Nel Natale è la Pasqua

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SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI.

“Ma c’è chi ascolta
Il pianto del bambino
che morira’ poi in croce
fra due ladri?”. (Salvatore Quasimodo)

Ogni elemento che riguarda la nascita di Gesù, il Cristo, l’Unto del Signore, rappresenta un simbolo e una metafora. Ognuno crede in ciò che ritiene più consono alla sua vita, alla cultura di appartenenza , alla famiglia e alle tradizioni… Non si vuole minimamente “convertire “ alcuno . La questione del presepe “si “o presepe “no “ la lascio a coloro che forse non approfondiscono i significati profondi che Francesco d’Assisi volle fossero rappresentati in quella grotta dove celebrò l’ Eucarestia, dopo aver ricevuto il consenso del Papa. Non a caso il termine presepe deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia. Dinanzi a quella mangiatoia a Greccio, Francesco simbolicamente nell’ Eucarestia rappresentò l'Incarnazione e la Sacra Famiglia. E ripeto ancora “ Sacra Famiglia” a modello di tutta la famiglia umana che per essere tale e’ comunque “sacra”. Qui non si tratta di essere credenti in un assunto o in una fede, né si tratta di essere creduloni: il problema sta nel cogliere tutto ciò che si cela nelle immagini, nelle parole, nei gesti.

Giuseppe e Maria, a guardare bene da vicino, erano due giovani che non ebbero paura dinanzi ad una prova così ardua come quella che i Cristiani, me compresa, ritengono sia stata l’”Incarnazione“ dell’Essere supremo. Maria ebbe timore è vero tant’è che si legge nel Vangelo di Lc 1, 26-38 “Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; (… )Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.(…)

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.” Il nome Maria in lingua egizia, come anni addietro ebbe a insegnarmi Padre Diego Pedone, noto biblista , significa “ amata da Dio”. Nel cuore di Maria dimorava l’innocenza ,e in tal senso la sua era una unione mistica con il Creatore sin dall’alba della sua vita , dalle Sacre Scritture si evince sin dall’alba dell’umanità poiché Maria fu concepita libera dal peccato dell’ origine . A volte però non si tiene sempre in buon conto che Maria era figlia di Anna e Gioacchino di cui non si possiedono notizie certe se non quelle giunte da testi apocrifi come il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo-Matteo, oltre che dalla tradizione. Anna pare che fosse figlia di Achar e Gioacchino , abbastanza ricco, era di stirpe davidica. Non ebbero figli per oltre venti anni e in quel tempo non generare era segno di non aver trovato grazia presso Dio. Anna e Gioacchino, umiliati sempre oltre misura, si rivolsero all’Onnipotente che li ascoltò. Nacque Maria che i genitori , per ringraziare Dio, al compimento dei tre anni consacrarono al Tempio così come avevano promesso nelle loro preghiere. Maria dunque era una vergine del Tempio, frutto di una gravidanza miracolosa. Come si può osservare la vita appartiene all’Altissimo a cui nulla è impossibile. All’annuncio dell’Angelo Maria ebbe un naturale timore e subito affermò di non conoscere uomo, in senso biblico ovviamente. Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.” L’ombra dell’ Altissimo era forse una luce diversa dalla Luce a noi inaccessibile di Dio: fu l’ Amore a riempire di luce Maria che concesse tutta se stessa con il suo “Si “ incondizionato insegnando a noi tutti ciò che poi il Cristo pronuncerà con il “ Padre nostro “ : “sia fatta la Tua volontà come in Cielo così in terra “. Maria dunque rappresenta il principio femminile per eccellenza: non già sottomissione ma Colei che con deliberato consenso e in pienezza di coscienza divenne tabernacolo vivente del mistero del Figlio dell’Uomo, del Figlio di Dio a tutela e a servizio della verità delle cose. I Vangeli, (chiedo scusa ai teologi e perdono se forse sono al di là di ogni ortodossia, ma sono solo una semplice umile creatura della terra che ama riflettere) sono lo specchio e la metafora della nostra esistenza: Cristo e’ Colui che li incarna e li testimonia fino alla morte in croce. Un altro pensiero affiora in me e cioè che a Betlemme in quel tempo si viveva anche nelle grotte ,così come per esempio a Matera fino agli anni Cinquanta circa . Non avendo trovato posto nell’ albergo Giuseppe e Maria incinta e prossima al parto furono probabilmente ospitati in una casa dotata ,come era abbastanza comune ,di una grotta che a Betlemme esistono ancor oggi . Uomini e animali vivevano insieme ( il sasso caveoso di Matera docet) per cui ovviamente nella casa- grotta trovo ‘ ospitalità anche l’ asinello perché in quel tempo era questo animale il mezzo di trasporto. Non ci si meravigli di ciò perché in alcuni villaggi della Grecia e mi riferisco in modo particolare a Creta, che credo di conoscere bene, l’asinello è usato per gli spostamenti nelle campagne e zone più impervie. Fu dal Bambino divino scelta la grotta perché fosse chiaro che il senso dell’ “essere” e’ ben altro dall’ ingordigia dell’ “avere “? Io non lo so , posso solo rivolgermi degli interrogativi . Giuseppe, d’ altra parte , era un falegname e in quel periodo i falegnami / ebanisti erano preziosi per gli arredi e costruzione delle case: la povertà cui si fa sempre riferimento probabilmente è quella richiamata nel Discorso della montagna . E’ che spesso le persone in difficoltà ( indicate in modo non certo rispettoso come poveri o peggio ancora ultimi ) sono funzionali a ben altro….. I pastori, si legge, erano svegli, cioè erano “vigili“: tipico di chi non ha difese intellettualistiche : non so se Gesù sia nato davvero il 25 dicembre o forse in primavera (mi si perdoni l’ ipotesi) perché i pastori erano fuori a vegliare le pecore . Sono stata in Terra santa e a Betlemme in inverno fa freddo per cui le pecore sono al chiuso, come accade in alcuni villaggi sulle montagne di Creta… Il ”dies natalis” di Cristo opportunamente è stato scelto in occasione del primo giorno dopo il solstizio di inverno per meglio rendere palese a tutti che il Cristo è la Luce del mondo …. Ovvero il riscatto dell’ umanità alla luce delle Sue parole che sono al di là di ogni tempo e spazio. Giuseppe poi e’ il padre per eccellenza , cioè capace di superare il vincolo del sangue.. La madre sempre certa e’ stata ma il padre no.

Giuseppe è stato capace di andare oltre e non di eliminare o ripudiare (oggi si uccide a volte ) la “promessa sposa “ ma in grado in piena consapevolezza di accogliere il dono della vita . Così come in una delle sette parole della salvezza il Cristo dalla Croce ribadisce i concetti dei legami di sangue trascendendoli: Gesù dice a Maria“ Ecco tuo Figlio “ , e a cui Gesù Giovanni: “ Ecco tua madre“.

La coscienza di sé e del mondo è ancora tutta da conseguire e la via è molto molto lunga. Ma il Natale nel quale è già la Pasqua ci invita fortemente a provare a rinascere in pienezza di intelligere e di senso con la speranza e l'amore nel cuore.