Disponibile in Puglia Inclisiran, la prima terapia che riduce il colesterolo LDL con due somministrazioni l'anno

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BARI – In Puglia nel 2020 sono stati oltre 14.000 i decessi provocati dalle malattie cardiovascolari tra cui quelle ischemiche e cerebrovascolari che rappresentano il 33% del totale dei decessi.

I cittadini pugliesi che soffrono di dislipidemie sono circa 700.000 di cui circa il 40% sono trattati con terapie ipolipemizzanti e il 49% di questi sono pazienti a rischio cardiovascolare alto e molto alto.

Il colesterolo LDL (LDL-C) è il principale fattore di rischio modificabile per la riduzione del rischio cardiovascolare, come dimostrato da decenni di esperienza di studi clinici che ne evidenziano la correlazione diretta con la malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD). L’accumulo di colesterolo LDL prolungato nel tempo, infatti, può determinare la formazione della placca aterosclerotica sulle arterie, aumentando così il rischio di eventi acuti come l’infarto del miocardio e l’ictus.

A seguito di un evento acuto, la prevenzione cardiovascolare diventa prioritaria, sia per migliorare la qualità di vita, sia per ridurre il rischio di eventi successivi. Una corretta gestione dei pazienti con ipercolesterolemia deve, quindi, necessariamente mirare a raggiungere i target terapeutici di colesterolo LDL raccomandati dalle Linee Guida congiunte della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea di Aterosclerosi (EAS).

Questo obiettivo risulta essere molto complesso anche in Puglia, dove oltre il 60% dei pazienti con ipercolesterolemia non controlla adeguatamente i valori del colesterolo LDL nonostante le terapie ipolipemizzanti.

Oggi l’armamentario terapeutico per il trattamento dell’ipercolesterolemia si è ulteriormente arricchito con inclisiran. Il farmaco di Novartis ha ricevuto la rimborsabilità da AIFA lo scorso ottobre e adesso è disponibile anche in Puglia.

Inclisiran è indicato per trattamento di adulti con ipercolesterolemia primaria (eterozigote familiare e non familiare) o dislipidemia mista (condizioni caratterizzate da alti livelli di grassi nel sangue, incluso il colesterolo).

Inclisiran è prescrivibile in associazione a una statina o una statina associata ad altre terapie ipolipemizzanti orali. In sintesi, possono beneficiare di inclisiran i pazienti che non rispondono alla terapia tradizionale con farmaci a base di statine e di ezetimibe, o sono intolleranti agli stessi, oltre che i soggetti affetti da forme gravi di dislipidemia familiare.

Inclisiran è la prima terapia a base di RNA di interferenza – small interfering RNA - (siRNA) per la riduzione del colesterolo LDL, e rappresenta un nuovo approccio alla gestione dei pazienti con ipercolesterolemia. Grazie al suo meccanismo d’azione, inibisce direttamente la produzione della proteina PCSK9, aumentando in questo modo la capacità del fegato di assorbire il colesterolo LDL. Questo meccanismo porta di conseguenza a una riduzione dei livelli di colesterolo LDL presente nel sangue.

Inclisiran viene somministrato ai pazienti da un operatore sanitario. Dopo la prima iniezione, segue la dose successiva a distanza di 3 mesi e in seguito ogni 6 mesi, per due volte all’anno.

"La disponibilità di questo farmaco nella Regione Puglia rappresenta una promettente opportunità per migliorare non solo il trattamento della malattia aterosclerotica – dichiara Natale Daniele Brunetti, Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia Universitaria del Policlinico Riuniti di Foggia - ma anche la qualità della vita di tutti i pazienti con ipercolesterolemia. Siamo molto fiduciosi dei risultati dimostrati dal meccanismo d’azione di questo farmaco che, sommato alla nostra esperienza, consentirà di aiutare un numero sempre maggiore di pazienti a raggiungere in maniera stabile e controllati i livelli target di colesterolo LDL desiderati".

Aiutare questi pazienti a raggiungere i livelli target di colesterolo LDL e mantenerli nel tempo è un obiettivo preciso per la regione Puglia, come quello della migliore gestione territoriale della patologia.
"Quanto più è alto il colesterolo LDL, tanto maggiore è il rischio di eventi cardio-cerebrovascolari e peggiore è l’aspettativa di vita, specie per le persone a più alto rischio, come coloro che hanno già avuto eventi o che presentano altri fattori di rischio associati (diabete, ipertensione, obesità). Purtroppo, c’è scarsa consapevolezza - conclude Pasquale Caldarola, Direttore della Cardiologia dell’Ospedale San Paolo e del Dipartimento cardiologico della ASL di Bari - e scarsa aderenza ai trattamenti raccomandati. Infatti, solo il 40% dei pazienti nella nostra regione riesce a controllare i livelli di colesterolo LDL con le attuali terapie. Crediamo molto in questo farmaco d’avanguardia efficace e sicuro che ci offre un vantaggio terapeutico importante per garantire ai pazienti elegibili un miglior esito".

Daniele Martini

Sono un giornalista pubblicista, docente di comunicazione e sostegno. Sono un operatore della comunicazione.

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