto verso l’insegnante. Non permettere ai compagni di scuola di darvi del “tu” e non lasciarsi accompagnare da alcuno di essi per la strada ed esigere sempre il rispetto che l’uomo deve alla donna. In Chiesa? Non si deve parlare, ridere, chiacchierare, chiamarsi, ecc. Per la strada? Se siete sole badate a voi, andate dirette per la vostra strada, se incontrate un’amica, chiedetele di unirsi a voi, rifiutando sempre la compagnia di persone sconosciute, ricordando il proverbio che recita "Meglio sole che male accompagnate".

Oggi le buone maniere sono ampiamente disattese, il galateo non solo è stato stravolto ma è evitato su tutti i fronti, a causa dei cattivi comportamenti, del menefreghismo collettivo verso tutto e tutti, dell’uso dei telefoni portatili dei quali sembra che nessuno possa farne a meno, dei criticabili comportamenti a scuola, verso compagni e docenti, i comportamenti per la strada con i mezzi di locomozione, per i quali si crede di poter comportarsi a proprio piacimento, ecc.

Daniele Martini

Sono un giornalista pubblicista, docente di comunicazione e sostegno. Sono un operatore della comunicazione.

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