Trump: 'Il mio unico crimine è difendere l'America'

"L'unico crimine che ho commesso è stato difendere l'America da chi la vuole distruggere. La mia incriminazione è un insulto agli Stati Uniti". A sostenerlo l'ex presidente Usa Donald Trump facendo ritorno nel suo bunker di Mar-a-Lago poche ore dopo essersi consegnato al tribunale di New York per ascoltare i 34 capi d'imputazione a suo carico nel caso Stormy Daniels e arringa i suoi sostenitori riuniti in uno dei saloni del resort.

Il discorso di Trump è durato poco più di mezz'ora ed il tycoon è apparso provato e meno combattivo del solito. Una giornata senza precedenti nella storia Usa e il castello d'accusa del procuratore Alvin Bragg sembra aver pesato sulla consueta aggressività dell'ex presidente di "cospirazione per minare l'integrità delle presidenziali del 2016" comprando il silenzio della pornostar, dell'ex coniglietta di Playboy Karen McDougal e di un portiere della Trump Tower che minacciava di rivelare un suo presunto figlio illegittimo. 

The Donald non ha tuttavia rinunciato a sferrare i soliti attacchi contro i suoi accusatori e il "sistema giudiziario corrotto, diventato ormai illegale", nonostante l'avvertimento del procuratore di New York a non incitare alla violenza.

"Non ho mai pensato che una cosa del genere potesse accadere in America", ha detto Trump, mentre i suoi sostenitori urlavano "Usa, Usa!".

Sul palco con l'ex presidente i figli Eric e Donald jr, mentre erano assenti la moglie Melania, che pure lo ha accompagnato a Manhattan, e la figlia ed ex consigliera, Ivanka. Dopo aver ribadito che tutte le indagini a suo carico sono "persecuzioni politiche", il tycoon ha ricoperto d'insulti uno per uno i procuratori coinvolti: da Bragg, "pagato da George Soros", a Letitia James a Jack Smith, impegnato nell'inchiesta sulle carte top secret portate dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago, che ha definito un "pazzo". 

Tutti, secondo l'ex presidente, sono strumenti della "sinistra radicale" che hanno l'obiettivo di "fermarlo ad ogni costo".

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