Monopoli, i Fai alla scoperta dell'ultimo giardino urbano


MONOPOLI - Il percorso inizia da via vecchia ospedale n°6 con accesso dal portale seicentesco che immette nel giardino storico di frutti del genere FIT-floreale. La proprietaria Giuseppina Pagliarulo, ingegnere e proprietaria del Giardino Galderisi, custode della Biodiversità frutti antichi di Puglia, farà da guida.

Sulla sinistra, entrando, si ammirerà una sintesi della “filosofia” che guidava la progettazione­/realizzazione del territorio nel Seicento e nel Settecento: una piccola cisterna d’acqua piovana, per raccolta di un rigagnolo d’acqua dalla strada, con pila, colonne per sostenere una carrucola, canali a cielo aperto, palaccio per irrigazione e ancora canali e un albero della Biodiversità il MANDARINO PROFUMATO DI MONOPOLI. Il mandarino è stato introdotto in Italia nel 1800 dalla Cina. Sempre presente nei giardini ottocenteschi dei monopolitani tale albero si è diversificato dall’originario mandarino per il clima mite mediterraneo, per naturale ibridazione e selezione umana dei giardinieri che tramite innesto hanno riprodotto gli alberi con le proprietà organolettiche e nutrizionali più apprezzate. Tale albero è a rischio estinzione perché di raccolta non confacente con l’attuale agricoltura. Gli alberi della biodiversità sono certificati da uno studio realizzato dal C.R.S.F.A. Basile Caramia di Locorotondo, nell’ambito del PROGRAMMA SVILUPPO RURALE 2014/2020 mirante a preservare il germoplasma fruttifero pugliese dei frutti antichi.

Di particolare bellezza risulta il Giardino di frutti, suddiviso in settori da percorsi scenografici: arcate in tufo, pilastrini ottagonali sono affiancati da elementi floreali per i quali sono stati progettati per esaltare la bellezza. Si percorre così il viale della Torre, il Viale Dei Limoni Secolari, il viale Dell’Uva Antica, il Viale Dei Melograni per confluire nella Crociera Estradossata dal Celo, i cui piedritti offrono sedili in pietra per la sosta e la contemplazione.

Grandi cisterne raccolgono l’acqua piovana poi convogliata dai torrenti mediante sistemi di canali in tufo/pietra. Il sistema di irrigazione interno del giardino in cui i pozzi sono intercalati a “palacci”, pile e canali in tufo: dalla parte più alta della proprietà era possibile irrigare tutto il giardino utilizzando la sola forza della gravità. La visita si concluderà nella parte abitativa dove sorgono la Chiesetta della Madonna Delle Grazie risalente al 1600 e parzialmente ricostruita nell’ottocento e la masseria (non si visitano gli interni) con costruzione di torre di avvistamento nel 1607 sino ad assumere l’aspetto di villa, con scala esterna, balaustre in tufo e terrazzino belvedere ottocentesco. Dal piazzale della masseria si individueranno le tre fasi di aumenti volumetrici della masseria, osservando le soluzioni di continuità ad angolo retto dei beccatelli su parapetto leggermente aggettante della torre, le caditoie simili ma diverse, la presenza di un balcone ottocentesco, la tessitura muraria diversa del muro della chiesetta.

Questa è la parte più alta di tutta la proprietà, il piazzale è estradosso della volta di una grande cisterna con due boccali in pietra: con la sua acqua, per gravità, lungo un canale in pietra si poteva innaffiare “la magnifica spalliera di aranci” fino al 1988 anno in cui fu demolito dal comune il muro di cinta.

Per soggiornare si può contattare Il Cedrangolo della stessa proprietaria, usufruendo della convenzione FAI, al 335 159 6669 oppure all’indirizzo info@ilcedrangolo.it.

Domenica 16 luglio 2023

Quota di partecipazione €5 iscritti e €8 non iscritti. Sono previsti due turni di massimo 30 persone ognuno con obbligo di prenotazione. Parcheggio libero in loco.

Primo turno ore 10:00 - 11:00.
Secondo turno ore 11:15 – 12:15.

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