2024: la Puglia aspetta i Grandi (si fa per dire...)


FRANCESCO GRECO
- Qualcuno glielo deve pur dire. Che credono al sarchiapone di Walter Chiari. Alle gazzette con la bava alla bocca e a Bruno Vespa anfitrione che sbava per l’attesa. Che il G7 in calendario in Puglia (zona Selva di Fasano) a giugno 2024, sarà una cosa minore, minimalista, nonostante l’enfasi mediatica che fa un sacco strapaese tipo Totò e Peppino a Milano: come la pizza fra compagni della VC che si rivedono dopo 30 anni e rotti.

Il mondo sta velocemente cambiando i suoi equilibri nelle micro-meso-macro aree, muta il baricentro e l’Occidente – USA e UE - non sono più centrali, sono in fase di decadenza culturale, economica, politica giunta ormai al parossismo (gli USA hanno scaricato la crisi sull’Europa vs guerra in Ucraina). Le guerre stanno solo accelerando un processo già in atto in termini esponenziali.

Se n’è accorto anche Mario Draghi. In stand- by per normalizzare l’Italia col bis. Il governo Meloni a Bruxelles è ormai impresentabile, non tanto per Santanchè e Lollobrigida quanto per i conti.

Lo provano, al di là di ogni ragionevole e irragionevole dubbio, tre fatti accaduti a poca distanza temporale e giunti inaspettati. Di portata storica. Non decodificati adeguatamente, anzi, in alcuni casi censurati dal mainstream. E che vanno messi in relazione.

All’ONU si votava, il 23 novembre, la risoluzione proposta dai Paesi Africani per rifare le leggi fiscali e arginare il ruolo dei “paradisi” dove trovano ospitalità i risparmi degli oligarchi occidentali, quell’1% che possiede tutta la ricchezza, dediti alla rapina delle risorse dei Paesi un tempo detti Terzo Mondo, a speculazioni d’ogni genere e alla finanza creativa che uccide aziende e posti di lavoro.

E’ passata con 125 voti favorevoli, 48 no (USA e UE) e 9 astenuti. Tutto come auspicato dal Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz. Un fatto epocale, storico, non previsto e mai accaduto. Una svolta.

Passano pochi giorni, a Parigi si vota per decidere dove fare EXPO 2030. Un affare da 730 miliardi. Arabia Saudita batte Italia 119 a 17. L’Europa si disfa come sui migranti: perfino Parigi ci vota contro (Macron negozia i suoi affari con Bin Salman), incluso il compagno Edi Rama a cui il premier italiano ha donato un po’ di spicci per ospitare i migranti.

Teotoburgo? Waterloo? Caporetto? Dite voi. Ovviamente il Paese con la doppia morale nel dna (che è anche dell’UE: i Russi cattivi invadono l’Ucraina, Israele buona che spazza via la Palestina) e che ha avuto Tangentopoli e Roma Capitale, si attacca al moralismo da bar sport, l’ultima spes degli incapaci: gli Arabi avrebbero fatto dei regali.

Fosse vero, che male c’è? Ci resta la prosopopea, l’autoreferenzialità alla Marchese del Grillo. D’altronde, con statisti del calibro della Santanchè, Tajani e Salvini e i grillini contro il Ponte sullo Stretto ed EXPO 30, buoni manco a fare gli assessori a Rio Bo, l’Italia dove va?

I giornali di destra hanno oscurato la news per non irritare la Meloni, quelli di sinistra per non adirare Gualtieri. Carta straccia diceva Pansa. Ma bisogna essere ciechi per non mettere in relazione queste due performance negative per l’Occidente, giunte peraltro dopo il fallimento della controffensiva degli ucronazi con le armi e i denari occidentali. Che ha relativizzato un sacco la supremazia militare dell’Occidente (la sola che ancora gli restava).

Terza: ITA cancella da gennaio il volo Milano- New York: siamo sempre più isolati e marginali.

In attesa della prossima performance negativa. Quello che ormai appare sempre più come un scontro di civiltà e che vede Putin in pole position nella composizione di nuovi equilibri planetari in un mondo nuovo, multipolare e l’assunzione di una leadership mondiale, paradossalmente potrebbe giovare ai popoli occidentali “liberati” dalle loro avide oligarchie. Basta rileggersi i celebri versi del poeta greco Kostantinos Kavafis “I Barbari”, attesi dai Romani per essere “salvati” (e che poi non arrivano).

Il summit in itinere fra 6 mesi (pochi giorni dopo le Europee: la Meloni pensa di fare passerella con standing-ovation dopo il successo) pertanto sarà derubricato a un triste y solitario rendez vous color seppia fra nobili decaduti, vecchi amici ingrigiti e borbottoni con pappagalli e pannoloni appresso, che mangiano capicollo di Martina, bevono Primitivo di Manduria o Negroamaro e rimembrano i vecchi tempi. Ahimè, lontani anni-luce. L’elaborazione del lutto è solo all’inizio. C’est la vie!

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